Diciotto parroci e rettori di conventi in Tribunale per accusare i truffatori

Diciotto parroci e rettori di conventi in Tribunale per accusare i truffatori Ima banda degli orologi Jha iatto il giro dell'Italia Diciotto parroci e rettori di conventi in Tribunale per accusare i truffatori I religiosi, mossi da pietà, prestavano grosse somme ai falsi turisti francesi Questi lasciavano in pegno orologi di scarso valore e sparivano - Dopo il Piemonte, da Trento a Pisa, Ascoli, Teramo, Benevento Quindici truffe e tre tentativi dì truffa ai danni di parroci e di rettori di conventi sono stati compiuti da cinque torinesi. Il processo è incominciato ieri in Tribunale. Degli imputati erano presenti soltanto due, in stato di arresto: Adolfo Milesi, di 36 anni, abitante in via G. Verdi 24, e Francesco Donato, di 40 anni, abitante in via Maria Vittoria 26. Latitanti erano: Giuseppe Bertuccio, di 27 anni, Domenico Isotta, di 33 anni, Salvatore Musmeci, di 32 anni. Il capo era il Milesi; alto, magro, biondo, con due occhiali dalle spesse lenti che sono stati la sua rovina perché permisero allo vittime ^ii riconoscerlo in fotografia. 11 suo compito era di fingersi turista francese. Braccio destro il Bertuccio: nelle trutte egli si presentava come il buon samaritano che per strada aveva raccolto sulla sua vettura il turista francese. Gli altri Imputati si prestavano a turno a comparire come orologiai. Tutte le truffe furono condotte con lo stesso trucco. La prima risale al 15 febbraio 1056. Autori il Milesi, il iiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip i , e i 7 , l , e a . e a l e 5 l p i e , n a a i, o e a n e a ni o ni f. t à e Bertuccio, il Donato. Vittima il parroco di Incisa Valdarno, don Nardi. Egli si trovava in canonica nel pomeriggio e leggeva il breviario.' Si presentò il Bertuccio. Vestito con eleganza, il contegno un po' nervoso come di chi, compiendo una buona azione, sia piuttosto contrariato di dover perdere tempo. Raccontò elle per strada aveva trovato un'auto francese schiacciata contro un albero. La guidava un giovanotto, uscito illeso dall'incidente, il quale lo aveva pregato di accompagnarlo' da un sacerdote cattolico. Il parroco andò premuroso a vedere. Lo sconosciuto — che era il Milesi — parlando un pessimo italiano ed aiutandosi con qualche parola di francese, gli disse di aver varcato il confine con alcuni orologi d'oro, che però non aveva denunciato alla dogana, e che non sapeva dove metterli. Prima di due settimane la sua auto non sarebbe stata aggiustata, lui non conosceva nessuno, aveva una paura folle della Finanza. Si era rivolto al parroco perché la madre, buon'anima, gli aveva detto che in caso di bisogno si rivolgesse sempre ad un sacerdote cattolico. Il parroco non seppe clic cosa suggerire. Ma intervenne il Bertuccio a proporre di sentire il parere di un esperto. Conosceva un orologiaio del paese vicino. In un'ora sarebbe slato di ritorno. In quell'ora il Milesi continuò la sua commedia. Arrivò l'orologiaio — che era il Donato —, trovò gli orologi ottimi, si offerse di acquistarli* Però non aveva con sé la somma.. Il parroco si lasciò convincere a prestare 280 mila lire e si tenne in garanzia due orologi. Alla sera l'acquirente sarebbe passato a ritirare gli orologi e a restituire la somma. Naturalmente il sacerdote non vide più nessuno. I due orologi furono stimati dal perito sulle 2-3 mila lire l'uno. Il medesimo trucco riuscì In diverse parti d'Italia. Don Nardi di Doglianl ci rimise 750 mila lire; don Nicolaro di Morcone (Benevento) 570 mila lire in titoli del prestito per la ricostruzione e 20 mila lire in contanti; padre Bassetto di Pergine Valsugana (Trento) diede tutto quello che possedeva 11 suo convento, un milione 115 mila lire. Gli imputati truffarono per 116 mila lire padre Marcantoni di Offlda (Ascoli Piceno); per 838 mila lire padre Bianconi di Isola Gran Sasso (Teramo); per 750 mila lire don Bertini di Montopoli Valdarno (Pisa); per 350 mila lire don Capione di Orsogna (Chietl); per mezzo milione don Ralteri di Brusasco e don Lanciotti di Cupromarlttima (Ascoli Piceno); per 260 mila lire don Carli di Pieve San : 1:1111 i i.i :ji i .: li i.:. < : 11 iilItllililMIMIItiliIllIliil Paolo di Fillzzano; per un milione don Maddalon di Quero (Belluno); per 50 mila lire don Bernetto di Fermo (Ascoli Piceno); per 6 mila lire don Mose di Gosaldo (Belluno); per 560 mila lire don Mancino di Pizzo Calabro. Fallirono Invece con don Lino d! Pieve di Ledro, con mons. Pititto di Ma'.ctto, con padre Lino di Offlda. Soltanto a due delle vittime gli imputati avevano offerto come compenso un orologio. Ed un sacerdote ieri l'aveva al polso j e lo ha fatto vedere ai giudici. Poiché mancavano alcuni testi, il processo è stato rinviato al 30 gennaio p. v. Presiedeva il dott. Pucci, P. M. il dott. Buscaglino, cane, il dott. Terminelli. Difensori gli avvocati Allais, Asti, Aubcrt, Borghesie Dal Fiume, Deigrosso.