Un detenuto accusa Izoard di aver ucciso la Boleslava

Un detenuto accusa Izoard di aver ucciso la Boleslava Colpo di scena al processo di Messina Un detenuto accusa Izoard di aver ucciso la Boleslava li francese gli avrebbe confidato in carcere il suo delitto ■ Le presunte rivelazioni in un memoriale Oggi verrà sentito l'accusatore Messina, 5 dicembre. Un colpo di scena si è avuto oggi al processo contro Roger Izoard, il cu! valore potrà forse risultare relativo ma intanto è valso a interrompere il dibattimento perché siano espletate altre indagini a seguito del fatto nuovo emerso. Un detenuto delle carceri giudiziarie di Messina, il cinquantenne Francesco Miceli, che sta scontando una pena per falso In cambiali, ha indirizzato al Presidente della Corte di Assise, che l'ha letto in udienza, un lungo memoriale in cui afferma di essere in grado di fare gravi rivelazioni sul conto di Izoard, suo compagno Ai prigione, a seguito di confidenze da questo fattegli. Afferma il Miceli di essere riuscito a ottenere la confessione del delitto di Taormina, nvMpBoss r'<""*e di altri crimini com¬ messi dall'Izoard. Il Miceli presta servizio nell'-nfermena iJi^otAi servigio nell mermerm do, carcere fid è ,n Juotldiano contatto con l'imputato, il qua- le è ammesso a consumare i pasti appunto nell'infermeria. L'Izoard avrebbe confidato al Miceli che egli è sempre stato un grande trafficante in oro e stupefacenti e di aver condotto a termine dei grossi colpi senza mai essere scoperto, in quanto preparava freddamente i suoi crimini a tavolino con tecnica perfetta e con l'ausilio di amici e avvocati, i qr.ah partecipavano ai guadagni conseguiti nelle losche imprese. Inoltre l'Izoard avrebbe confessato al Miceli di aver ucciso all'età di ventiquattro anni una donna, delitto per il quale un innocente è stato condannato all'ergastolo e di aver indotto un suo amico al suicidio Circa l'annegamento della Boleslava l'Izoard avrebbe .detto: «Quando cadde in acqua, la Boleslava fumava n l , — — e e a e a e a e i e a una sigaretta e io pescavo tranquillamente. Dunque non sono stato io a farla _ cadere in acqua, semmai sarà stata la sigaretta », e avrebbe lasciato intendere che la sigaretta era drogata con tanto oppio da farla cadere in mare tramortita. Il Miceli dichiara di essere disposto a un confronto con l'imputato. La lettura del memoriale ha provocato una notevole sensazione In aula. Il P. M. ha chiesto la riapertura del dibattimento e lo svolgimento di ulteriori indagini. Il difensore, a\v Ragne, si è opposto. Le Corte, dopo essersi riunita, ha emesso un'ordinanza con cui ordina l'interruzione del dibattimento, stabilisce nuove contestazioni all'imputato, l'esama testimoniale del detenuto Francesco Miceli, della guardia carceraria ' Alfredo Geremia, del comandante delle guardie di custodia Francesco Fanara, dei direttore del carcere, dr. Umberto Spanò e del sanitario dello stesso carcere, prof. Enrico Mendio. All'ordinanza si dà subito esecuzione con le contestazioni all'Izoard. L'imputato nega nel modo più assoluto di aver fatto confessioni al suo compagno di carcere, che definisce un < mitomane » e attribuisce il gesto contro di lui a vendetta. Vengono interrogati poi i testi, fatti subito chiamare, Geremia, agente di custodia, il dottor Mondio, sanitario del carcere, e il direttore del carcere stesso, dott. Spanò. I tre dichiarano che il detenuto Miceli è stato sempre di condotta ineccepibile ed è sano di mente; l'agente Geremia dice di essere a conoscenza di un aspro litigio fra il Miceli e l'Izoard; il direttore del carcere afferma che il Miceli gli chiese giorni fa il permesso di tentare di raccogliere confidenze da Izoard sulla tragedia di Taormina. dsildpnstdtcdcemc

Luoghi citati: Messina, Taormina