Due ipotesi di Washington sul mutamento al Cremlino

Due ipotesi di Washington sul mutamento al Cremlino Due ipotesi di Washington sul mutamento al Cremlino L'esonero in vista della nomina di Zukov a presidente del Consiglio, o "siluramento,, deciso da Kruscev Eisenhower ha appreso la notizia assistendo ad un incontro di rugby: non ha voluto fare commenti (Dal nostro corrispondente) Washington, 26 ottobre. Pochi esperti americani nascondono questa sera la loro sorpresa per la sostituzione del maresciallo Zukov da ministro della Difesa non accompagnata contemporaneamente dall'annunzio di un suo nuovo incarico. " Le previsioni più accettate concordavano nel ritenere che Kruscev avrebbe prima o poi tentato di sbarazzarsi in qualche modo legale delia presenza del maresciallo, o promovendolo ai posto di Bulganin alla carica di premier, o affidandogli non specificati incarichi di altissima responsabilità, ma di natura tale da sottrargli il controllo delie forze armate, alle quali sono ora soggette anche quelle della polizia. L'unico ostacolo che Kruscev incontrava ancora sulla sua strada verso il potere assoluto era costituito — per ammissione generale — dal maresciallo, idolo delle forze armate sovietiche; eroe nazionale, dotato di grande- prestigio internazionale, anche perché gli st attribuivano, in Russia e fuori, convinzioni di moderazione e di ragionevolezza. Il fatto che negli ultimi tempi Kruscev e Zukov fossero sembrati molto legati, come è confermato anche dall'appoggio decisivo dato al segretario del partito dal Ministro della Difesa nelle drammatiche sedute di giugno al Comitato centrale, non autorizzava a pensare che la lotta per il potere fosse ormai risolta. Gli esperti ritenevano, però, che Kruscev non avrebbe tollerato a lungo il fatto di lasciare le chiavi del potere nelle mani di un militare, che poteva anche avere ambizioni politiche o nazionali diverse da quelle impersonate dalla classe di burocrati del partito capeggiata da Kruscev. Si pensava che, al momento adatto, Kruscev avrebbe nominato Zukov presidente del Consiglio, al posto di Bulganin, destinato a sua volta a rim¬ piazzare il vecchio maresciallo Voroscilov alla presidenza della repubblica. La previsione è ritenuta ancora valida, ma U fatto che la sostituzione di Zukov sia stata annunciata cosi seccamente e che non si parli di alcun suo nuovo incarico lascia supporre che i calcoli degli occidentali debbano essere ancora una volta sconvolti dai tenebrosi movimenti provocati al .Cremlino dalla perdurante lotta per il controllo assoluto della Russia cominciata nelle ultime settimane di vita di Stalin. Si avanza ora la supposizione che se Malinovski é un uomo legato a Zukov, la sua dimissione può essere considerata come un rafforzamento della classe militare, perché in caso che Zukov venga nominato Presidente del Consiglio egli conserverebbe il controllo delle forze militari, di quelle atomiche e della polizia oltre ad assumereda direzione generale dello Stato sovietico. Ma se invece Malinovski fosse un uomo di Kruscev, non vi sarebbe dubbio che il segre- tario del partito ha trovato il modo di giubilare il suo pericoloso antagonista senza dare formalmente la impressione di averlo liquidato. La clamorosa notizia è stata bisbigliata all'orecchio del Presidente Eisenhower che assisteva con molto gusto ad una partita di campionato di palla ovale allo stadio di Annapolis. Ma né il Presidente né il suo addetto-stampa hanno voluto commentare in alcun modo l'avvenimento. Eguale riserva ha mantenuto il Dipartimento di Stato. Occorre segnalare, d'altra parte, che un certo numero di esperti sostiene la tesi che il movimento costituisce chiaramente una demolizione per Zukov e rappresenterebbe la penalità inflittagli dai poteri supremi sovietici per aver consigliato il governo a dare tanta pubblicità al lancio del missile intercontinentale e del satellite artificiale: i capi sovietici sarebbero grandemente preoccupati, si afferma, di aver provocato — con il chiasso fatto da questi avvenimenti e le minacce velate che li hanno accompagnati in Russia — la reazione dell'Occidente, rinforzando poderosamente l'Alleanza atlantica. Questa test è particolarmente sostenuta in quegli ambienti politici che sono stati recentemente in contatto con gli ambienti scientifici sovietici. Si rivela ora che alcuni scienziati sovietici erano riusciti appena appena a nascondere nelle settimane scorse la loro irritazione per lo sfruttamento propagandistico che il governo russo stava facendo dei successi tecnici ottenuti da loro, lasciando intendere che tanto chiasso non lasciava presagire nulla di buono perché prima o poi la Russia avrebbe dovuto in un momento, come questo, di assestamento tecnico ingaggiarsi in una corsa a conquiste tecniche sempre maggiori con potenze più attrezzate e il cui spirito agonistico era stato bruscamente risvegliato dalla prematura pubblicazione dei successi militari sovietici. Può essere, si suppone qui, che Zukov sconti ora questo grave errore di giudizio, oppure che Kruscev profitti di questo pretesto per liberarsi della sua incomoda presenza alla testa delle forze armate. Nessuno pensa però che il Maresciallo venga rimosso anche dalla carica di membro del Praesidium. E' indubbio, comunque, che gli avvenimenti sovietici avranno l'effetto di accelerare il riallineamento della NATO sulle linee disegnate ora da Eisenhower e Macmillan. La loro presenza ai Consiglio di Parigi di metà dicembre è virtualmente assicurata ed è previsione confermata oggi da informazioni di fonte autorevole che Eisenhower vi si presenterà per offrire agli alleati minori e non atomici ampie garanzie su due punti: quello di fornire a tutti i membri della Alleanza i mezzi atomici che saranno necessari per modernizzare e rendere meno costose le loro difese e quello, di assai maggiore importanza a lunga scadenza, di fornir loro < mezzi e le conoscenze tecniche sufficienti a produrre quei tipi di missili divisivi non atomici, senza dover attendere la autorizzazione del Congresso. Questi sviluppi dell'accordo dei due grandi Occidentali sono inevitabili, si afferma, perché altrimenti ò inconcepibile che Stati Uniti e Inghilterra possano chiedere agli altri Paesi alleati di astenersi dalle produzioni atomiche e dalla duplicazione dei programmi di ricerche difensive in cambio della sola promessa dt fornire il necessario avuto. La creazione ai un pool di armi atomiche destinate all'Europa è del resto un progetto che è stato avanzato da tempo: la intesa anglo-americana che è indubbiamente assai più vasta di quanto sia stato lecito annunciare pubblicamente anche per non insospettire anzi tempo il Congresso, deve essere interpretata come un rafforzamento della intera Alleanza. Gino Tomajuoli Vedere nella nona pagina i commenti della stampa internazionale agli accordi raggiunti a Washington