Mite sentenza a Monaco contro il generale Schoerner

Mite sentenza a Monaco contro il generale Schoerner Quattro anni di carcere nei* i tre crimini provati Mite sentenza a Monaco contro il generale Schoerner II Tribunale emanando la sentenza ha affermato il principio che " anche in guerra là vita del singolo deve essere sacra,, impunite le fucilazioni ordinate dal feldmaresciallo • 11P. FI continuerà a raccogliere altre prove per un nuovo processo (Dal nostro corrispondente) Bonn, 15 ottobre. Il Tribunale di Monaco, chiamato a giudicare il feldmaresciallo Schoerner, ha affermato oggi il principio che « anche in guerra la vita del singolo deve essere sacra e che pertanto essa va protetta contro chi la sacrifica alla durezza e alla disciplina*, ma poi ha condannato il criminale dì guerra ad appena quattro anni e mezzo di reclusione per l'assassinio del sergente Arndt e il tentato omicidio dei due ufficiali Sparre e Jilngling, che fecero sgomberare senza ordine la piazzaforte di Neisse nella primavera del 19^5. Il processo dunque ha avu¬ to la conclusione che molti prevedevano, cioè una sentenza eccezionalmente mite per gli unici tre delitti che il magistrato inquirente è riuscito a provare. Le altre criminose imprese del feldmaresciallo, le fucilazioni di soldati tedeschi < a scopo di esempio » per mantenere l'ordine sul fronte che crollava, resteranno del tutto impunite. Schoerner ha ascoltato la sentenza del Tribunale senza tradire reazioni, ma evidentemente soddisfatta di essersela cavata così a buon mercato. Portava gli occhiali neri, per nascondere l'occhio ferito dal pugno -di uno sconosciuto che giorni fa Iq aveva affrontato in una strada di Monaco < a nome dei ■ suoi camerati». Al feldmaresciallo sono sta te riconosciute circostanze at tenuanti quali la prigionia di dieci anni in un campo di concentramento russo (i sovietici lo condannarono per crimini di guerra a 25 anni di reclusione). Altre attenuanti riconosciute all'accusato sono state la necessità di mantenere intatto il fronte orientale e la < diffìcile prova cui furono sottoposti i suoi -neri;!». Nonostante tutti i delitti a lui attribuiti da. coloro che furono ai suoi ordini, il Tribunale è dell'opinione che <non si possano negare le sue virtù militari e il suo coraggio». E' vero però, ha detto il Presidente, ch'egli fu un < attaccabrighe ? senza comprensione per i suoi subordinati. Il feldmaresciallo viene condannato per aver fatto uccidere arbitrariamente il sergente Arndt, addormentatosi al volante del suo autocarro. La colpa del sottufficiale non era punibile con la morte né l'ordine di Schoerner può essere giustificato dalle disposizioni drastiche di Hitler. Mancò difatti per la fucilazione del sergente lo stato di necessità. Schoerner avrebbe potuto farlo semplicemente arrestare e deferire, a una corte marziale. Oltre a ciò il Tribunale di Monaco ha potuto appurare che la vittima, contrariamente alle affermazioni dell'imputato, non si era reso colpevole di insubordinaziov j. Anche per il tentato omicidio dei due ufficiali non valgono a sua giustificazione gli ordini di Hitler. Schoerner agì di proprio arbitrio, anche se più tardi si fece convincere a ritirare l'ordine di fucilazio¬ ne. Per la morte del sergente i giudici in camera di consiglio hanno stabilito quattro anni di reclusione, per il tentato assassinio dei due ufficiali un anno. Poi la pena, considerate le attenuanti, è\* stata ridotta, come s'è detto, a quattro anni e mezzo. Il Pubblico Ministero aveva chiesto otto anni. La Corte non ha condannato Schoerner alla perdita dei diritti civili, secondo la richiesta della Pubblica Accusa, né ha ritenuto opportuno spiccare mandato di cattura per impedire che il feldmarespiallo fugga all'estero, come tentò già di fare negli scorsi mesi. La difesa ricorrerà ora alla Corte di Karlsruhe. Intanto il Pubblico Ministero continuerà a raccogliere altre prove per istruire un nuovo processo. Il magistrato già negli scorsi giorni annunciò che a carico di Schoerner sono pervenute altre denunce. ITI. C. c«issdcqplcd—dlpndnontshl

Persone citate: Arndt, Hitler

Luoghi citati: Bonn, Monaco