Da sei mesi vivevano senza lavorare e circolavano con la pistola in tasca
Da sei mesi vivevano senza lavorare e circolavano con la pistola in tasca Da sei mesi vivevano senza lavorare e circolavano con la pistola in tasca A Pinerolo presentandosi carne emigranti avevano impietosito una donna, svaligiandole poi la casa • Fermati a Porta Palazzo ancora con le valigie della refurtiva a e a i i e e o é i e a Ieri verso le 10 si presentava al commissariato Borgo Dora la signora _M. G. di 50 anni, domiciliata a Pinerolo in via , Principi d'Acaja. La signora, dichiarando di « voler sporgere denuncia contro due individui che presumibilmente abitavano a Porta Palazzo », chiedeva di parlare col funzionario, personalmente. La riceveva subito il dott. Hauistini. Al commissario, la M. G. narrava una storia sconcertante. La sera prima, stava attraversando la piazza principale di Pinerolo allorché veniva fermata da due giovanotti sui vent'anni, male In arnese, che parlavano con forte accento meridionale. € Signora — mormorava uno del due — ci aiuti, per carità... Abbiamo tentato di espatriare clandestinamente per andare In Francia a lavorare, non ci siamo riusciti. Ora siamo qua, senza un soldo In tasca e sfiniti dalla stanchezza e dalla fame. Soe ino tre giorni che praticamente non tocchiamo cibo. E abbiamo camminato per ore e ore, di giorno e di notte, in alta montagna... Signora, In nome della pietà cristiana, non ci neghi 11 suo soccorso... Non sappiamo dove passare la notte e non ne possiamo più... >. La M. G. B'impietosiva e li invitava nella sua casa, a rifocillarsi. Dopo cena proponeva ai due : « Ho libera la camera di mio figlio che è militare di leva nelle Puglie... Se volete approfittarne, per questa notte... >. Alle 7 la signora si svegliava e s'alzava. Immediatamente notava che dalla cucina e dal salotto erano spariti capi di biancheria e oggetti di valore, alcuni del quali d'argento. Bussava alla porta degli ospiti e nessuno rispondeva: gli sconosciuti erano spariti portando via un cospicuo bottino comprendente anche una capace valigia e un sacco da montagna. La M. G. non aveva perso tempo; ed era scesa a Torino ed era venuta al commissariato Borgo Dora, avendo capito, dai discorsi dei malviventi, che a Torino bazzicavano nell'ambiente di Porta Palazzo. Il dott. Battistlni ordinava che I sottufficiali Trovati e Speranza, con tre agenti, accompagnussero la signora in un giro nella piazza o nelle vie adiacenti. Prima di mezzogiorno la M. G. gridava : « Eccoli! » e indicava 1 due in via Cottolengo, davanti ad un'osteria: l'uno teneva in mano la valigia, l'altro il sacco da montagna gonfio di roba. La pattuglia, rapidamente, circondava e immobillzzava I due. Tradotti in commissariato, venivano identificati per Giuseppe Casile di 21 anno, da Gioiosa Jonica, e Lorenzo Murolo di 20, da Catanzaro, entrambi qui a Torino senza fissa dimora. Il Caslle, appesa alla bretella, alla moda dei gungatera americani, aveva una rivoltella calibro 9 con un intero caricatore e la pallottola in canna; in più in tasca gli agenti gli sequestravano una maschera nera. Il Murolo era armato di un coltello a serramanico con la lama affilatisslma e acuminata della lunghezza di 10 centimetri: anch'egll aveva una pezzuola nera da applicare al viso. I due confessavano 11 furto e ammettevano che la storia dell'espatrio clandestino e delle ore di marcia in montagna era tutta un'Invenzione per commuovere la signora. Dal commissariato Borgo Dora il Casile e il Murolo venivano poco dopo trasferiti negli uffici della Squadra Mobile e interrogati dal dott. Valerio. E' risultato che 1 due si trovavano a Torino da circa sei mesi ed erano vissuti senza mal lavorare. La pistola, il coltello e le maschere nere fanno supporre che gli arrestati siano responsabili di rapine e aggressioni in Torino e provincia.
Persone citate: Casile, Giuseppe Casile, Lorenzo Murolo, Murolo, Signora
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