L'industriale dolciario Giovanni Ferrero morto per infarto nella sua casa di Alba

L'industriale dolciario Giovanni Ferrero morto per infarto nella sua casa di Alba L'industriale dolciario Giovanni Ferrero morto per infarto nella sua casa di Alba Aveva 52 anni: alla slessa età e dallo stesso male era stato ucciso suo fratello Pietro - Iniziò dieci anni fa con 10 operai ed ora i suoi stabilimenti sparsi in tutta Italia impiegano 4400 dipendenti (Nostro servizio particolare) Alba, 25 ottobre. Il cavaliere del lavoro Giovanni Ferrerò, uno dei maggiori industriali dolciari italiani, è morto improvvisamente stamane: un infarto lo ha stroncato all'alba, dopo poche ore di sonno. Aveva 52 anni. Alla stessa età e per lo stesso folgorante male era scomparso nel 1948 11 fratello Pietro, con il quale aveva fondato gli stabilimenti che portano il loro nome. La figura e la vita di Giovanni Ferrerò sono quelle di un uomo che si era costruito da solo, con tenacia ed audacia, la propria larga fortuna. Nato a Farigliano, presso Dogliani, incominciò a lavorare appena adolescente: i coetanei e gli ■amici lo ricordano garzone di pasticciere, quando usciva dal forno stanco e assonnato e impugnava le stanghe di un carretto a mano. Girava ad una ad una le panetterie e i negozi di Alba, fino a giorno fatto, a vendere lievito di birra per proprio conto. Furono inizi duri, affrontati con coraggio. La fortuna, unita ad una viva intelligenza (era un autodidatta ed aveva poco alla volta approfondito la propria cultura) lo alutarono nella corsa verso il successo. Per qualche anno carabiniere, poi proprietario di uno spaccio di alimentari, nutriva l'ambizione di impiantare nella sua città di adozione una fabbrica grande e moderna. Ci riusci nel 1946. Affittò un capannone, assunse una decina di operai, acquistò una piccola macchina Da quel capannone uscirono 1 primi < giandujot >, i tradizionali cioccolatini piemontesi che Ferrerò riuscì ad imporre rapidamente sul mercato. Il capannone, in pochi anni, diventò stabilimento; i dieci operai si moltiplicarono, divennero centinaia, ed oggi sono migliaia: 2400 fra operai ed lm piegati ad Alba (in maggioranza donne) ed altri 2000 in altre città d'Italia, specialmente nel Meridione e nelle Isole. < Il segreto del mio successo — era solito dire — è semplice: io vendo a basso prezzo un prodotto che fino a qualche anno addietro sembrava vietato, o quasi al consumatore più povero. I miei migliori clienti sono i con tadini della Sicilia, i pastori della Sardegna, delle Puglie, della Calabria». Nel Sud, infatti, aveva potenziato una fitta rete di filiali e di depositi, aveva impiantato piccole fabbriche, e recentemente aveva acquistato un intero villaggio nel Tavolare delle Puglie e aveva con vinto la popolazione a coltivare la nocciola, frutto base del suo prodotto. Gli operai di Alba ricordano di lui l'intensa opera sociale che ha svolto generosamente. < Sei anni fa il comm. Ferrerò ha comprato il castello di Cravanzana, lo ha riattato, reso abitabile, munito di ogni comfort, e l'ha destinato' a colonia per i nostri piccoli e a soggiorno per noi», ci diceva un operaio, appoggiato al cancello di Ingresso di via Vivaro 22, dove oggi il lavoro è stato' sospeso per lutto. Altri ci parlano del villaggio che Ferrerò stava innalzando per i dipendenti, un centinaio di casette. E ricordano che due anni fa il Presidente Gronchi, in vacanza a Lurlsia, durante una visita ad Alba aveva voluto soffermarsi nel cantiere e < si era congratulato con il commendatore davanti a tutti e aveva perfino voluto farsi fotografare, con lui e con noi... ». Uomo dinamico, dalle idee moderne, Giovanni Ferrerò trascorreva gran parte della sua giornata in ufficio. Anche ieri vi si era trattenuto fino a mezzanotte inoltrata. Appena rincasato aveva accusato un primo malessere. Ma il cuore doveva fermarsi qualche ora dopo, verso le 7. La moglie, Ottavia Amerio, chiamò subito un medico, jl dott. Manzoni. Ma non vi era più nulla da fare. Accorreva più tardi il vescovo di Alba, Mons. Stoppa, il quale impartiva gli estremi Sacra, menti; e dopo di lui giungeva nella casa di via S. Paolo una gran folla di amici e di collaboratori. Il sindaco di Alba, Osvaldo Cagnasso, fraterno amico dello scomparso, è arrivato in serata da Roma e subito si è recato presso la salma. I funerali sono stati fissati per domenica alle ore 10. Non avendo lasciato figli, l'industria sarà diretta ora dal nipote Mi chelino, un giovane di 32 anni che i) comm. Ferrerò aveva sempre voluto al proprio fianco g. n. comm. Giovanni Ferrerò

Persone citate: Giovanni Ferrero, Giovanni Ferrerò, Gronchi, Manzoni, Osvaldo Cagnasso, Ottavia Amerio