Condannato a 25 anni il cameriere che ha ucciso la turista brasiliana

Condannato a 25 anni il cameriere che ha ucciso la turista brasiliana Condannato a 25 anni il cameriere che ha ucciso la turista brasiliana Dopo due ore e mezzo di Camera di Consiglio, la Corte l'ha riconoscirto colpevole di omicidio volontario con l'aggravante della tentata rapina (Dal nostro corrispondente) Milano, 2 ottobre. Giovanni Caldera, il giovane cameriere che la sera del 12 agosto 1955 uccise la signora brasiliana Elisa Ferreira-Machado, è stato condannato dai giudici della nostra Corte di Assise a 25 anni di reclusione più tre anni di libertà vigilata e a 25 mila lire di multa, essendo stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario con l'aggravante della tentata rapina in proprio: all'Imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche. L'udienza odierna era stata occupata dalle ultima arringhe di parte civile, dalla requisitoria del Pubblico Ministero, dall'orazione - della difesa. Il rappresentante della pubblica accusa al termine della udienza antimeridiana aveva chiesto una condanna per il Caldera a 26 anni di reclusione e a 30 mila lire di multa, all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, all'internamento in una casa di cura e custodia per il periodo di cinque anni a pena scontata. A queste conclusioni il P. M. era giunto dopo aver fatto un accurato esame delle cause che portarono i! giovane al delitto. La requisitoria del dott. Gresti si è basata essenzialmente sull'« Intenzionalità » del crimine: Giovanni Caldera, infatti, pur avendo sempre sostenuto di non aver avuto alcuna intenzione di rubare, si è invece contraddetto sia nella confessione resa non appena scoperto, sia nel suo modo di agire. « Se l'imputato non aveva alcuna intenzione di rubare — ha detto 11 P.M. — perché mai si sincerò, prendendo le chiavi delle stanze del secondo piano, di non poter essere disturbato dalla ■ cameriera cui spettava l'incombenza dei servizi nelle camere occupate da signore? Giovanni Caldera è un simulatore che non ricorda più nulla del delitto solo davanti alla Corte, ma in realtà nella sua mente aveva calcolato ogni eventualità. E se fosse stato vero che in lui non albergavano propositi di furto, quando la povera signora brasiliana lo trovò con in mano il romanzo tra le cui pagine aveva posto numerose banconote svizzere, perché mai reagì in modo tanto violento? La realtà è un'altra — ha detto ancora la pubblica accusa: — l'attuale imputato deve essere stato scoperto a rubare; forse aveva già intascato il denaro e non c'era per lui più alcuna possibilità di scampo. Elisa Ferreira Machado lo avrebbe denunciato alla direzione dell'albergo. Il giovane ha perduto allora il controllo dei propri nervi ed ha uccido». Il dett. Gresti, avviandosi alla conclusione .aveva chiesto che l'imputato dovesse rispondere anche del reato di tentata rapina dal momento che uccise per assicurarsi l'impunità di un furto che stava commettendo. Il rappresentante della pubblica accusa aveva inoltre considerato inaccettabile il responso del perito psichiatra dott. Pocobelll, che riconobbe totalmente infermo di mente l'imputato ed accettabile in linea di massima quello del prof. Filippini, che ritenne il Caldera seminfermo di mente. Ha quindi preso la parola 11 primo difensore Armando Ciliari che ha chiesto l'aspoluzione di Giovanni Caldera dal reato di tentata rapina e l'incapacità di intendere e di vo¬ aiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lere per quanto si riferisce al delitto da lui commesso. Nel pomeriggio ha preso la parola l'ultimo difensore avv. Giovanni Bovio, che ha invocato la clemenza della Corte elencando tutte le attenuanti alle quali i giudici avrebbero potuto attenersi. Poco dopo le 17,30 la Corte è. entrata in camera di consiglio uscendone verso le venti per pronunciare la sentenza di condanna. Giovanni Caldera ha accolto il verdetto In lacrime: la sorella Matilde ha cercato di avvicinarsi a lui per salutarlo ma è stata trattenuta da) carabinieri. I legali dell'ex-cameriere hanno già dichiarato che interporranno ri corso. i < i. c. m. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiii

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