Non basta avere una laurea

Non basta avere una laurea Inchiesta de «Xa Stampa,» tra i giovani laureati Non basta avere una laurea LETTERE: Il 65 per cento insegna nelle scuole private, stipendi sulle 30 mila lire mensili (minimi 12-15 mila lire) - MAGISTERO: Dopo la laurea il 90 per cento continua a fare il maestro - "Siamo in troppi, VUniversità non è servita a niente,, - MATEMATICA: Sta meglio il 10 per cento impiegato nelle industrie LEGGE: Il 60 per cento inizia la professione, 20-30 mila lire al mese - "Senza appoggi la vita è dura,, La. Stampa ha compiuto una inchiesta sui laureati della nostra Università. Sono stati inviati più di mille questionari ai giovani che hanno conseguito la laurea due anni fa: il 90 per cento di essi ha risposto con sollecitudine e molta franchezza, sottolineando, con dichiarazioni spesso appassionate, la importanza del problema. Dallo spoglio delle schede, ognuna delle quali conteneva una decina di domande, abbiamo fatto anzitutto questa constatazione. I laureati che in genere incontrano le maggiori difficoltà di sistemazione sono quelli di lettere e filosofia, magistero, scienze naturali, matematica e fisica, legge. Vediamo in particolare, quale ce l'offre la statistica dei dati raccolti, come si profila l'avvenire di questi giovani. E' un quadro che presenta anche aspetti pre-, occupanti e merita di essere attentamente esaminato. Facoltà di lettere e filosofia. Delle 116 risposte ricevute, la maggioranza mette in rilievo l'alto numero annuo dei laureati, la deficienza di occupazioni stabili, gli stipendi insufficienti. Il 65 % ha trovato sistemazione presso le scuole private « sottostando agli stipendi di fame che tutti conoscono >, scrive uno dei tanti: talvolta persino 12-15 mila lire mensili. Soltanto il 15 per cento ha ottenuto una supplenza nelle scuole statali. Il 10 per. cento è formato da disoccupati, o da persone che vivano sull'incertezza delle lezioni private. Del rimanente 10 per cento pochissimi hanno potuto già affrontare il concorso, altri attendono con molta pazienza, il 3 per cento soltanto ha, trovato un impiego presso ditte o industrie. A proposito della carriera tradizionale, quella dell'insegnamento, le osservazioni si equivalgono: < I concorsi sono scarsi » dichiara una ragazza e un'altra incalza: < Siamo troppi in Italia ad avere in mano questo pezzo di cartay. C'è anche chi non indugia ad accusare la scuola di vecchiezza nei metodi e nei programmi. Gli stipendi indicati dagli insegnanti all'inizio della carriera .sono bassi: si va dalle 15 mila lire al mese presso istituti privati, Avo alle 40-50 mila, massimi raggiunti da pochi. Il 70 per cento percepisce Compensi inf'-rior' a'ie 3C mila lire Eppure per là mela circa 'li questi imitiPg'ai sono stati necessari s.'Puggi d' presone estranee alla scuola. T>r>b)-:amo dire che i laureati in lettera sono stati i più riservati a rispondere a certe nostre domande, forse perché per la maggioranza di loro è meno sensibile che per i colleghi di magistero l'assillo delle preoccupazioni economiche. Le donne sono in numero prevalente, ma salvo poche eccezioni, non è stpta l'ambizione del titolo ad indurle a proseguire gli studi fino al traguardo della laurea. Alcune di queste giovani de- nunciano situazioni familiari difficili e fanno presente l'urgenza di trovare lavoro. Facoltà di Magistero (170 risposte). — Per questi laureati si presentano problemi più complessi, che investono la necessità, da tutti sentita, di un ridimensionamento della facoltà, aperta ai maestri elementari e nella quale si possono conseguire, in corsi quadriennali, tre specie di laurea; in materie letterarie, in lingue straniere, in pedagogia. C'è anche, presso la stessa facoltà, un corso triennale per chi vuoile imboccare la carriera didattica e dà diritto al diploma per l'abilitazione alla vigilanza. Il 90 per cento dei laudati di Magistero insegnavano, prima di prendere la laurea, nelle scuole elementari. Questa particolare posizione di universitari-lavoratori, fa sì che almeno il 75 per cento di essi trovi difficoltà di vario genere nel conseguimento della laurea, che non apre tuttavia grandi possibilità di lavoro, data la concorrenza dei laureati di lettere e la scarsità dei posti. « Siamo in troppi » scrive uno di loro. * L'università non mi è