L'on. Zoli e l'ambasciatore turco discutono la situazione siriana di Vittorio Gorresio

L'on. Zoli e l'ambasciatore turco discutono la situazione siriana L'on. Zoli e l'ambasciatore turco discutono la situazione siriana I! rappresentante di Ankara si dichiara soddisfatto per la reazione dell'Internazionale socialista alla lettera di Kruscev - Critiche a Neuni per la risposta al capo sovietico - 11 4 novembre una missione del PSI partirà per Mosca Roma, 17 ottobre. L'Ambasciatore di Turchia a Roma, signor Mehenat Cevat Acikalin, i »tato r;ceWtto stamane al Viminale dall'on. Zoli. Al riguardo, l'ufficio stampa della presidenza del Consiglio ha trasmesso un comunicato del quale è stata rilevata una caratteristica di insolita natura. Esso difatti dice; «L'Ambasciatore di Turchia ha esposto il suo punto di vista su taluni dei problemi internazionali sul tappeto e, particolarmente, sulla situazione siriana e sulla lettera di Kruscev ai Partiti socialisti. Si è particolarmente detto soddisfatto della reazione dei Partiti dell'Internazionale socialista ed ha trovato in ' proposito significativo il convegno dei Partiti socialisti che avverrà prossimamente su proposta belga a Strasburgo ». La singolarità di questo comunicato, che è stato diffuso dall'agenzia « Ansa », consìste nell'accenno alla lettera dì Kruscev ai Partiti socialisti: non sembra, infatti, del tutto consueto che un Ambasciatore tratti di simili questioni con un Presidente del Consiglio, poiché sia l'uno e sia l'altro ufficialmente ignorano i problemi che riguardano i Partiti od una internazionale fra Partiti. Di questo caso particolare, d'altra parte, non risulta neppure che il Governo italiano abbia avuto diretta conoscenza della lettera. La ragione di questa ecce- zionale procedura è da vedere, quindi, in uno specifico motivo dì politica contingente, infatti il Presidente del Consiglio ha preso pretesto dal colloquio con il signor Acikalin per far intendere a Nenni che il Governo democristiano disapprova nettamente la risposta ch'egli ha inviato a Kruscev a nome del P.S.I. Citando la soddisfazione del signor Acikalin per l'atteggiamento della Internazionale socialista — soddisfazione indubbiamente - condivisa dal nostro Governo — si è voluto, in sostanza, indicare a Nenni quale avrebbe dovuto essere il modello da seguire. Come è noto, domenica prossima si riunirà a Strasburgo l'Internazionale con la probabile partecipazione del P.S.D.I.; e per quanto dalla riunione il P.S.I. sarebbe stato escluso in ogni modo, si sarebbe certamente preferito che Nenni avesse atteso di pronunciarsi. In questo modo egli avrebbe dato una certa prova di buona volontà occidentale, che è condizione assoluta per rendere possibile il famoso dialogo fra democristiani e socialisti. Tra ieri ed oggi, invece, per motivi diversi che esporremo, la diffidenza verso Nenni si è accresciuta in maniera impressionante. I motivi che danno origine a questa ripresa di campagna contro Nenni (da parte di Zoli, di Bettiol, dell'agenzia Italia e di altre ancora come la Kosmos e l'Ari) sono due: la sua risposta a Kruscev e il discorso ch'egli ha pronunciato ieri sera in sede di dichiarazione di voto sul bilancio degli Esteri. Per quanto riguarda la risposta, si è appreso che essa è stata concordata in una riunione straordinaria della Dire zione del P,S.I. Secondo l'agenzia Ari.Nenni avrebbe cominciato a proporre di dare comunicazione ufficiale al Governo, s all'esempio di quanto hanno fatto i laburisti inglesi, della lettera ricevuta da Kruscev, dichiarando che in questioni di politica estera bisogna te nere un atteggiamento leale ed onesto. La sua proposta, ap poggiata dagli onor. Mazzali e De Martino, è stata, invece, combattuta dagli altri che hanno fatto osservare che Kruscev ha scritto ai Partiti socialisti occidentali nella sua qualità di segretario di un Partito e non di membro di un Governo: ed è stata questa che ha prevalso. Nenni è rimasto anche in minoranza sul punto in cui si parla degli interventi anglofrancese a Suez e sovietico in Ungheria: egli avrebbe voluto metterli sullo stesso piano, e si è invece dovuto rassegnare a definire < aggressione » l'operazione degli Occidentali, e « posizione critica » quella dei sovietici. Per contro è riuscito ad evitare una più chiara condanna della politica americana nel Medio Oriente, quale avrebbero desiderato gli oltranzisti che proponevano di prospettare la crisi in quel settore come diretta ed inevitabile conseguenza della dottrina Eisenhower. A dispetto di quest'ultima attenuazione, la risposta cosi elaborata è piaciuta anche a Lussu, uno degli uomini ;più orientati verso il P.C.I. (e che oggi è stato rieletto presiden te del gruppo senatoriale so cialista). SI sarebbe comunque potuto dare atto a Nenni delle sue buone intenzioni, fa¬ clCKtfvsallmdriCcuANvdsdi.s cendogli crediti di buona volontà: ma il suo discorso alla Camera, che praticamente è una parafrasi della risposta a Kruscev, ha dato altro alimento alla polemica. Nenni, difatti, è stato particolarmente violento, come da tempo non si era più mostrato, e - questo a causa dell'approvazione dell'ordine del giorno missino per l'invio di un Ambasciatore presso il Governo nazionalista di Formosa L'iniziativa dei missini ha esasperato Nenni, tanto più che egli sapeva ch'essa era pienamente condivisa dal democristiano Bettiol, presidente della Commissione degli Esteri, che di recente fu ospite di Ciang Kai Scek a Taipeh e che è un caldo assertore di una nostra collaborazione con nazionalisti. La collusione Anfuso-Bettiol è apparsa a Nenni scandalosa, quasi provocatoria, come se fosse l'indice della fine di tutte le sue speranze in una politica estera italiana accettabile anche dai socialisti. Di qui la sua violenza, di cui l'altro motivo della campagna che si è riaccesa contro di lui. In qualche ambiente si ha l'impressione che Nenni sia caduto in due tranelli: il primo aperto forse inconsciamente, da Kruscev, ed il secondo tesogli, invece, con molto chiara premeditazione dai missini e da certe correnti della destra democristiana, sicché Fanfani, a quanto si assicura, non avrebbe celato il proprio disappunto. Altri motivi di polemica, comunque, sono destinati a sorgere in conseguenza della decisione presa dal P.S.I. di inviare a Mosca una missione per partecipare alle celebrazioni del 40" Anniversario della Rivoluzione sovietica. La delegazione, su invito dei Governo sovietico, partirà il 4 novembre e ne faranno parte gii onorevoli Vecchietti, Basso, Pertini, Riccardo. Lombardi e il dott. Mantinelli. A Mosca si tratterrà 5 giorni. Vittorio Gorresio