Ribassi in Borsa e congiuntura negli S.U.

Ribassi in Borsa e congiuntura negli S.U. Ribassi in Borsa e congiuntura negli S.U. Da tre mesi i titoli industriali quotati presso la Borsa di Nuova York sono vòlti al ribasso, ih media il loro indice {Dow Jones) ha perso il 12 per cento rispetto alla quotazione massima del luglio e, in questi giorni, ha toccato un livello lievemente inferiore al minimo del maggio '55. Riprendono pertanto le discussioni sulla situazione economica americana. Può considerarsi chiusa la fase di espansione che ebbe inizio nell'agosto del '54? Siamo in recessione? Che succederà in Europa? A proposito di questa diagnosi congiunturale due tesi in netto contrasto sono sviluppate in America. I -<rec?ssionisti» (ov. vogliamo denominarli così ! ) vanno dicendo : badate all' indice della produzione industriale. Aveva raggiunto un vertice a 147, in dicembre; nell'aprile e nel maggio scorso perse terreno, sino a quota 143; nel luglio è a 144. Non si osserva, dunque, alcun progresso sensibile. E come lo si avrebbe? Il governo federale ha il bilancio in attivo e ripete che nel 1958 diminuirà le spese per la difesa di 4 miliardi di dollari. L'industria automobilistica, colonna portante della nroduzione americana, si è ormai rassegnata a considerare il '57 un anno mediocre. L'industria dell'acciaio lavora all'80 per cento della capacità^ ed il suo carnet d'ordini inevasi palesa diminuzioni. Le scorte di prodotti industriali finiti sono aumentate, alla fine del primo semestre del 1957, di 2 miliardi di dol lari. Chi si sorprenderebbe in queste circostanze di un rallentamento negli investi menti privati? I titoli in dustriali in Borsa manifestano per l'appunto code sta maggior cautela degli operatori economici. La recessione non soltanto è alle viste; essa è già in atto. Tuttavia contro questi ragionamenti gli «espansionisti» ribàttono: l'attenzione non va posta su' poche episodiche manifesta' zioni riguardanti quotazioni di titoli (influenzate anche da perturbazioni politiche) oppure soltanto su taluni rami d'industria. Deve ri volgersi al consumatore, che assorbe più dell'80 per cen to della produzione americana. Ora il consumatore non mostra per nessun segno di voler diminuire i suoi acquisti. Le spese per abitazione sono sempre a livello massimo. Le spese per apparecchiature elettrodomestiche non manifestano alcuna flessione. Quanto alle spese per i beni di consumo corrente sono addirittura in confortante ripresa. Le autorità del Federai Reserve Board vanno citando un indice delle vendite al minuto che è in continuo aumento dal maggio del '57; ed hanno calcolato che, se si mantenesse l'attuale ondata di acquisti, l'industria americana potrebbe contare su una maggiore domanda globale per 7 miliardi di dollari in capo ad un anno. Del resto i prezzi dei beni venduti al consumatore sono ancora in aumento. Il loro indice, pari a 118 nel dicembre del '56, è oggi a 121. Dove individuare i mercati «dominati» dai compratori che sono saliente caratteristica d'ogni fase di recessione? * * Non sorprendiamoci per queste due diagnosi congiunturali, che concludono in senso opposto. E' abbastanza frequente, infatti, che, in certe fasi cicliche — intermedie fra l'espansione e la recessione o viceversa — si abbiano con trastanti sintomi, che possono a lor volta coonesta' re ragionamenti opposti. Né va nascosto come oggi e l'una e l'altra diagnosi pos sa rivelarsi corretta, in dipendenza di avvenimenti fu turi ed incerti. Supponiamo che i consumatori, speran do in una diminuzione nei prezzi, contraggano improvvisamente i loro acquisti in America. Allora per davvero la recessione prenderà piede e progredirà. D'altro canto supponiamo che agli inizi del '58 il lancio di nuovi tipi di automobile abbia grande successo. La ripresa dell'industria automobilistica avrà effetti di moltiplicazione anche sulla siderurgia, e molti sintomi, che oggi generano dubbi, scompariranno. * * Comunque — ove sopravvenisse un'ondata recessiva — le autorità economiche americane non rimarrebbero inerti oppure sarebbero disarmate. Escludiamo senz'altro misure lambiccate ed insolite, come quella svalutazione del dollaro rispet¬ tugsmmcdlvs1'snsbscncpappsvn a o a i l i o o o I o o e . E e n a r l i a l e n n i . i ' i e ) i to all'oro che per il loro utile particolare, vanno suggerendo i francesi, in questi giorni. Basterà, in primo luogo, che le autorità monetarie americane rinuncino alla loro politica di denaro caro. La Banca della Riserva Federale di Nuova York aveva fissato il suo tasso di sconto all'I e 1/4 per cento agli inizi del '54 quando la presente fase economica di espansione non si era ancora manifestata. Gradatamente (si ebbero sette aumenti del tasso di sconto, in tre anni!) codesto saggio fu portato nell'agosto dèi '57 al 3,5 per cento : livello elevatissimo per il mercato finanziario americano. Sarà sufficiente procedere in senso inverso per assistere ad una ripresa degli investimenti privati ed ancor più prontamente ad un aumento dei titoli obbligazionari ed azionari in Borsa. Non bastasse ancor ciò, vi sarebbe sempre di riserva, per sostenere lo sviluppo economico, una politica di lavori pubblici, resa più facile dalle eccedenze nel bilancio federale accumulate durante gli ultimi anni. Non crediamo, tuttavia, che gli Stati Uniti d'America, in conseguenza di una recessione economica più o meno lieve, vogliano nuovamente incamminarsi sulla strada di una politica commerciale discriminatoria e protezionistica verno l'Europa. Non mancheranno certo le proposte e le pressioni di produttori americani in questo senso. Ma le autorità politiche di quel Paese (già oggi preoccupate per il riapparire di un attivo, nella loro bilancia dei pagamenti, verso il nostro continente) sono divenute, con l'andare del tempo, vieppiù consapevoli dei compiti dell'America come Stato-guida per l'Occidente ; ed hanno potuto constatare (e mostrare agli altri) i vantaggi conseguiti da tutte le Nazióni occiaéntalìin seguito all'espansione del commercio internazionale. Saranno così protette dal cadere in gravi errori passati. Ferdinando di Fenìzio

Luoghi citati: America, Europa, Fenìzio, Nuova York, S.u., Stati Uniti D'america