Un'auto contro una casa: due uccisi presso Vercelli

Un'auto contro una casa: due uccisi presso Vercelli Tragico schianto dopo una vertiginosa corsa nella notte Un'auto contro una casa: due uccisi presso Vercelli Di ritorno da una cena un automobilista vercellese propone ad un amico una gara di velocità - Sotto la pioggia scrosciante, appena giunto nel paese di Formigliana perde il controllo del volante e si uccide insieme con uno dei passeggeri - Una giovane donna in fin di vita e un'altra gravemente ferita .0.-i/ nostro corriSftoniJcrttc Vercelli, lunedi mattina. Due uomini morti, una donna in fin di vita e un'altra donna ferita gravemente: questo il bilancio di una spaventosa sciagura stradale provocata (secondo i risul-tati di una prima inchiesta) da una scommessa fra due automobilisti. Il disastro è avvenuto, in circostanze che danno il raccapriccio, verso l'una e trenta della notte fra sabato e domenica, nel centro del paese di Formigliana, sulla provinciale VercelliBiella, ad una quindicina di chilometri da Vercelli. I/altra sera un gruppo di vercellesi si era dato appuntamento davanti all'albergo Ponte Nuovo per una cenetta. Erano sette persone in tutto: Giovanni Martinetti, di iS anni, la fidanzata Afra Musso, di SS anni — entrambi impiegati all'Istituto Nazionale Assicurazione Malattie, — il rappresentante di commercio ventunenne Otello Miola, la giovane Edmea Giassati di SS anni, Silvio Scanzio, Enzo Musso ed un altro uomo di cui non si è saputo il nome. Il gruppo di amici stava già per entrare nel ristorante quando uno di essi suggerì una gita fino a Buronzo: la cena l'avrebbero fatta là. L'idea trovò generali consensi. Sulla vettura del Miola, una € 1100 » targata TO 193897, salivano il Martinetti e le due donne; sulla seconda automobile, gli altri. Il viaggio fu compiuto ad andatura normale e senza imprudenze. Giunta a Buronzo la comitiva consumò una cena abbondante, annaffiata — pare — da numerose bottiglie di vino. Verso l'una e un quarto tutti lasciarono il ristorante e si avviarono verso le macchine. Fu a guesto punto che il Miola avrebbe proposto all'amico che guidava la seconda < 1100 >, di precederlo. « Mi sento in vena di correre — avrebbe detto —. Scommetto che ti supero in pochi chilometri >. Le due automobili partirono rombando, saettarono come bolidi sulla strada deserta. Fu una corsa emozionante, i piloti badavano soltanto a non perdere terreno. Nelle curve le gomme stridevano sull'asfalto; talvolta le vetture sbandavano leggermente, subito riprese dai guidatori. La pioggia, che cadeva a dirotto, rendeva quasi nulla la visuale. A circa cinquecento metri da Formigliana la < 1100 > del Miola raggiungeva l'auto dell'amico, la doppiava, entrava nell'abitato senza rallentare. Dopo avere percorso il primo fratto di una duplice curva ad « esse », il Miola perdeva il controllo del volante. Invece di raddrizzarsi, la macchina filò dritto, forse a causa del fondo bagnato e tHsctdo. Un attimo pauroso. La vettura andò a schiantarsi, in corso Roma contro una casa Nell'urto violentissimo. Il volante della tllOOy aveva schiacciato il torace del Miola, che era morto sul colpo. Nei rottami dell'auto vi erano tre corpi sanguinanti: quello del Martinetti (che decedeva pochi minuti dopo, appena arrivato all'ospedale di Vercelli, trasportato con l'auto degli amici sopraggiunti) e quelli della Musso e della Giassati. Con un taxi le due donne uemtxino accompagnate al nosocomio, dove i medici si prodigavano per strappare alla morte la Giassati, in preda ad una grave emorragia interna, con le gambe fratturate ed il viso e le braccia contusi. La prognosi, per la giovane, è riservatissima. Le condizioni della Musso sembrano invece migliorili Durante il tragico incidente, per poco un uomo non moriva dallo spavento accanto ai rottami dell'automobile. Al tremendo- urto della < 1100 > contro il muro, il signor Renato Ferraro, abir tante poco lontano, era uscito per prestare soccorso agli eventuali infortunati. Mentre si avvicinava, nel buio della notte, al groviglio di lamiere, udiva una disperata invocazione: < Silvio! muoio/ Silicio.'... >. Il Ferraro, che ha un figlio a nome Silvio, veniva colto da un collasso. Stette alcuni minuti quasi esanime: poi, raccolte le for-i ze, si trascinava fino a casa e destava la moglie: < Accompagnami... Temo che sia successo qualche cosa di grave al nostro Silvio >. La coppia, trattenendo i sin.gliio.rzi, raggiungeva il luogo del disastro e prestava il suo aiuto per estrarre i corpi del Miola, del Martinetti e delle due donne. Fra di essi il figlio non c'era. Sconvolti dallo spettacolo atroce che si era presentato ai loro occhi, tornavano nella loro abitazione. Qui trovarono il figlio: era a letto e stava dormendo. b. p. Giovanni Martinetti

Luoghi citati: Formigliana, Vercelli