servita a niente » annota un altro. Qualcuno ripiega sulla via che anche il solo diploma di vigilanza gli avrebbe aperto: < spero di poter vincere 'in concorso per direttore did. .lieo: è quasi una follia spirare di ottenere una cattedra nelle medio. L'80 per cento dei laureati continua a fare il maestro elementare (con stipendio da 44.600 iniziali a 50-400 dopo due anni di scuola). L'8 per cento ha scelto l'insegnamento negli istituti privati (con stipendi ii^isori, talvolta di 12-15 mila lire mensili); il 10 per cento ha tentato la sorte nei concorsi di stato (stipendio sulle 50 mila mensili); il 2 per cento — e si tratta in questo caso dei laureati in lingue — ha trovato posto come traduttore e interprete presso enti e uffici industriali, con stipendi minimi sulle 40-45 mila lire al mese. Circa la metà di questi giovani ha già famiglia, parecchi hanno figli. Molti non hanno esitato a parlare dei gravi sacrifici affrontati per studiare, esprimendo l'amarezza dell'attuale inadeguata posizione. « So?ir troppo poche le cattedre messe a concorso » dichiara un giovane sposato dal '55 e con una bimba di lo mesi desidererei trovare. una sistemazione più conveniente, ma il certo per l'incerto non si lascia, quando si hanno responsabilità tanto serie. Così, sperando sempre in meglio, attendo. Una ragazza, sconsolata, scrive: « Ho fatto l'insegnante elementare. Adesso sono a casa e non guadagno più nulla. Non ho aiuti che dalla mia volontà, che a volte però non è sufficiente ». Facoltà di Scienze, Matematica c fisica (153 risposte). — Non vi è in questi settori la pletora delle facoltà umanistiche, perciò gli stipendi toccano in genere una media più alta, anche se si tratta d'insegnamento privato. Il 60 per cento hanno trovato lavoro nelle scuole statali o parificate. Il 10 per cento si è impiegato nei campi della ricerca applicata e nelle industrie (con stipendi da 45.561 a 61.945). Il 15 per cento non ha ancora occupazione e vclzvsldr4(ttnhpddsaariCdnecvdqngpincciltadsgsCvalllIlllllllllllllli;<ltlllllllllll1IIIIIIIIIIIIIIIII1llllllIll vive a carico della famiglia contribuendo in genere al bilancio con i proventi delle lezioni. L'altro 15 per cento lavora in uffici privati, dove spesso il fatto di possedere una laurea non incide sull'entità dello stipendio, che può variare, secondo i casi dalle 20 alle 45 mila lire mensili. Facoltà di giurisprudenza (142 risposte). — Il 60 per cento dei laureati in legge è restato fedele alla libera professione, il rimanente 40 per cento ha cercato sistemazione in impieghi, taluni dei quali rispondono realmente al titolo di studio (settore legale nelle industrie, assicurazioni, pubbliche amministrazioni), altri ne sono assai lontani (uffici vendite, rappresentanti; una laureata in legge è redattrice in una Casa editrice). La libera professione richiede appoggi che non tutti hanno e una notevole possibilità economica. Il 30 per cento di coloro che hanno scelto questa via ha potuto farlo aggregandosi allo studio del padre o di qualche parente. Gli altri fanno pratica presso gli studi legali, in attesa degli esami da procuratore. Gli stipendi sono iimiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiuiiiiMiiiM in genere molto bassi: si va da 20-30 mila lire al mese (qualcuno soltanto 10 mila) fino alle 50 mila di pochi fortunati. La quasi totalità di coloro che hanno preferito un impiego presso enti pubblici o privati, ha risposto di averi-» fatto per la sicurezza dello stipendio, per necessità economiche, per la garanzia del trattamento previdenziale. Per il 25 per cento si tratta di coniugati, qualcuno già con figli. Non è detto che quel 60 per cento che intraprende la libera professione vi rimanga: qualcuno ripiega più tardi, dinanzi alle difficoltà, sull'impiego e la causa è sempre di indole economica: « Vorrei fare il notaio — scrive un giovane — ma dopo due anni di pratica dovrei affrontare il concorso a Roma, che dura altri due anni ed è difficilissimo ». Alcuni, lamentano l'insufficiente preparazione universitaria su particolari problemi che la vita moderna presenta: scienze assicurative, questioni fiscali. (Dall'inchiesta sulle facoltà di economia e commercio, medicina, chimica e fisica, daremo notizia non appena sarà terminata l'elaborazione dei dati).

Luoghi citati: Italia, Roma