Arrestato il giovane bandito che rapinò facendo l'autostop

Arrestato il giovane bandito che rapinò facendo l'autostop L'aggressione al motociclista che gli aveva dato un passaggio Arrestato il giovane bandito che rapinò facendo l'autostop Fermato a Caselle, ha confessato dopo un interrogatorio durato alcune ore - Nel '53, a 18 anni, aveva già compiuto una rapina in una oreficeria di Chivasso - Furto di gioielli nell'alloggio di una negoziante Il giovane fermato venerdì sera dai carabinieri di Caselle perché gravemente sospettato di aver rapinato l'operaio Ottavio Gava, sotto le contestazioni mossegli dal tenente FantazzinI e dal maresciallo Natili ha finito per confessare. Il malfattore, che oggi sarà trasferito alle « Nuove » e denunciato alla magistratura, è l'operaio disoccupato Germano Giovanni Bersano, di 22 anni, residente a Caselle, La sera di domenica il Bersano fu visto uscire dà un caffè di Caselle con il. Gava, il quale lo aveva appena conosciuto, e salire sul seggiolino posteriore della sua moto; i due si diressero poi verso Borgaro. Il Gava aveva forse bevuto un po' più del solito e per tal motivo ancora oggi non ricorda esattamente quel che accadde. Rammenta soltanto che, percorso un tratto di strada, l'amico oc- cagionale gli disse di fermarsi perché davanti c'erano due sconosciuti che, con cenni, lo invitavano a scendere. Subito dopo il Gava si semi piovere addosso una gragnuola di pugni e calci che lo fecero cadere a terra tramortito. Quando si riebbe, si trovò solo: il giovane sconosciuto che gli aveva chiesto un passaggio era scomparso, non c'era più nemmeno la moto — una « Mi-Val » nuova fiammante — e dalla tasca interna della giacca gli era sparito il portafogli che conteneva 45 mi la lire. Ricevuta la denuncia, 11 tenente Fantazzini, comandante della tenenza di Vonaria, e il maresciallo Natili, dei carabinieri di Caselle, iniziavano le indagini nel caffè in cui il Gava aveva incontrato lo sconosciuto. Dagli avventori che si trovavano quella sera nel locale apprendevano che il giovane era il Bersano, già noto ai carabinie ri e alla polizia per i suoi precedenti. Fra le altre imprese, nel novembre del '53, quando aveva appena 18 anni, in compagnia di un complice egli aveva tentato un colpo nell'oreficeria di Piero Dasso, in piazza Torino, a Chivasso. I due erano riusciti ad entrare e già stavano mettendo le mani sui gioielli, quando venivano affrontati dal proprietario che dormiva nel retrobottega ed era sta¬ to svegliato dal rumori. Il Bcrsatlllllllllllltllllllllllltlllltlllllllllllllltlllllllllla a a no e il complice avevano l'addire di minacciare l'orefice con due pugnali, ma il Lasso non si lasciava Intimorire e la sua reazione era tanto decisa che i due si davano alla fuga. Qualche giorno dopo il Bersano e il complice venivano arrestati e inviati al carcere dei minorenni. Saputo che l'accompagnatore del Gava era il Bersano, i carabinieri si recavano subito nella sua casa, ma non lo trovavano; dai familiari apprendevano che ogli era assente dalla serata di domenica. Questa circostanza confermava i sospetti; il nominativo e i dati somatici del Bersano venivano comunicati a tutte le stazioni dell'Arma della zona per le ricerche. Ma i risultati erano negativi: veniva soltanto rintracciata, sulla vecchia strada che da Borgaro porta a Venaria, la motocicletta del rapinato. Il tenènte Fantazzini e il maresciallo Natili non perdevano però le speranze e ritenendo che prima o poi il ricercato sarebbe tornato a Caselle ponevano sotto sorveglianza la sua abitazione. La misura si rivelava efficace: il Bersano veniva acciuffato venerdì se ra mentre, con grande circospe zione, tentava di rincasare. Ac compagnato in caserma e interro gato fino a notte inoltrata, si protestava innocente e affermava di aver lasciato per qualche gior. no il paese per motivi di lavoro. Ieri mattina veniva posto a con fronto con il Gava, il quale lo riconosceva per colui che gli aveva chiesto un passaggio fino al pun to in cui era stato aggredito, pie chiato a sangue e rapinato. Ciò non serviva però a far recedere 11 Bersano dai suoi dinieghi. Per un paio d'ore continuava a di chiararsi ostinatamente estraneo all'aggressione. Alla fine, sotto l'incalzare delle domande si decideva ad ammettere di aver com inesso l'aggressione da solo, ap profittando dello stato d'euforia In cui il Gava si trovava, — Ancora un furto In alloggio: la signora Maddalena Area abita al piano rialzato di via Tunisi n. 53 e ogni giorno, dalle 7 «Ile 14 è al mercato di Porta Palazzo a vendere polli. Ieri si sarebbe dovuta trattenere a Porta Palazzo tutto il giorno, ma verso le 13, lasciato 11 banco ai familiari, se ne tornava a casa. Ma l'attendeva una brutta sorpresa: anzitutto notava strani graffi e incisioni attorno alla serratura, poi constatava che la porta aveva solo il mezzo giro e non le sette mandate regolamen¬ ttpatrncs tari. Affannosamente apriva ed entrava: l'alloggio era tutto sossopra, armadi spalancati, cassetti aperti e roba sparsa sul pavimento. Rapido inventario: erano spariti gioielli per 400 mila lire. Denuncia veniva subito presentata al commissariato S. Secondo. I ladri si sono introdotti nell'alloggio in m'ora impreclsata della mattina: hanno usato chiavi false,

Luoghi citati: Borgaro, Chivasso, Venaria