Pella riferirà sul viaggio negli S.U. ma non verrà discussa la politica estera di Enzo Forcella
Pella riferirà sul viaggio negli S.U. ma non verrà discussa la politica estera Oggi si riunisce il Consiglio dei Ministri Pella riferirà sul viaggio negli S.U. ma non verrà discussa la politica estera U accantonamento è richiesto dal Ministro, che è stato colpito da una leggera forma di influenza - Ampio esame della situazione preelettorale - Secondo Tambroni il mese adatto per la chiamata alle urne è maggio • Andreotti chiede che Fanfani chiarisca le future alleanze della d.c. Roma, 30 settembre. Oggi l'< asiatica » si è affacciata nel mondo politico romano, ma non si è sicuri che si tratti proprio di essa: qualcuno, anzi, l'ha accusata di- offrirsi come un alibi per evitare al Consiglio dei Ministri una discussione di politica estera che poteva diventare imbarazzante. Il colpito, difattl, è proprio il ministro degli Esteri. In un primo momento sembrava che il lieve attacco, a carattere benigno, che ha accusato stamane, gli avrebbe Impedito di partecipare alla riunione consiliare di domattina, che doveva ascoltare e discutere la sua relazione sulla situazione internazionale. Più tardi, invece, 1 portavoce hanno avvertito che «non pare si tratti di asiatica) ed hanno spiegato che Pella si recherà egualmente al Viminale, e dirà quel che ha da dire. Ma poi pregherà i colleghl di sì.in aprire una discussione su! suo intervento per consentirgli di tornare subito a casa Si è pensato, così, di aver trovato un compromesso tra le esigenze dell'amministrazione e quelle della salute del ministro. Ma proprio il compromesso ha attizzato i sospetti facendo circolare la voce di una «asiatica politica ». Le malignità corrono velocemente per i corridoi di Montecitorio. Può darsi che si tratti davvero di un lieve attacco influenzale, ma può essere vero che Pella, d'accordo con Zoli, abbia giudicato opportuno di rinviare una discussione che avrebbe potuto rinfocolare una polemica ormai sopita e dare nuove armi a quanti si ripropongono di mettere sotto accusa nel prossimo dibattito parlamentare sul bilancio del suo dicastero la politica estera condotta dall'attuale Governo negli ultimi mesi. Ancora ieri Gonella, riprendendo il tema della sua polemica con Del Bo, tornava ad accusare i « neo-atlantici » di sostenere per la soluzione del problema tedesco tesi più vicine ai sovietici che agli assertori della sicurezza europea ed atlantica. E proprio oggi è apparso su una rivista diretta da Pella — Stato Sociale — un lungo studio dello stesso Del Bo su « La nozione di neutralità nella fase politica odierna>, che, pur avendo carattere accademico e staccato dagli avvenimenti, ribadisce le opinioni sulla Germania del giovane ministro. E' evidente che né Zoli, né Pella hanno interesse a che la discussione venga ripresa e sviluppata in Consiglio dei ministri. Se accantonerà l'esame della politica estera il Consiglio — oltre all'approvazione di un certo numero di provvedimenti di ordinaria amministrazione — inizierà probabilmente quello della situazione pre-elettorale. Il ministro dell'Interno dovrebbe illustrare ai colleghi le conclusioni degli studi sull'incidenza del fattore stagionale nell'affluenza degli elettori alle urne, e si pensa che coglierà l'occasione per accennare anche ai sondaggi compiuti sugli umori politici delle varie Provincie. Per quello che ne sappiamo, il ministro è convinto che l'epoca migliore per le elezioni rimane la primavera, e più particolarmente il maggio. Ma ritiene che, in caso di necessità, si potrebbero anche svolgere in inverno, senza provocare una sensibile diminuzione della percentuale di votanti. Al Ministero dell'Interno — ma di questo ovviamente non ?i parla né ufficialmente né ufficiosamente — si riterrebbe anche che le posizioni della D. Ci pur essendo tali da prevedere un miglioramento dei risultati ottenuti nel 1953, non consentono di nutrire eccessive speranze sull'ampiezza di questo miglioramento. I risultati dei sondaggi, In altri termini, non solo renderebbero illusorie le speranze di voler puntare ancora al « nuovo 18 aprile », ma farebbero anche credere di difficile attuazione il balzo dall'attuale 40 per cento al 44-45 per cento (che è il margine di sicurezza necessario alla D. C. per rendere di facile soluzione il problema delle alleanze post-elettorali). Sono indiscrezioni, ripetia- mo, e non sappiamo neppure quanto fondate. Aggiungiamo tuttavia che esse non giungono nuove per i dirigenti del Partito di maggioranza. Confermerebbero, anzi, alcune conclusioni cui essi sono già pervenuti da tempo. Si sarà notato, difatti, che da mesi ess, evitano di riportare il discorso sulla maggioranza assoluta, come obiettivo realizzabile dalla prossima - consultazione elettorale. Si è constatato, infatti, che alla D. C. per l'aumentato numero di elettori e per il meccanismo di distribuzione della nuova legge elettorale — occorrerà conquistare altri 600-700 mila voti soltanto per mantenere le attuali posizioni. Per portarsi vicina al 50 per cento dovrebbe guadagnare più di due milioni e mezzo di voti: un obiettivo che nessun dirigente responsabile di Partito può proporsi a cuor leggero. Di qui prende indirettamente le mosse anche la polemica sulla piattaforma programmatica del partito che continua a serpeggiare nelle file democristiane. Oggi vi è intervenuto Andreotti, che ha dato parzialmente ragione a Gonella nella richiesta di un « chiarimento sulle alleanze > già avanzata a Fanfani e dallo stesso Fanfani respinta. Secondo Andreotti, il problema non è di dire fin d'ora con quali alleati la D. C. intende fare il futuro Governo, ma di dire con quali essa non intende in alcun caso farlo. «All'elettorato si deve parlare con onesta franchezza, dicendo innanzi tutto che con i comunisti, e con i socialisti loro alleati, noi non intrecceremo mai intese di sorta >. E più oltre: « La logica vuole che, cessate le brutte schermaglie di oggi, i partiti di centro ritrovino la concordia almeno nelle cose essenziali ». Andreotti tende, evidentemente, ad impegnare Fanfani proprio sul fianco che questi vuole mantenersi più libero, quello dei rapporti con i socialisti e con i partiti di centro. Resta a vedere, anche questa volta, se e come il segretario della D. C. riuscirà a sottrarsi alla stretta. Enzo Forcella
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