Malinconico inizio di carriera dei giovani laureati in medicina

Malinconico inizio di carriera dei giovani laureati in medicina L'inchiesta de La Stampa: basta avere la laurea? Malinconico inizio di carriera dei giovani laureati in medicina Soltanto il 30 per cento ha un'occupazione fissa con stipendi molto bassi - Assistenti volontari o allievi negli ospedali a 5 mila lire al mese - "Faccio il professionista; ogni mese guadagno sulle 10 mila lire,, - "La mutua ci porta via tutti i clienti,, - Farmacisti a 32 mila lire e veterinari con poco di più - In Italia non c'è posto per gli agronomi? Abbiamo pabblicato nei gior-] poni scorsi 1 risultati dell'inchiesta condotta da La Stampa tra i giovani laureati torinesi, relativamente alle facoltà di lettere, magistero, scienze, matematica, legge. Proseguiamo con l'esame delle difficoltà che incontrano, appena usciti dalle aule universitarie i laureati in medicina, farmacia, agraria e veterinaria. MEDICINA E CHIRURGIA. — A Torino gli iscritti all'albo sono attualmente 2.876, circa il doppio dell'anteguerra. Ogni anno 150-170 laureati giungono ad aggravare la crisi. Nell'ultimo quinquennio sono stati 822 complessivamente. Al questionario inviato da La Stampa hanno risposto 120 giovani medici dell'ultimo biennio. Soltanto 24 di essi hanno dichiarato di non aver incontrato notevoli ostacoli nei loro studi; 72 parlano di difficoltà d'ordine finanziario e altri 24 di difficoltà di natura scolastica. Ma anche per medicina i guai non finiscono con la laurea. Soltanto 37 medici su 120 (pari al 30%) hanno raggiunto un'occupazione stabile, tale da consentire un reddito fisso anche se, almeno agli inizi, molto modesto. Di questo 30 per cento la metà ha raccolto l'eredità dello studio paterno o lavora presso parenti medici. Pochi hanno aperto studio per conto proprio (quasi tutti dentisti) a prezzo di notevoli sacrifici. Pochissimi sono riusciti a trovare un'occupazione senza utilizzare appoggi familiari, quattro nelle mutup e tre nel ramo di propaganda medica. Settantun neo-laureati (pari al 60 per cento) hanno risposto di aver trovato lavoro a compenso molto basso, qualche volta addirittura nullo. Sono impegnati come assistenti volontari e come allievi negli ospedali o studiano ancora per conseguire una specializzazione. « Per il lavoro in ospedale ricevo 5 mila lire ■mensili » scrive un assistente volontario. E un allievo interno esclama: « 5 mila. lire piti 11 vitto, pensato che allegrici Le risposte contengono anche frasi più amare e sconsolate. Gli assistenti effettivi, che sì contano sulle dita, hanno uno stipendio variante dalle 8 alle 12 mila lire negli ospedali di prima categoria, più la cointeressenza nel reparto, che varia da 40 a 60 mila lire mensili. Ma a questi posti si accede soltanto per concorso e la carica non dura più di un quadriennio. Oltre la metà degli interrogati ha ammesso che per l'attuale lavoro sono occorsi ap- « miospci sevtasaPce« seralisiptrmstmdovusclad« trdmstordcportdcscfttunmcnlmmarsndiqsnlulllaafrp poggi di amici e conoscenti. « Sono necessarie forti raccomandazioni — scrive uno — e io, che purtroppo ne sono sprovvisto, farò la fame per chissà quanto tempo ancora*. Verso la scuola, quasi tutti i giovani medici sono molto severi: « la preparazione universitaria è inadeguata e nettamente insufficiente». La pensa così almeno il 75 per cento. Parecchi insistono sulla necessità della specializzazione. « essere medici generici non serve a niente. Bisogna lavorare giorno e notte per specializzarsi e frattanto con l'assistentato, mettere insieme il punteggio necessario per entrare in graduatoria per le mutue». Le specializzazioni costano molto care: da 150 a 200 mila lire annue e durano da due a cinque anni. li rimanente 10 per cento ha occupazioni saltuarie: < ho trovato lavoro per tre mesi in una