L'elevato discorso del Presidente

L'elevato discorso del Presidente L'elevato discorso del Presidente ■.•ì'vi':-.- » %n .-,:» Parigi, 16 dicembre. Il presidente Eisenhower ha pronunciato il suo discorso alla Conferenza della NATO a mezzogiorno. Egli ha esordito illustrando gli scopi del convegno. « Noi siamo qui per riaffermare la nòstra volontà di dissipare le ombre che gravano sul mondo libero — ha detto Eisenhower. — Siamo qui per stendere il bilancio delle nostre immense risorse di uomini, di cervelli, di ricchezze materiali. Noi slamo riuniti al fine di trovare 1 mezzi per dedicare la nostra Innegabile potenza all'edificazione di un mondo . migliore e più sicuro. « Oggi l'accento è messo sulla produzione di nuove armi, comprese le ogive atomiche e i razzi. Anche i comunisti hanno sviluppato la loro capacità industriale. Essi ci lanciano una sfida su scala mondiale nel campo economico ed è con una penetrazione economica che essi tentano di assicurarsi il controllo di risorse umane e naturali continuamente in aumento. « Questi sono alcuni dei problemi che dovremo esaminare. La presenza qui a Parigi dei Capi di Governo dimostra che noi tutti ci rendiamo conto dell'importanza di questa sfida. In una delle prossime sedute questa assemblea esaminerà proposte specifiche riguardanti le misure da prendere per aumentare il livello del nostro sforzo collettivo. Ma,, lo ripeto, quali che siano le misure che saranno adottate esse avranno carattere pacifico ». Il Presidente ha quindi ac¬ cennato agli sforzi compiuti dall'Occidente per un effettivo disarmo, alle ripetute proposte di sottoporre ad un controllo internazionale la bomba nucleare, al programma < l'atomo per la pace ». Questi sforzi sono stati sempre frustrati dall'Unione Sovietica. Il mondo libero vuole tuttavia conservare la pace, ed è disposto a pagare il prezzo che sarà necessario. «La NATO ha dimostrato di essere un fattore di pace — ha continuato Eisenhower. — Sono passati quasi dieci anni dalla sua creazione. Otto Nazioni europee erano allora cadute sotto la dominazione sovietica e vi era la pericolosa possibilità che il resto dell'Europa cadesse, Nazione per Nazione, sotto la potente spinta militare e politica dell'Unione Sovietica. Dalla creazione della NATO nessun'altra Nazione europea ha dovuto soccombere sotto l'aggressione comunista. «Ma se possiamo andar fieri di quel che abbiamo fatto in passato, non dobbiamo permetterci la minima compiacenza verso noi stessi quanto al nostro sforzo attuale. Lo Stato sovietico aumenta continuamente là sua potenza militare ed economica, e i suoi capi non dissimulano la loro volontà di riuscire così a dominare il mondo. «Per raggiungere tale obiettivo, il regime sovietico impone una implacabile costrizione alle sue classi lavoratrici. Noi li vediamo praticare la produzione e il lavoro forzati e questo sistema, che è per noi oggetto di orrore, costituisce anche una terribile minac¬ cia perché procura a uno Stato dispotico immense risorse, conseguite attraverso la schiavitù. « Questa pace che noi ricerchiamo non la otterremo senza una contropartita. Il suo prezzo sarà certamente elevato, ma ciò non deve scoraggiarci. I popoli liberi ohe noi rappresentiamo posseggono delle risorse la cui ampiezza è sufficiente per permetterci di affrontare qualsiasi minaccia. «La sola domanda che si pone è la seguente: lo vogliamo noi? Vogliamo pagare liberamente 11 prezzo necessario per salvaguardare la nostra libertà? « Facciamo una stima delle nostre risorse. I Paesi della NATO contano, tutti insieme, circa 500 milioni di abitante In ciascuno di questi Paesi la produttività pro-capite è circa tre volte maggiore di quella che si riscontra nell'Unione Sovietica. I nostri scienziati e i nostri tecnici sono all'origine di scoperte che hanno rivoluzionato sia il modo di vivere in tempo di pace che la maniera di combattere tal tempo di guerra. Noi possediamo oggi ciò che costituisce il più potente edificio militare esistente nel mondo». Il Presidente ha insistito a questo punto sulla necessità di tenere unite le enormi forze che il mondo occidentale è in grado di sviluppare, perché nessun popolo può fare da solo; ha ammonito che è illusione sperare che il tempo lavori per i Paesi liberi e che la libertà possa trionfare sul dispotismo senza una solida e decisa azione comune. « Le forze che si levano contro di noi sono potenti, ma non invincibili — ha proseguito Eisenhower. — Nell'Europa orientale i popoli prigionieri hanno mostrato la vitalità del loro patriottismo. Essi hanno dimostrato di nutrire sempre la speranza di recuperare nella fierezza e nell'onore la loro tradizionale indipendenza nazionale. Il Cremlino ha pubblicamente riconosciuto le " contraddizioni" esistenti fra il desiderio degli operai di avere un livello di vita più elevato s l'utilizzazione da parte dello Stato di somme colossali per lo sviluppo del suo potenziale militare ed economico. La storia dimostra che col tempo qualsiasi Governo dispotico subisce una progressiva decomposizione che si manifesta all'interno del sistema prima di manifestarsi all'esterno. Dietro una facciata governativa solida, l'amore della libertà sopravvive in tutti i popoli. Si tratta di una forza che non ha mai potuto essere soggiogata a tempo indefinito». Avviandosi alla conclusione, Eisenhower ha ribadito che i popoli liberi debbono far blocco per edificare la pace, condividendo « la gioia delle decisioni, degli sforzi e deii sacrifici comuni ». « Non vi è compito cosi difficile eppure cosi imperioso ed onorevole — ha detto il Presidente. — E' in questo spirito che noi siamo venuti qui. Conciliando i nostri disegni e unendo le nostre volontà noi ritempreremo la nostra forza e avvicineremo l'ora di questa pace nella libertà che è il nostro legittimo retaggio».

Persone citate: Eisenhower

Luoghi citati: Europa, Parigi, Unione Sovietica