Più di mille medici riuniti contro il grande nemico: il cancro

Più di mille medici riuniti contro il grande nemico: il cancro IL CONGRESSO DI CHIRURGIA DI CITTA' DI MESSICO Più di mille medici riuniti contro il grande nemico: il cancro L'azione dei prodotti chimici e suoi limiti - Tutti insistono sulla diagnosi precoce e sulla necessità di conoscenze diffuse nella popolazione affinché ognuno ricorra in tempo al sanitario - Le tecniche preferibili per l'asportazione dei tumori - Le infiltrazioni radioattive nelle masse neoplastiche - Speranze Dopo il Congresso medico di Atlantic City, il nostro insigne collaboratore, prof. A. M. Dogliottl, si è recato al Congresso di Città di Messico. Con questo telegramma egli ci informa delle relazioni presentate dai più sicuri scienziati e chirurghi su uno del problemi angosciosi del nostro tempo: la lotta contro il cancro. Città di Messico, 24 ottobre. Nella smisurata e tuttora incompiuta città universitaria di Mexico City si è inaugurato domenica il Congresso della « Société Internationale de Chirurgie ». Un centinaio di chirurghi europei si sono uniti ad un migliaio di colleglli dei vari Stati americani e del1 Asia per confrontare le prò prie esperienze su quello che è ovunque il più grave e pres ante problema, la cura del cancro. Per quattro giorni non si è parlato d'altro e poco è rimasto da dire. La trattazio ne era stata predisposta due anni or sono in modo che vari temi fossero attribuiti ai chirurghi più competenti, chiamando anche colleghi di altre discipline per fare il punto .iugli aspetti extra chirurgici del problema Un noco radiocancerologo belga, il Maisin, ha fatto una brillante introduzione esponendo la realtà e le speranze della terapia Biologi tedeschi, Dtitenandt di Monaco, Spee lich di Vienna, e Burroughs Mider di Bethesda hanno riferito sull'enorme lavoro che si svolge nei laboratori del mon do intero per chiarire gli aspetti biologici, biochimici e istoflsiolngici della cancerogenesi e delle cellule dei turno ri Da questi studi, che esi sono mezzi immensi e uomini di eccezione che non misuri no il tempo né il sacrificio di quanto comunemente costitui¬ sce la gioia di vivere, verrà probabilmente la chiave dell'enigma. Quando si conosceranno le caratteristiche occulte degli elementi tumorali si potrà conoscerne infine l'origine ed impedirne lo sviluppo. Notevoli sono i risultati riferiti sulle possibilità di coltivare, innestare e riprodurre le cellule neoplastiche disponendo in tal modo di un prezioso materiale sperimentale per studiare in vitro e sugli animali di laboratorio fattori di carenza fisiologica e Tazio ne di agenti fisici, chimici e biologici di ogni specie. Mi gliaìa sono i prodotti sperimentati e per molti di essi si è dimostrata un'azione distruttiva od ostacolante sugli elementi cancerigeni, ma per nessuno si è raggiunta la prova di una definitiva efficacia nei limiti di una ragionevole tolleranza. Di particolare interesse a questo riguardo sono stati, oltre alla relazione di Rhoads sulla chemioterapia dei tumori, i risultati di studiosi tedeschi e giapponesi con antibiotici antiplastomatosi in promettente fase sperimentale. Non è però il caso di alimentare per ora ingiustificate speranze, riportando dati parziali. Alcune relazioni hanno preso in considerazione la diagnosi ed il trattamento delle lesioni pre-cancerose e questo è senza dubbio campo fecondo per un tempestivo intervento preventivo. Produzioni polipose, verrucose, adenoflbromatose e processi irritativi e infiammatori cronici deb bono essere eliminati per pre venire una possibile degene razione maligna. Inoltre da tutti si è insistito sulla diagnosi precoce che presuppone conoscenze diffuse nella popolazione affinché ognuno ricorra in tempo al medico. A tale riguardo si è discusso ancora sulla opportunità di visite periodiche collettive, ma gravi ne sono le difficoltà tecniche ed economiche. E' viceversa più facile richiamare con opportuna propaganda tra le varie categorie