Cause del colpo apoplettico e moderni metodi di cura di Angelo Viziano

Cause del colpo apoplettico e moderni metodi di cura AL CONGRESSO NAZIONALE DI MEDICINA INTERNA Cause del colpo apoplettico e moderni metodi di cura La mortalità va riducendosi, ma serio è divenuto il problema dell'assistenza dei guariti minorati - Le origini delle lesioni cerebrali: aumento di pressione e deficienze circolatorie - L'ausilio delle ultime tecniche di arteriografia (Dal nostro inviato speciale) Roma, 8 ottobre. Il dramma del colpo apoplettico, antico come l'umanità, è purtroppo sempre attuale. Primo: perché segna un crescendo di repliche tra la gente, e si discute se ciò sia veramente imputabile ad una serie di incalzanti errori di vita, oppure, come è sperabile, si tratti di un puro aumento fittizio correlato al prolungamento della vita. Il che non vorrebbe, però, asserire che l'apoplessia costituisca appannaggio esclusivo dell'età avanzata; in quanto molti sono anche i soggetti colpiti in età appena matura: ragion per cui, ora che .la mortalità della malattia è andata riducendosi in seguito alle nuove terapie, va aggravandosi il pro- blema del destino e dell'assistenza dei guariti minorati, invalidi al lavoro. Secondo: perché molti lati sono tuttora oscuri, circa le cause primitive ed il meccanismo di insorgenza dei cataclisma cerebrale per cui il colpo apoplettico esplode. Precisamente di esplosione si può parlare, come se una miccia insidiosa si occultasse per un certo tempo nel sistema circolatorio, eppoi accendendosi facesse brillare una mina, in una zona assai di riguardo del cervello. Trovar le ragioni per cui ad un dato momento si realizza la burrasca cerebrale con le rituali manifestazioni cliniche della perdita di coscienza, della scomparsa della sensibilità, dell'impossibilità di ogni movimento volontario, significa perfezionare gli orientamenti terapeutici, frenare, se non c'è esito letale, l'avvio ai reliquati delle paralisi invalidanti; può significar pure precisare indicazioni profilattiche contro l'evento stesso. E' con tale intento che l'argomento è tornato di scena al Congresso nazionale di medicina interna, testé conclusosi al palazzo dell'E.U.R. (relatore il prof. Lunedei, di Firenze con una schiera di suoi discepoli). E' ormai pacifico che la lesione a focolaio nel cervello: dipenda da emorragia o da altro fattore per cui degeneri una zona di quell'organo, non può essere considerato come semplice incidente, inaspettato, locale; bensì quaie espressione localizzata di uno stato morboso generale. Si intuiscono, difatti, rapporti ora con la patologia dei vasi sanguigni ora del'sangue o del ricambio, e di vari organi ancora. Un particolare fattore può essere l'ipertensione arteriosa o, meglio, quell'ipertensione che è particolarmente appari naggio di certi individui pie torici, facili a crisi congestizie alla testa, per il volume note vole del capo poggiato su un collo corto, con ostacolato deflusso del sangue venoso dalla testa stessa. Ma, detto ciò, non si creda che la lesione cere brale, origine del colpo apoplettico, sia sempre attribuibile ad un aumento della pressione, atta a provocare un'emorragia locale. Proprio il caso inverso è realizzabile, in cui a causa di una deficienza circo latoria si ha una mortificazione del delicato tessuto nervoso, una sua vera degenerazione, e quindi lo scatenamento della crisi. Il che può avvenire identicamente in seguito ad una trombosi locale, cioè alla formazione di un coagulo in un ramo arterioso. Si può parlare, insomma, di una grande importanza causale di certe turbe circolatorie che avvengono nel territorio interessato, e che sovente si realizzano di riflesso a disordini pure di circolo, instauratisi repentinamente in altri organi a distanza. Però non è a credere che esse riuscirebbero sempre a provocare il grave danno, se non concorressero altri fattori, come un'eventuale di minuita resistenza della parete arteriosa, una sua cattiva funzionalità per disturbi della prò pria nutrizione. Quando si parla di emorragia cerebrale non si deve sempre pensare ad una vera frattura del vaso sanguigno. Il fe nomeno può consistere altrimenti. Certi vasellinì capillari a causa di una congestione o stasi sanguigna locale lasciano uscire più o meno in massa gli elementi del sangue attraverso le maglie delle loro pareti dilatate, resesi permeabili, ma non per questo veramente lesionate, La abbondanza di questa fuoruscita può assumere talvolta addirittura forma di versamen to, tale da essere nefasta quan tqppncsiarbgsiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiD to la rottura dt un'arteria di qualche importanza. In minor conto si tiene oggi, per l'insorgenza del colpo apoplettico, un fenomeno funzionale che può colpire un'arteria cerebrale, consistente in una sua contrattura, ed al quale, invero, si attribuivano forme apoplettiche solo transitorie. Non più di forme transitorie, ma di dimostrata reversibilità si può parlare quando gradatamente il dramma apoplettico si risolve in senso clinico attraverso una tempestiva spontanea rivascolarizzazione del territorio cerebrale leso. Il che è una possibilità solo recentemente accertata, mediante le più moderne tecniche di arteriografia. Si è visto che in certi casi, allorquando un'arteria del cervello è improvvisamente ostruita e il tessuto di sua competenza ne soffre, altri vasi sanguigni, che prima se ne stavano inerti e sconosciuti, aprono il loro lume al sangue, costituendo un provviden ziale circuito collaterale di emergenza. Angelo Viziano

Persone citate: Lunedei

Luoghi citati: Firenze, Roma