Colonnello beffato dall'attendente che lo deruba e lo chiude fuori casa
Colonnello beffato dall'attendente che lo deruba e lo chiude fuori casa Colonnello beffato dall'attendente che lo deruba e lo chiude fuori casa L'aviere prima di partire per la licenza s'appropria di 150 mila lire e cambia le serrature dell'alloggio - Condannato per diserzione Un aviere, Domenico Revelchione, nato in Algeria, è stato processato per diserzione ieri mattina al Tribunale militare e condannato a 4 mesi e 20 giorni. Ora dovrà presentarsi dinanzi al Tribunale ordinario per essere giudicato di furto. I due reati li commise nell'agosto scorso a Roma. Egli si trovava in servizio al Centro soccorso aereo di Vigna di Valle e per qualche tempo fu attendente del colonnello Eugenio Falconi. Durante l'estate 11 Revelchione avverti che avrebbe voluto sposarsi e sollecito la licenza perché la fidanzata attendeva di diventare madre entro quattro mesi. Lo accontentarono e con gli auguri dei superiori e dei suoi colleghi lasciò Roma. Prima però di prendere il treno andò in casa del suo colonnello con due operai, (potè entrare perché possedeva le chiavi) e diede incarico che cambiassero tutte le sarrature. Non soltanto quella della porla sul pianerottolo, ma anche quelle degli usci che davano nelle stanze. Mentre gli operai lavoravano egli da una scrivania sottrasse 150 mila lire. Finita l'opera chiuse tutte le porte, usci con I due operai ai quali disse di ripassare dopo qualche giorno dal colonnello che li avrebbe pagati. E parti per il Piemonte, La sera il colonnello invano cerco di entrare nell' alloggio: le chiavi non servivano. Faticò stu pito e dovette far intervenire un fabbro. Ma una volta che fu nel corridoio trovò chiusi gli usci delle stanze. Uno scherzo da lasciar lo allibito. Fu il portinaio a dirgli che poco prima era venuto l'attendente con due operai. Poi scoperse anche il furto. Scaduta la licenza l'aviere si guardò bene di far ritorno al re parto. I carabinieri Io sorpresero a Mongrando in provincia di Vercelli e lo arrestarono. Tradotto a Torino tu rinchiuso nelle carceri di via Ormea. Ieri all'udienza il presidente del Tribunale gen. Fa r»Ur, gli ha chiesto se almeno ave va approfittato della licenza per sposarsi. Ha risposto : « Non ho potuto, signor generale, mi mancava un documento ». « Ma come ? Chiedi il permesso per sposarti prima ancora di aver le carte? Ho il dubbio che le nozze siano state un pretesto per ottenere la licenza ». P. M. al processo era il col. Cavalcasella, cancelliere il cap. Foti. Difensore l'avv. Levi.
Persone citate: Domenico Revelchione, Eugenio Falconi, Foti, Revelchione
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