"Ormai conviene di più il dolce che la frutta,,

"Ormai conviene di più il dolce che la frutta,, Proteste «fi massaie contro yli alti prezzi "Ormai conviene di più il dolce che la frutta,, All'ingrosso e nei negozi i prezzi sono doppi rispetto all'anno scorso Al minuto: 250 lire per un chilo di mele, 400 per le pere, 400 per le arance - E la qualità è cattiva - La spesa alimentare in ottobre Ieri mattina, in una panetteria di corso Casale, una massaia h'i. '.?etto al negoziante: < Vorrei anche un panettone da mezzo chilo: preferisco dare un po' di dolce ai miei i figli, invece che la frutta. Mi conviene ». Il discorso Ala : una fetta di , panettone pesa sì e no 50 grammi e costa, secondo la qualità, da 40 a E0 lire; una bella mela costa di più e il suo potere nutritivo è certamente inferiore. La frutta continua ad avere prezzi proibitivi che ne limitano il consumo e non soltanto nelle famiglie dove i bilanci sono magri. I negozianti stessi, che comprano ad alti prezzi ai mercati generali, ne sono' preoccupati. Anche in una città di relativo benessere come Torino, non sono molti quelli che possono spendere 250 lire per un chilo di mele (le più brutte, spesso guaste, costano 150 lire); da 300 a 350 lire per un chilo d'uva; da 250 a 400 lire per un chilo di pere (si scende a 180 soltanto per le pere da cuocere); da 170 a 300 lire per un chilo di castagne; da 300 a 400 lire per un chilo di arance; da 500 a 600 lire per le noci. E non si tratta di frutta bella, gustosa, buona; tutti se ne accorgono: pere e mele soprattutto recano i segni del maltempo: persino i caki, che sono il genere più a buon prezzo (da 120 a 150 lire al chilo) non ne sono esenti. Il maltempo sarebbe, secondo gli esperti del mercato, la causa prima del cattivo raccolto e quindi degli alti prezzi. Indubbiamente un po' di ragione ce l'hanno, ma questo non basta. Il nostro collaboratore Carlo Rava ha segnalato a Specchio dei Tempi che'la grande maggioranza delle mele in vendita in questi giorni provengono non dal Ferrarese, dove le ultime partite vengono pagate sulle 100 lire al chilo ai contadini, ma dai magazzini frigoriferi. E Bono siate acquistate « sulla pianta», in blocco, a 40-50 lirè al chilo. I prezzi al minuto della frutta sono attualmente quasi doppi di quelli dell'anno scorso, quando per un chilo di mele si spendevano .125 li. re, per un chilo di pere William (le migliori) da 190 a 200 e per un chilo di .uva bianca Terracina di prima qualità, alla fine del raccolgo. 170-180 lire. Per l'esattezza precisiamo che anche nei mercati all'ingrosso i prezzi della frutta sono press'a poco doppi di quelli dell'altr'anno. <Anche ultimamente — scrive una mamma — i medici hanno consigliato su " La Stampa" di dare molta frutta ai ragazzi che, studiano per contribuire con un'alimentazione razionale ad alleviare la fatica del loro organismo. Come possiamo seguire questa prescrizione, se la frutta costa cosi carat>. II capitolo « ortofrutticoli » è quello che pesa di più nel calcolo del costo dell'alimentazione, subito dopo il capito¬ 1gcts1sluCeLsfds«spe5 10 carni. Le massaie sono nel giusto quando protestano; il conteggio della spesa effettuata dalla 'amiglia tipo nel mese di ottobre lo conferma. Per 1 soli generi fondamentali essa è passata da 12.115 lire alla settimana a 12.210 lire, con un aumento del 0,8 per cento. Cause: il rincaro della frutta e degli ortaggi e del vino. L'aumento sarebbe maggiore se nella bilancia statistica non fosse compensato dai ribassi del pane, del pollame, dei pesci, dei grassi. Tenendo presentì i prezzi « medi », ossia quelli che risultano dalle rilevazioni compiute in un certo numero di negozi e mercati del centro e della periferia, si è registrato in ottobre un aumento di 5 lire al chilo per i fagioli secchi, di 45 per le melanzane, di 50 per le pere, 60 per le mele, di 20 per l'uva da tavola, di 50 per le noci. Un au mento di riflesso può consi derarsi quello della conserva di pomodoro: 15 lire in più al chilo; i pomodori sono aìla fi ne e le massaie si orientano verso i concentrati in scatola. Altri rialzi meritano di essere segnalati: 10 lire al chilo in più il parmigiano e 15 in più 11 gorgonzola; 2 lire in più ogni uovo. Persino il vino barbera da pasto è aumentato di 3 lire al litro proprio nel momento in cui i parlamentari discutevano sulle misure da prendere per diminuire' il dislivello dei prezzi tra 11 contadino e il consumatore.

Persone citate: Carlo Rava, Ferrarese

Luoghi citati: Torino