Kesselring definisce "giuste,, le fucilazioni ordinate da Schoerner

Kesselring definisce "giuste,, le fucilazioni ordinate da Schoerner Kesselring definisce "giuste,, le fucilazioni ordinate da Schoerner Scambio di effusioni in Tribunale fra i rapidamente per. mantenere l'ordine,, due ex-collaboratori di Hitler - "Bisognava punire ' Un sottufficiale descrive un drammatico episodio (Dal nostro corrispondente) Borni, 3 ottobre. Al processo di Monaco contro il feldmaresciallo Schòrner s'è presentato a testimoniare un tristamente famoso ex-collega dell'imputato, il criminale di guerra Albert Kesselring. L'ex feldmaresciallo Kesselring, che ha ora 71 anni, si è avvicinato prima di tutto al banco, degli accusati, salutando Schòrner con molta effusione. Quindi si è presentato al presidente della Corte per rispondere alle domande. Al Tribunale di Monaco si sta ora discutendo se le fucilazioni e le impiccagioni ordinato dal feldmaresciallo, senza procedimento giudiziario, fossero o meno legaii, secondo le leggi militari del 1945. Kesselring, come tutti si aspettavano, ha cercato di dimostrare che Schòrner agì nel pieno della legalità: «Hitler — ha detto Kesselring — aveva autorizzato i comandanti tedeschi a far fucilare i colpevoli, in certi casi senza processo. In altre determinate circostanze i comandanti erano addirittura obbligati a questa sommaria giustizia. In genere, nei casi « normali », il militare accu sato non' poteva essere passa to per le armi senza.essere stato prima interrogato; tuttavia l'interrogatorio poteva anche essere omesso qualora, por esempio, l'accusato fosse stato colto in flagrante. Ai comandanti, insomma, era concesso di « punire rapidamente » per mantenere l'ordine fra ' le truppe «C'è poi da considerare che, avvicinandosi la sconfitta, gli ordini di Hitler diventarono sempre più duri ». Secondo Kesselring, quindi, 11 feldmaresciallo Schòrner avrebbe avuto le carte in regola, dato che il sergente da lui fatto fucilare perché addormentatosi al volante della sua auto, e I due ufficiali responsabili di avere abbandonato la piazzaforte di NeisBe, erano stati colti sul fatto; e poi, come hanno detto e ripetuto Kesselring e altri testimoni, la rapida giustizia del feldmaresciallo fu, in ogni caso, giustificata dalla necessità di mantenere l'ordine. Non è da escludersi che, almeno per quanto riguarda « il tentato omicidio » dei due ufficiali, Schòrner venga assolto. La difesa può infatti dimostrare che il maggiore Jiingllng, vice-comandante di Nelsse, venne poi regolarmente condannato a morte da una Corte marziale; e che l'altro ufficiale. Il col. Sparre, fu poi « graziato » dallo stesso feldmaresciallo in Jz r n a i x e to i r i a e , o i l — a i, n e aa e r o o r e e, li o o aue e ofseguito alle pressioni del suol generali (Schòrner ritirò l'ordine di fucilazione quando gli dissero che Sparre era imparentato con il segretario del partito nazista, Bormann). Non è certo, però, che Junglìng fosse stato condannato giustamente dalla Corte marziale; Invece secondo Kesselring la sentenza fu giusta e lo si può capire da questa sua affermazione: «Le città-fortezza, come appunto Neisse — ha detto — dovevano essere difese fino all'ultimo uomo e non venire abbandonate senza ordini superiori: cosi era Btato stabilito da Hitler ». Stando ad altre testimonianze, invece, l'abbandono di Neisse da parte dei due ufficiali, costituì un fatto più che logico. Berhard Fietz, un ex-capitano che fece sgomberare Nelsse per ordine dei due ufficiali, ha detto oggi in Tribunale che la guarnigione era composta di sessanta uomini al massimo. Horts Jekumowski, un ex-sottufflciale chiamato a testimoniare, ha parlato poi del caso Arndt. Jakumowski, che diriJgeva l'autocolonna del disgraziato sergente, udì a un certo punto qualcuno che imprecava. Scese dalla macchina e si trovò di fronte a Schòrner, furibondo per aver trovato l'Arndt addormentato al volante. Con Jakumowski, Schòrner fu cortese: gli strinse la mano e gli offrì da fumare. Soltanto più tardi il sottufficiale seppe che l'Arndt era stato fucilato' per ordine del feldmaresciallo. « E' vero che Arndt era ubriaco? » ha domandato il presidente del Tribunale. <■■ Arndt aveva bevuto prima di mettersi in viaggio, molti altri di noi. Ma anche Schòrner aveva bevuto parecchio: Il suo fiato puzzava di alcool ». m. c, comej

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