Il presunto capo dei dinamitardi nega ogni attentato terroristico

Il presunto capo dei dinamitardi nega ogni attentato terroristico Crii altoatesini processati a Bolmano Il presunto capo dei dinamitardi nega ogni attentato terroristico Stieler accusa i carabinieri di avergli estorta la confessione con la violenza - L'organizzazione - seco \do l'imputato - aveva fini Gutturali Bolzano, 14 dicembre. Il tipografo del quotidiano In lingua tedesca Dolomiten Giovanni Stieler, presunto capo dell'organizzazione dei dinamitardi alto-atesini, interrogato stamane dai giudici della Corte d'Assise ha adottato la stessa tattica dei suoi compagni ritrattando lo dichiarazioni fatte dopo il suo arresto. < Contesto quanto risulta dal verbale dei carabinieri — ha detto — e prego' considerare valido solo quello ohe oggi dichiaro davanti alla Corte, poiché la confessione mi venne estorta con la violenza e con percosse. Io non sono il capo dell'associazione terroristica e non è vero che fu il condirettore del Doiomittn Volgger, a istigarmi a compiere gli attentati. Furono i carabinieri a farmi fare slmili dichiarazioni per far risaltare la responsabilità di un membro della direzione del Volkspartel ». • Stieler è andato anche più in là smentendo pure le affermazioni fatte durante l'istruttoria al sostituto P. G. della Corte d'Appello di Trento dott. Rocco, che nel processo rappresenta la pubblica accusa, • al consigliere dott. Pombeni. Altrettanto avevano fatto, durante l'udienza di ieri, Antonio Wenger, Rodolfo Goeller, Antonio Gritsch e Carlo Lun. A voler dar credito alle attuali dichiarazioni dello Stieler e a quelle del suoi amici l'attività terroristica dell'organizzazione dovrebbe essere considerata un deprecabile fenomeno puramente accidentale. La loro associazione, infatti, avrebbe agito solo per valorizzare sul plano culturale la gioventù sudtirolese, che era trascurata dal Volkspartei. Lo Stieler ha anche smentito la sua materiale partecipazione agli attentati contro la linea ferroviaria del Brennero e contro la BolzanoMerano. Egli ha poi detto di essersi incontrato a Innsbruck con l'attuale sottosegretario agli Esteri austriaco on. Gschnitzer, con il presidente della Dieta tirolese dott. Oberhammer e con il dottor Wltmoser, dirigenti dell'associazione Berg Isel Bund; in quell'occasione egli parlò soltanto dell'organizzazione della gioventù tirolese per le accennate finalità culturali. Subito dopo il suo arresto Ilo Stieler aveva invece rivelato dl avere parlato con le tra personalità della opportunità di compiere degli attentati. L'on. Gschnltzer — sempre secondo le precedenti dichiarazioni dello Stieler — si era dimostrato alquanto riservato e prudente e non aveva voluto esprimersi in proposito. Altrettanto prudente si era dimostrato il dottor • Oberhammer, che sconsigliò allo Stieler e ai suoi amici di compiere attentati dinamitardi, mentre invece 11 dott. Witmosor aveva fatto esplicitamente cenno alla necessità dl coordinare l'attività dl alcuni gruppi clandestini esistenti in Alto Adige. L'udienza si è conclusa con l'interrogatorio del contadino Rodolfo Ploner, che il 26 ottobre 1956 fece esplodere una carica di esplosivo contro la sede dell'oratorio Don Bosco a Bressanone, dove dovevano riunirsi dirigenti alto-atesini della D.C. e che il 1? gennaio scorso compi il secondo atten tato a Varna, provocando l'ab battimento di un traliccio di sostegno dl una linea elettrica. Pur ammettendo la sua responsabilità per 1 due attentati, il Ploner non si è discostato dalla linea difensiva assunta dagli altri imputati • ha negato che l'associazione alla quale apparteneva avesse ini antinazionali.

Luoghi citati: Bolzano, Bressanone, Innsbruck, Trento, Varna