Morti in un crepaccio dello Chardonnet un alpinista francese ed uno svizzero

Morti in un crepaccio dello Chardonnet un alpinista francese ed uno svizzero Trsrolfi da una valanga per cinquanta metri Morti in un crepaccio dello Chardonnet un alpinista francese ed uno svizzero Un loro compagno ha dato l'allarme, ma i soccorsi sono stati tardivi (Nostro servizio particolare) Chamonix, 7 ottobre. Un incidente alpinistico è costato la vita di due alpinisti, un francese ed un belga, sul ghiacciaio della Rocca dello Chardonnet, al confine tra le Alpi Cozie e le Alpi Graie, poco lontano dal passo del Fréjus: tre uomini in cordata, travolti da una valanga, sono precipitati in un crepaccio e due di essi hanno tro vato la morte. I tre arrampicatori — due ginevrini, Jean Joly e Jean Marie Vermot, e uno di Annemasse, Bernard Morot — avevano dato l'attacco ad una delle cime della Rocca che si innalza a circa tremila metri: mèta dei tre amici era l'Aiguille du Chardonnet, una elegante ed aerea arrampicata, che, in questa stagione è con siderata quanto mai pericolo sa. Tuttavia io condizioni climatiche erano «insolitamente favorevoli. L'ascensione, a quanto ha narrato il superstite Jean Ma- rie Vermot, sì era svolta normalmente, senza che i tre alpinisti, molto esperti anche se non da considerarsi tra gli assi deli", specialità, incontrassero difficoltà insormontabili. La sciagura è avvenuta al ritorno quando i tre amici, guadagnata la vetta, stavano nuovamente dirigendosi al rifugio del Fréjus: è stata una sciagura di quelle fortuite. Una valanga staccatasi dal fianco della, montagna si è abbattuta sugli alpinisti mentre stavano attraversando il ghiacciaio della Rocca: i tre amici ne sono stati investiti in pieno e nulla hanno potuto per opporsi al flusso di neve, di sassi e di detriti che li trascinava verso il fondo-valle. Un crepaccio profondo qualche decina di metri è stato il termine del loro volo, un crepaccio nel quale i tre alpinisti sono finiti soffocati dalla neve che li aveva trascinati per una cinquantina di metri. Jean Joly e Bernard Morot rimanevano privi di sensi, poiché la loro caduta era stata rovinosa, avendo ri cevuto colpi in tutte le parti del oorpo e sul capo; erano lordi di sangue, che andava rapidamente coagulandosi per il. freddo sulle loro ferite; Jean Marie Vermot, invece, era riuscito a cavarsela senza conseguenze troppo gravi Benché malconcio, il Vermot era in condizioni di muoversi senza sentire dolori troppo forti. Il suo primo pensiero, dopo essersi accorto che poteva reggersi in piedi, è stato' di prestare soccorso ai due amici: riusciva a rianimarli un po', ma doveva constatare che le loro condizioni erano gravissime. Si chiese allora se fosse più conveniente rimanere con loro per sostenerne il morale, invocando soccorso con le sue grida, o se non fosse più opportuno tentare di risalire ai margini del crepaccio per recarsi poi al vicino rifugio del Fréjus, donde chiedere soooorsi. Bi attenne alla seconda soluzione e, dopo aver riparato i due compagni con i sacchi a pelo e averne disinfettato le ferite con la grappa, tentò di risalire alla superficie. Fu una fatica terribile: Vermot era ossessionato dalla preoccupazione di far presto, di guadagnare ogni secondo ben sapendo che la salvezza dei suoi compagni dipendeva dalla sua capacità di far presto a far giungere i soc corsi; più volte gli accadde di scivolare e di dover riprendere l'arrampicata, ma alla fine, dopo sofferenze inenarrabili riusci ad uscire dal crepaccio. Dà li si buttò giù /?i corsa fino al rifugio, e fu un miracolo ohe non gli accades- l'vgosdrfspQnnvsednmrpspcclimPuaWVussd1gngadvcsptsbUDddemmtmMticomunque a giungere al rifu gio ed a dare l'allarme ad Argentière e a Chamonix. Subito, sia dall'una che dal- ,„,_,« , .•„.„,„,7.-„t.., 'se di precipitare ttrtmediabU-. ™™!ll?.SltriJLe?lÌC,Ì. ™?cl! l'altra località, partivano alla volta del Fréjus guide alpine e gendarmi che nel giro dì una ora, grazie all'elicottero di cui si servirono per superare la distanza che li separava dal rifugio, furono sul posto: si formò così una carovana di soccorso, che si diresse sul punto indicato da Vermot. Qui tre alpinisti si .calarono nella spaccatura ghiacciata sino a raggiungere il luogo dov'erano rimasti i due alpinisti: purtroppo però i soccorsi erano giunti troppo tardi, dei due sventurati non rimanevano che i cadaverit Con estrema difficoltà i corpi vennero riportati al margine del crepaccio, ove furono caricati sull'elicottero che nel frattempo era atterrato sul ghiac ciaio; le due salme venivano composte nella cabina del ve livolo e trasportate a Chamonix. • 1. v.

Persone citate: Bernard Morot, Jean Joly, Jean Marie

Luoghi citati: Argentière, Fréjus