Alpinisti in mortale pericolo per salvare le pecore smarrite

Alpinisti in mortale pericolo per salvare le pecore smarrite Alpinisti in mortale pericoloper salvare le pecore smarrite Una sessantina sono stale salvate: erano immerse nella neve (ino al collo - Molte sono morte - Lamentosi belati di un gruppo abbandonato Susa, 12 novembre, Momenti drammatici hanno vissuto oggi le squadre inviatesulle pendici del Monte Orsie- ra, a quota 2800, per cercare di salvare il gregge di pecore che da sabato notte si trova su quelle montagne, in gran parte coperte da uno strato di neve alto circa tre metri. Ieri, due alpinisti della squadra di soccorso alpino di Bussoleno — certi Sergio Raitero e Silvano Caffo — erano riusciti, dopo infruttuose ricerche condotte da parte di pattuglie di artiglieri del gruppo Pinerolo, di stanza a Susa, a localizzare la zona in cui si trovava Rarte del bestiame. Questa mattina, verso le ore sei, sono partite da Mattie alcune squadre di alpinisti e una pattuglia di carabinieri della compagnia di Susa, al comando del brigadiere Walter Baratti; delle altre squadre facevano parte l'avv. Fulvio Davi delegato per la Valle di Susa delle squadre di soccorso alpino, con il Raitero e il Caffo, i fratelli- Chianale e Mario Geninatti, e due alpinisti di Susa, della locale squadra di soccorso alpino, Giordano Morino e Giulio Marchini. Solo verso le ore 12 le squadre hanno potuto avvistare parte del gregge che si trovava a quota 2300, nei pressi del colle del Sabbione. Si trattava di un gruppo di pecore scam paté ad una valanga che, travolgendole, gli aveva fatto compiere un pauroso volo in un burrone. Oltre una ventina di pecore giacevano ormai stecchite in mezzo alla neve; per le altre — una quarantina — è stato necessario battere una pista e dopo ore di estenuante lavoro si è potuto alfine farle ricoverare nelle grange del Palmarotto, a quota 2120. Ogni tanto, gli uomini dovevano rifugiarsi sotto le rocce per sfuggire alla continua caduta di piccole valan ghe e slavine. Spesso, uscendo rivassero a trarlo dalla perire Iosa posizione. Un'altra decina di pecore *a no state rinvenute nella nevi idi quelle povere bestie sono | riuscite a tenere il capo sopra '" la neve e ciò ha permesso agn; animosi di rintracciarle. Un i altro gruppo si trova ancor più in alto, in un canalone, ma è impossibile raggiungerlo dal basso in quanto il pendio assai ripido e la neve alta impediscono agli sciatori di procedere sia pur lentamente e con grave rischio. Le pecore, appena si sono accorte che stavano per sopraggiungere gli uomini, hanno incominciato a belare disperatamente. Uno dei compiti più difficili per i' soccorritori è stato portare le povere bestie verso il basso: j l'istinto, infatti, quando piove o nevica, spinge questi animali a salire il versante della montagna. Domani si cercherà ancora di salvare gli animali superstiti (circa una settantina) ma l'impresa si presenta difficilissima, anche perché dopo parecchie notti passate all'addiaccio le pecore hanno le zampe congelate dal freddo e non è escluso che da un momento all'altro si stacchi una valanga e le travolga.

Persone citate: Chianale, Fulvio Davi, Giordano Morino, Giulio Marchini, Iosa, Mario Geninatti, Momenti, Silvano Caffo, Walter Baratti

Luoghi citati: Bussoleno, Mattie, Susa