colonia, come medico — scrive una ragazza — a 40 mila lire al mese; adesso sono di nuovo a terra». E un altro: « Al pomeriggio faccio gli elettrocardiogrammi in un ospedale Cittadino. Presto anche la mia opera come libero professionista, ma i clienti sono molto rari e complessivamente non riesco a mettere insieme più di diecimila lire al mese». Qual è la causa delle difficili condizioni dei medici? Il 90 per cento risponde: l'attuale ordinamento mutualistico torinese a ciclo chiuso, « La mutua ci porta via tutti i clienti » dice uno con amarezza. Un suo collega osserva: « le mutue assistono ormai più dell'85 per cento della popolazione. Se ci fosse un medico ogni 600 iscritti, anziché ogni 1500 com'è attualmente, la nostru situazione sarebbe risolta ». « In una mutua — scrive un altro — come funzionario si guadagnano 80 mila lire al mese; con l'ambulatorio e le visite a domicilio si possono abbondantemente superare le ZOO mila ». FACOLTÀ' DI FARMACIA. • I laureati sono un centinaio all'anno; a noi sono giunte 85 risposte. La situazione è forse meno grave che a medicina, nonostante il 70 per cento indichi le difficoltà finanziarie incontrate lungo gli studi e quasi tutti lamentino gli scarsi stipendi con cui si lavora nelle farmacie. «Ho trovato lavoro come collaboratrice in una farmacia — scrive una laureata — lo stipendio è quel lo indicato dalle nostre tabelle: SS mila lire mensili ». E aggiunge che deve l'impiego ad una conoscenza della sua famiglia. Quarantatre neo-laureati in farmacia (pari a poco più del 50 per cento) si sono sistemati accontentandosi di stipendi simili a questo; 17 (pari al 20 per cento) hanno scelto il ramo della propaganda medica; 6 (il 7 per cento circa) sono entrati nella farmacia paterna; altrettanti nelle industrie o in qualche laboratorio chimico farmaceutico; 5 hanno trovato lavoro in settori che non hanno nulla a che fare con la loro laurea. Gli 8 rimanenti hanno ricevuto il nostro questionario sotto le armi: decideranno la loro vita dopo il servizio militare —vdtggplpzmgg8(uaqmctptsgs—IscenvcsdAprdnLnns FACOLTÀ" VETERINARIA. — Ogni anno escono dall'Università di Torino una ventina di veterinari. Abbiamo ricevuto 28 risposte dal laureati degli ultimi due anni. La maggioranza preferisce la libera professione, e di questi oltre la metà ha trovato lavoro presso qualche collega più anziano Cominciano con 30-40 mila lire al mese per raggiungere una media, da loro già giudicata soddisfacente di 7080 mila. Nei casi più fortunati (due risposte) contano già su un guadagno mensile da 130 a 150 mila lire. Dei rimanenti, qualcuno aspira alle condotte, ma arrivarci è lungo e difficile, o alla carriera universitaria; gli altri mirano a un posto nei macelli, e nelle Centrali del latte o in qualche stazione sperimentale: raggiungeranno le 60-80 mila lire mensili. FACOLTÀ' DI AGRARIA. — Si laureano in questa ma¬ teria, ogni anno a Torino, una trentina di giovani. Ci hanno risposto 50 laureati dell'ultimo biennio. Dieci sono militari; 20 lavorano già presso enti vari e alcuni in pubbliche amministrazioni; due hanno scelto la libera professione « ma la libera professione nei nostro campo — scrive uno di loro — offre poche possibilità, in quanto l'agricoltore non conosce la nostra laurea che pur sarebbe così utile al benessere economico del nostro Paese»; tre sono propagandisti di prodotti chimici; 15 non hanno ancora trovato lavoro « è incredibile come, con il i5 % della popolazione attiva italiana dedita all'agricoltura, non ci sia posto per un agronomo ». Un giovane, impiegato in un ufficio-studi di un ente parastatale scrive di guadagnare 60 mila lire al mese; nelle aziende private i dottori in agraria guadagnano molto di più: da 100 a 120 mila lire al mese. lrvsltlpUnsCpRsedsfdrtzdpnd

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