sociali l'attenzione individuale sui molteplici segni di allarme. Sul trattamento dei dolori che, specie nei casi inoperabili, rappresentano la manifestazione più angosciosa, hanno riferito Wertheimer di Lione, Bauer di Heidelberg e il sottoscritto, valorizzando efficaci procedimenti. E' poi seguita una lunga serie di relazioni sulle tecniche preferibili per l'asportazione dei tumori dei vari organi. I chirurghi più eminenti di ogni Paese hanno illustrato metodi e accorgimenti personali e di scuola che rappresentano quanto di meglio la chirurgia oggi può fare. Non potendo soffermarmi sui particolari, riferirò brevemente sulle questioni generali. Anzitutto si deve insistere su una sempre più accurata preparazione dell'operando per non lasciare all'imprevisto se non ciò che è superiore alle nostre conoscenze. La anestesia affidata ad una équipe specializzata, dà ormai sempre maggiori garanzie. Con la sola eccezione della scuola russa, che mantiene le sue preferenze dottrinali e pratiche per le anestesie locoregionali, ovunque predomina la narcosi generale di regola più gradita al paziente e più comoda per ■ il chirurgo. Noi tuttavia riteniamo che le in filtrazioni anestetiche locali, le quali bloccano sensibilità e riflessi coscienti e incoscienti, abbiano tuttora notevoli indicazioni. Grandi progressi ba fatto la tecnica dell'assistenza dell'operato, il quale deve essere strettamente seguito e sorretto con adeguate sommi¬ nistrazioni di fluidi di elettroliti, medicamenti, plasma e sangue per evitare pericolosi squilibri, nel.corso soprattutto di quei lunghi gravi interventi demolitori sul quali, non molti anni or sono, gravava ancora una-pesante mortalità. Per quanto riguarda la radicalità dell'intervento, hanno perso terreno, giustamente a nostro avviso, gli interventi cosiddetti allargati, ove il tumore abbia superato i limiti di malattia locale o perlomeno regionale. Si è naturalmente insistito sulla necessità di una radicalità anatomica per i tumori nei limiti di operabilità, ma senza pretesa di una utopistica radicalità biologica. E' noto, infatti, che il cancro anche nelle fasi iniziali diffonde in varia misura i suoi elementi per via linfatica e sanguigna. Per fortuna però l'or ganismo possiede efficaci difese generali che possono bloccare queste disseminazioni parcellari, sempre che si asporti con delicatezza quanto di neoplastico è apprezzabile, rispettando le predisposte barriere regionali. Alcuni autorevoli relatori hanno insistito su un concetto da noi sostenuto da anni, e cioè sull'opportunità di procedere nei corso stesso dell'intervento, dopo aver asportato il tumore, ad inflssioni sistematiche di radium o ad infiltrazioni con sostanze radioattive nel campo operatorio e di immediate vicinanze. Anche quando il tumore non è asportabile, notevoli risultati si possono conseguire con queste infiltrazioni radioattive, nelle masse neoplastiche, eseguite per via chirurgica. Col rapido progredire nella pre parazione di radioisotopi ad azione graduabile e perfettamente tollerata, noi riteniamo che, insistendo su tale indi rizzo, si possano moltiplicare i successi definitivi o palliati vi che sono già numerosi e sorprendenti. Questo nostro ottimismo è ancora sensibil mente accresciuto da quanto si 6 ottenuto e ancora più s: otterrà associando, o facendo seguire al sopra descritto trattamento, il blocco ipofisario delle gonadi e delle surrenal con metodi chirurgici o ra dianti o con dosi adeguate di cortisonici. I risultati finora conseguiti, ed in questi gior ni confermati, sono veramen te cospicui. Possiamo perciò concludere che, ricorrendo in modo corretto ed in misura adeguata ai mezzi cui ho so pra accennato, si può guarda re al problema del cancro con assai più rosee prospettive presenti e future. prof. A. M. Dogliotti Direttore Clinica Chirurgica Generale Università di Torino

Persone citate: Bauer, Burroughs Mider, Dogliotti, Heidelberg, Wertheimer

Luoghi citati: Asia, Messico, Torino, Vienna