Il violinista M. Milstein per gli «Amici della musica»

Il violinista M. Milstein per gli «Amici della musica» Il violinista M. Milstein per gli «Amici della musica» Per inserire nel concerto al Teatro Alfieri il nome d'un italiano Nathan Milstein scelse quello di Pergolesi, e l'inclusione era fallace e inopportuna; perché quel grande musicista non compose mai Sonate per violino e pianoforte, e nulla giustifica Alessandro Longo, in altre attività degno tstdella migliore gratitudine, pe* Saver ridotto a sonate duplici Iti Trii per due violini e basso; I perché tale arrangiamento | non venne ricordato nel programma, e i merlo consapevoli ne trassero nozioni inesatte; e perché di Sonate per vio lino e cembalo belle o autentiche abbonda il Settecento italiano. La parte centrale della serata avvicinava grandi opere, delle quali una, la terza Sonata del ciclo Sonate e Partite per violino solo di Bach, attrae, quanto le altre, per la singolare stesura, e in ogni riudizione ripropone il quesito: perché un tale sciismo? quali intenzioni, necessità artistiche o' pratiche, indussero Bach e altri tedeschi a concentrare nelle risorse d'un solo istrumento tanta varietà di invenzioni, di sentimenti, di forme? Alcune risposte son facili, ma non del tutto esaurienti, e altre vengono enunciate con perplessità, per difetto di certezza. Una è convincente: contro la contenutezza eminentemente italiana dell'affettuosa o brillante vocalità strumentale, integrata da semplici armonie, la concezione polifonica tedesca, passando dalle tastiere dell'organo o del clavicembalo e dal concerto orchestrale alla sintesi delle corde e dell'arco, trionfava. Per un reale bisogno estetico, o anche o solamente per una prova di ardua e stupefacente abilità? Quel bisogno era indubbiamente perfetto nella coordinazione; perciò l'attuazione ne pare, dopo duecento e più anni, bella. Ma, ecco le incertezze, non è documentato che lo stesso Bach abbia eseguito quelle Sonate e Partite, vincendone la difficoltà, né che esse abbiano avuto fortuna fuori del ristretto campo dei lsvpcsrddcslcfardesiqnuictpsm compositori violinisti. E' pure notevole che dotti teorici del comporre e dell'eseguire non trattarono di siffatto solismo. Da parte queste curiosità, è sempre caro il ritorno alla sfera bachiana, che la somma delle virtù d'un Milstein stupendamente definisce e penetra quanto raramente accade. Seguii.uuo I? *-.-.i.issima Sonata in sol maggiore, op. 30 di Beethoven e due brevi, leg giadri frammenti di Mozart. li' ultima mezz'ora recò saggi virtuosistici o. pittoreschi, dello stesso concertista, di De Falla e di Novacek, che Milstein eseguì con brio e con vivaci colori. Tanti e tanti applausi a lui e al concorde pianista Arthur Balaam. a. d. c.