La situazione economica nella provincia di Torino

La situazione economica nella provincia di Torino 11 parere di industriali, sindacalisti e tecnici La situazione economica nella provincia di Torino Generale atmosfera di fiducia - Tre fattori concreti: la disoccupazione è diminuita, malgrado i 45 mila immigrati giunti in un anno; nella provincia si sono creati 7 mila nuovi posti di lavoro; diminuito anche il numero degli operai a orario ridotto Si è svolta mercoledì a Roma una riunione di parlamentari piemontesi per discutere la situazione economico-industriale della nostra pi ..vincia e della regione. Come elemento di giudizio sono stati assunti i licenziamenti chiesti nello ultime settimane da alcune aziende nei diversi settori. , Sull'argomento abbiamo interpellato ieri industriali, sindacalisti ed esperti economici. L'atmosfera generale è di fiducia, sia pure con qualche lieve riserva per situazioni contingenti di piccole aziende o settori marginali. Le statistiche ufficiali confermano questo ottimismo. In Torino e provincia dal giugno 1956 al giugno di quest'anno 1 disoccupati sono diminuiti di 5503 unità, passando da 53.083 a 47.580. L'indice è tanto più significativo se si pensa che la riduzione dei disoccupati è avvenuta nonostante l'afflusso di immigrati dal Veneto e dal centro-sud: oltre 45 mila all'anno di cui una buona parte adulti in cerca d'occupazione. La cifra dei senza lavoro sarebbe sempre inferiore a quella dello scorso anno, anche se dovessero effettuarsi tutti i li.cenziamenti richiesti nelle scor. se settimane. Opinione degli ambienti economici è che non si possa parlare di «sintomi di crisi», ma di ■ • evoluzione tecnologica in atto », Mentre alcune aziende minori riducono il personale o cessano la loro attività, ne sorso no altre; e numerose di quelle esistenti si sviluppano assumendo nuova manodopera Al Comune di Beinasco (per citare l'esempio di un centro alla periferia di Torino) sono state presentate in pochi mesi 30 domande per l'installazione di impianti industriali. Il fatto che alcune imprese, che non hanno saputo o potuto tener dietro al progresso tecnico, siano costrette a cedere il campo a-1 altre, viene interpretato come un indice positivo anche se doloroso. Significa che il tono medio della nostra industria è tanto elevato e tecnicamente così avanzatola non lasciar posto a organismi antieconomici. Chi cade è sostituito da nuove azierdc che sorgono e si sviluppano con rinnovato slancio innestandosi con successo nella ■vitk economico-industriale della provincia. L'incremento della occupazione, cioè la creazione di nuovi posti di lavoro, è il secondo dato concreto. Nel giugno del 1956 i lavoratori in regola con il pagamento dei contributi della Previdenza sociale erano in Torino e provincia 485.777. Al 30 giugno di quest'anno risultavano 492.981. In tutta la provincia sono cioè sorti in un anno 7204 nuovi posti di lavoro. Terzo fattore che a Torino si assume come elemento di giudizio è la Cassa Integrazione, l'Istituto che per legge deve corrispondere una parte del salario agli operai temporaneamente sospesi dal lavoro. Numerose « integrazioni » signifl cano sotto-occupazione della manodopera e quindi insufficiente utilizzazione della capacità produttiva. Per Torino e provìncia la Cassa Integrazione fa registrare le seguenti cifre: 1° trimestre del '57, 889 mila ore integrate (invece di 2 milioni 276 mila del 1° trimestre del-'56); 2° trimestre, 577 mila (invece di 881 mila); 3" trimestre, 264 mila (invece di 937 mila). Nel 4° trimestre del '56 infine le « ore'integrate » furono 8 milioni: una cifra da cui si rimarrà quest'anno ben lontani in xvale nel primi nove mesi del i7 . » fìsssa ha « integrate ■» un Jii'.'jno e 730 mila ore ad operai sospesi: due milioni e 364 mila ore in meno dei primi 9 mesi del '56. Gli Ìndici della situazione economico-industriale torinese, riassumendo, sono dunque: diminuzione del numero dei disoccupati malgrado il flusso di immigrati; creazione di nuovi posti di lavoro; diminuzione del numero degli operai sotto-occupati. Tutto ciò è avvenuto mentre l'industria procedeva al rammodernamento e all'automatizzazione di molti processi produttivi, che senza un grande impulso economico potevano provocare una temporanea riduzione della manodopera.

Luoghi citati: Comune Di Beinasco, Roma, Torino, Veneto