I metodi scanzonati dell'amministrazione napoletana di Vittorio Gorresio

I metodi scanzonati dell'amministrazione napoletana BOPO LA M0EN9JNCMA PEL MINESTRO TAMBRONt I metodi scanzonati dell'amministrazione napoletana Trentaquattro miliardi di disavanzo nell'ultimo bilancio - Ma del disordina attuale non è solo responsabile Lauro: è una tradizione che ha protonf radici - E' Tenuto il momento di rispettare la legge e di cambiare sistev a Roma, 7 dicembre. < Si sente dire che le denunce portate in Parlamento dal ministro Tambronl contro la amministrazione municipale di Napoli avranno il risultato di accrescere in quella città il già grande prestigio di cui gode il principale accusato, sindaco Lauro. Le imputazioni, com'è noto, sono l'inosservanza dei regolamenti sulla contabilità comunale, essendo la gestione laurina ispirata a concetti paternallstici assai più che ai criteri di legge; sono lo sperpero del denaro pubblico e privato a Ani non previsti né giustificati dalle norme vigenti; sono la scarsa severità nell'accertamento. dei redditi e nell'esazione delle imposte, la tenuta irregolare dei registri elettorali, e finalmente l'inflazione degli impiegati assunti in servizio al Comune, in-nur mero che è circa il doppio di quello consentito dagli organici. Di qui il pauroso disavanzo di 34 miliardi. Non è affatto da escluder» che imputazioni come queste, invece di scandalìzzare, inducano i napoletani ad ammirazione e gratitudine per il loro sindaco. Messa da parte la questione dei registri elettorali, che è tutta politica e porrebbe, comunque, venire estesa anche ad amministrazioni comunali di diverso colore, restiamo in presenza di capi di accusa che alla più arretrata borghesia ed alle plebi meridionali più affamate appaiono, purtroppo, come altrettanti titoli di merito, "fe.'iv. La sfiducia nella legge ha profonde radici nelle province del Sud, ove si onora e si gìuBtiflca chi sa farsi ragione da se stesso. SI apprezza la carità immediata, personale, preferendola all'assistenza ed alla previdenza, che sono considerate come astrazioni; si benedice chi non sia esoso nel reclamare per 11 fisco quanto ad esso è dovuto; si acclama chi dispensi il beneficio di un anche misero impiego. Se poi, chiudendo i conti, ci si accorge che ,11 denaro non basta, paghino altri la differenza: la « ricca > Italia settentrionale, per esemplo, o per essa il governo. I 34 miliardi dei deficit, che 10 Stato dovrà pure rifondere in qualche modo, diventano pertanto un motivo di orgoglio per i napoletani che in. Lauro vedono 11 campione cittadino che ha saputo < far fessi > i settentrionali. La convinzione confortante che qualcuno pagherà i debiti di Napoli ha consentito l'invenzione dell'ultima barzelletta nazionale, un gioco di parole che a riguardo di Lauro circolava ieri nei corridoi di Montecitorio: < Se disavanzo, seguitemi >. Sarebbe fare grave torto a Lauro attribuirgli la paternità della battuta, anche' perché Lauro è soltanto l'espressione di un certo clima napoletano, di un certo stato d'animo meridionalistico al quale forse nessun altro amministratore cittadino, anche se di partito diverso, avrebbe potuto sottrarsi, Si tratta di quel < basso costume >. civico che un quotidiano di Roma riconosce stamane esistente a Napoli, ammettendo che l'amministrazione Lauro lo può avere sfruttato: < Ma l'ha ereditato da secoli di spagnolismo e di borbonismo, da quasi un secolo di unità nazionale a conduzione piemontese, ed anche, sia detto per onestà, da dieci anni di democrazia repubblicana >. Non ci vogliamo porre a difensori d'ufficio della democrazia repubblicana, che pure in dieci anni ha fatto per Napoli quanto altri regimi, per la durata di secoli, non avevano neppure progettato; e non crediamo nemmeno giusto tornare a fomentare la vecchia polemica tra il Nord e il Sud, difendendo 11 Piemonte da accuse sciocche, del genere di quelle esumate in questa occasione contro di noi che slamo stati chiamati, come al tempo di Scarfoglio, c Le Jena variegate del Piemonte dalla mascella che non ha riposo >, o vilipesi come 1 missionari di una < calvinistica purezza nordica >. Cerchiamo piuttosto di considerare, più seriamente, i fatti. Non è serio obbiettare, come scusante di ciò che avviene, soltanto la miseria di Napoli. Non è serio pensare che la miseria, che esiste a Napoli in una misura che è tragica e fantastica ad un tempo, possa venire combattuta con i sistemi napoletani, spagnoleschi e borbonici, ereditati da Lauro, perché essi appunto sono i sistemi che per secoli hanno aggravato, fin quasi a farla credere fatale, la miseria di Napoli. ft' Sappiamo anche noi che nel 1901 Scarfoglio si disperava davanti all'urgere dei miserabili che premevano c con la forza del mare che urta contro lo scoglio. La resistenza — egli allora diceva — non è possibile. Non vi è energia umana che possa durare a questa spinta continua di migliaia e migliaia di postulanti, che vi assediano sino nel letto, che vi insidiano nelle vie, che vi mandano il padre, la moglie, i figli appena vestiti, che vi circonvengono per mezzo dei parenti, degli amici, dei servi, che vi prodigano le promesse di gratitudine più iperboliche, quando non vi offrono le ricompense più assurde >. Citare queste '"Ceratura, che poi non è nemmeno della migliore, non ha altro senso che quello di dichiarare li fallimento degli espedienti tentati, 56 anni dopo, dal comandante Lauro, e che, purtroppo, ancora incontrano il favore dei trecentomila elettori che gli hanno dato il voto l'ultima volta, e che la prossima potrebbero diventare quattrocentomila, dopo- il discorso' di Tambronl alla Camera. Occorre che essi si convincano che è venuto il momento di cambiare sistema, e di affidarsi ad altri metodi, meno fallaci di quelli che continuano a venire sperimentati da tanto tempo. Ma occorre anche che il Governo prenda una strada nuova per quanto riguarda la politica generale, perché non è ammissibile contrattare a Roma, a Montecitorio, i voti di Lauro, e poi scagliarsi, dalla stessa tribuna di Montecitorio, contro quello che Lauro fa negli uffici napoletani di Palazzo Marino. Se 1 suol procedimenti sono ingiusti', ci sembra assurdo che per accorgersene sia stato necessario aspettare la vigilia di una campagna elettorale. Il male esisteva da prima, come tutti sapevano; ed è per ciò che una questione morale sarebbe stata aperta più utilmente in un momento che potesse apparire meno sospetto. Vittorio Gorresio

Persone citate: Scarfoglio