A Milano ultima volata: 1° Van Steenbergen, 2° Poblet

A Milano ultima volata: 1° Van Steenbergen, 2° Poblet DOPO UNA TAPPA SENZA EMOZIONI A Milano ultima volata: 1° Van Steenbergen, 2° Poblet Da uno dei nostri inviati Milano, lunedì mattina. L'avventura è finita. Per l'ultima volta i componenti di quella chiassosa carovana a due e quattro ruote che per venture giorni hanno fatto vita comune negli alberghi e sulle strade d'Italia, si ritrovano insieme per la tradizionale passeggiata trionfale -erso Milano. 71 40° Giro d'Italia stacca l'ultimo foglietto dal suo calendario, e Abano Terme saluta i girini avviati all'ultima fatica verso il trionfo finale all'Arena milanese. Si parte alle 11, l'atmosfera è quella che contraddistingue quasi sempre l'ultima tappa del Giro: è domenica, le posizioni della classifica so7io ben delineate, lo stesso Louison Bobet, il gran de sconfitto della competizione, sembra abbia capito di non poter fare più nulla contro la Maglia rosa Nencini. Il cammino è assai lungo: S57 chilometri (6 più del previsto per una deviazione all'uscita di Abano) , e fa caldo. Accade ^quindi quello a cui si è ormai filosoficamente preparati: la tabella oraria sulla media dei 38 chilometri fornita dagli organizzatori è una pia- illusione, che il plotone marcia compatto ai 30 all'ora, scuotendosi solo per l'iniziativa di qualche isolato, in vista di un traguardo a premio. Sulla salita di Teolo scatta Jean Bobet e Mosèr lo insegue. I due s'impegnano in volata appena vedono uno striscione di traguado; vince Bobet, ma è uno sprint inutile, il telone d'arrivo riguarda, infatti, una corsa per dilettanti che si sarebbe svolta nel pomeriggio. Prima di Lonigo (km. 4-7J) scatta Manie e guadagna 50" e va a vincere il traguardo a premio, fermandosi poi in una vicina frazione per riabbracciare la fidanzata. Poi attende il gruppo che procede sempre ad.,andatura turistica, aspettato con impazienza da un fittissimo pubblico. Si transita a Verona con gli ottanta superstiti sempre insie. me alle 13,1/0, con 35 minuti di ritardo sulla media dei 38. La corsa procede nella calma, mentre il tempo prepara al Giro l'ultimo cattivo scherzo: co mincia a piovere; prima una pioggerella autunnale, poi un violento acquazzone che rinfresca la temperatura, ma non invoglia egualmente i corrida ri a pigiare sui pedali. A Desenzano (km. 117) il ritardo è invariato, mentre l'andatura si ravviva alle porte di Brescia, dove è fissato un traguardo volante. Si passa alle 15,31 e vince Oarlesi su Uliana e Poblet; poi si riprende la passeggiata ai 30 all'ora. Forano Manie, Cassano, Impanis e Rolland, che rientrano senza difficoltà. Ci si avvicina a Ospitaletto (km. 157) dove Gaul nella Como-Trento commise l'ingenuo errore che ■iiiiiiiiiiiiiiiiiinii iimtiiiiiiiiiiiiiiiiiim gli costò la sconfitta. Un arguto cartello ricorda l'episodio: « Qui Gaul si fermò a faro la fatale... », vi è scritto, e la frase è illustrata da un disegnino assai eloquente. Poco prima del rifornimento di Rovato (km. 163,5) si verifica nel gruppo una caduta generale sulla strada bagnata. Tutti si rialzano, meno Giudici e Albani che devono cambiare una ruota e sono lièvemente attardati, mentre Ciampi che ha avuto la peggio riportando numerose contusioni ed escoriazioni è costretto a ritirarsi. A Treviglio (km. £00,8) il gruppo transita alle .17,05, e Guer- rini vince il traguardo volante davanti a Romagnoli e Pellegrini. A quest'ora si dovrebbe già essere alle porte di Ufilana, ma l'andatura non accenna ad .aumentare. E' cessata la pioggia, e la folla ai margini della strada è diventata sempre più fitta: una doppia siepe umana attraverso la quale la nostra macchina fatica ad aprirsi un varco. La carovana delle automobili che precedono i corridori è tutta uno strombettare di clackson. La siepe si schiude al passaggio, ma poi le toste sporgono nuovamente a guardare più in fondo dove i non si scorgono ancora. E' uno I Gspettacolo questa folla; il Giro che per tante contrade aveva viaggiato solo o quasi, ora è accompagnato nel suo viaggio trionfale verso Milano da una ininterrotta marea di appassionati che da ore attengono il passaggio della carovana reggendo cartelli ingenui ed espressivi. Ne scegliamo due a caso: « Gastone sei brutto, ma sei forte!*, oppure: <Baldini ti vogliamo in maglia gialla al Tour!>. A Monza (km. 131), il passaggio . avviene alle VtfiO. Milano è ormai vicina, il pioto ne sente l'aria di casa e si riscuote. Sono i belgi guidati da Van Steenbergen che menano la danza, e se prima si andava ai 30 all'ora, ora si va ai 50. La folla sempre più fitta non ha voce bastante per gridare il suo incoraggiamento a Nencini, la cui maglia rosa spicca in mezzo al gruppo. Si transita a Sesto S. Giovanni sempre ad andatura sostenutissima, è poi si è alla periferia di Milano. La sfilata nelle vie della città è una festa che smentisce quanti sostengono che-il ciclismo è in declino. Milano è tutta per le strade ad applaudire il suo nuovo idolo Nencini. ma per tutti vi è un applauso; per Defilippis, bravo e sfortunato protagonista fino a Forte dei Marmi; per Louison Bobet, la cui sconfitta non costituisce un'ombra per la generosa prestazione di un campione di razza; per il sorprendente Baldini; persino per Gaul, cu\ la folla perdona volentieri il caratterino piuttosto difficile vedendolo caracollare agilmente in bicicletta con la sua aria da monello.' Quando si giunge al cartello dell'ultimo chilometro — è l'ultimo sul serio, questa volta — 11 gruppo è sempre compatto. Un urlo accoglie l'irrompere dei corridori sulla pista dell'Arena. Fini . della Faema guida la fila'; alla sua ruota è Van Steenbergen, seguito da Van Est] Maule, Poblet e tutti gli altri. Alla campana le posizioni sono immutate, poi, sul rettilineo opposto all'arrivo, Van Steenbergen scatta irresistibilmente e il suo rivale Poblet è alla sua ruota; il tradizionale duello si rinnova in uno sprint emozionante. Rik scatta ancora, Miguel insegue, ma il belga è primo sul traguardo per la sua quinta vittoria di tappa, con mezza macchina di vantaggio sullo spagnolo. Terzo è Maule, quarto Van Est, poi tutti gli altri. Nencini è stretto d'assalto; la sua maglia rosa scompare in una marea di tifosi entusiasti, finché due volonterosi non 10 issano sulle loro spalle e lo portano in trionfo. Poi le interviste radio, la televisione, i giri d'onore per Gastone, per Van Steenbergen, per tutti. Applausi e ancora applausi. Gastone Nencini abbraccia Magni, abbraccia Belloni e il dirigente della Chlorodont dottor Marchi. Una lacrima di gioia scende a rigare il viso sporco di fango di questo generoso atleta toscano che ha vinto meritatamente il 40' Giro d'Italia. Gianni Pignata e Van Steenbergen batte Poblet nella volata all'Arena (Molalo)