Intervista di Kruscev sul disarmo trasmessa ieri alla tv americana

Intervista di Kruscev sul disarmo trasmessa ieri alla tv americana Interessanti diehiamioni alternate a frasi polemiche e di propaganda Intervista di Kruscev sul disarmo trasmessa ieri alla tv americana Il leader del Cremlino ho accollo nel suo ufficio Ire giornalisti di New York e per un'ora ha risposto alle loro domande mentre il colloquio veniva filmato - "Siamo pronti ad accettare misure limitate sul disarmo, in modo che questo primo passo conduca a intese di più vasta portata. - Kruscev sarebbe disposto 'a impegnare la sua parola„ e ad assicurare i mezzi per un efficace confrollo internazionale "Tra il comunismo e gli altri sistemi vi sarà una lotta ideologica, ma non penso che vi sarò la guerra. - Un invito agli Stali Uniti: "Viviamo in pace, facciamoci concorrenza, commercialo fra noi, scambiamoci le esperienze acquisite nei campi industriale, agricolo e culturale. New York, lunedi mattina. Nel dialogo sul disarmo, che ' occupa attualmente le cronache politiche internazionali, si è inserita la parola del Segretario del partito comunista sovietico, Nikita Kruscev, di cui la « Columbia Broadcasting System» • ha trasmesso ieri sera sugli schermi televisivi l'intervista filmata concessa martedì nel suo ufficio del Cremlino. SI sono succeduti nel compito di intervistare il leader sovietico: Daniel Schorr, corrispondente moscovita della C.B.S.», B. J. Cutter, corrispondente del «New York Herald Tribune», e Stuart Novins, che cura la regia del programma televisivo «A tu per tu con il Paese » nel quale è stata presentata l'Intervista. Kruscev non era stato posto preventivamente a conoscenza delle domande che gli sarebbero state rivolte: l'intervista ha avuto perciò carattere di assoluta estemporaneità. Le domande sono state formulate in lingua inglese e tradotte a Kruscev da un Interprete del Ministero degli Esteri sovietico. Un altro interprete russo traduceva le risposte del | segretario del partito comunista pei" gli intervistatori. Gli argomenti toccati nel corso dell'Intervista — che è durata ■ circa un'ora — sono stati quelli che più direttamente interessano 11 problema dei rapporti fra Oriente ed Occidente, e in pascolare le questioni del disarmo e della « coesistenza ». Ecco, in dettaglio, i punti toccati nel quadro dei due fondamentali argomenti: per quanto riguarda il disarmo le prime domande sono state rivolte da Schorr: « Ritenete vi siano speranze di accordo sulla base delle proposte minime che gli Stati Uniti si accingono a presentare in seno alla Sottocomrhisslone dell'ONU per il disarmo? » KRUSCEV: « Per il momento non sono al corrente del passo che gli Stati Uniti si accingono a compiere, «rt quanto mièter Stassen non ha ancora rese note le sue proposte. Noi comunque siamo . pronti ad accettare una misura limitata di disarmo invece di insistere sul raggiungimento di un- accordo più ampio ed immediato, in modo che questo primo passo possa poi condurre a qualche intesa di più vasta portata ». Il Segretario del P.C. ha poi aggiunto: « Come sapete, l'Unione Sovietica ha preso l'iniziativa di ridurre le sue forze armate nella misura di un milione ed 800 mila uomini. Oli effettivi sovietici nella Germania dell'Est sono stati ridotti di S00 mila uomini. La nostra base di Porkkala, in Finlandia, è stata restituita alla sovranità finnica. Riteniamo di aver compiuto un primo importante passo verso il disarmo, ma, almeno per il momento, non abbiamo visto nulla di simile da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia e di questo abbiamo motivo di vivamente rammaricarci». SCHORR: «Potreste precisare l'entità degli effettivi sovietici attualmente sotto' le armi? » KRUSCEV: « Non posso pronunciarmi in merito, perché dovrei prima consultare il ministro della Difesa. Posso dire comunque che l'URSS è pronta a rispondere a questa domanda». SCHORR: «Per quale ragione l'Unione Sovietica non ha dato preavviso dell'effettuazione delle sue cinque ultime esplosioni nucleari? ». KRUSCEV: « L'umanità non se ne sarebbe giovata in alcun modo. Noi preferiamo una diversa impostazione del problema. Mettiamo fine una buona volta a questi esperimenti, a queste esplosioni. E se in altri casi, alcune Potenze hanno preannunciato i lo ro esperimenti, ciò si deve non già ad un loro partico- lare riguardo verso Vumani- tà, bensì alla natura del loro territorio che è tale da co- stringerle a effettuare gli e o e a E esperimenti in acque internazionali. Se voi poteste compiere gli esperimenti termonucleari nel vostre territorio metropolitano, vi asterreste da qualsiasi preavviso. Invece di indulgere in vuote polemiche, in esercizi verbali e in prolissi dibattiti, è necessario giungere all'abolizione degli esperimenti nucleari e alla limitazione delle forze armate. SCHORR: « Quali Iniziative ritenete si debbano intraprendere per evitare la guerra? ». KRUSCEV: « Perché, ad esempio, gli Stati Uniti e ali altri Paesi loro alleati non ritirano le proprie truppe dalla Germania occidentale? Perché non potrebbero ritirarsi dagli altri Paesi dell'Occidente: dalla Francia, dall'Italia, dalla Grecia, dalla Turchia f Noi ritireremmo a nostra volta le truppe dislocate nella Germania dell'Est, da Varsavia — quanto a dire dalla Polonia — dall'Ungheria, dalla Romania. Non cò¬ e Marno altre truppe in altri Paesi. Ritengo che questo sa- rebbe un primo passo assai o importante per mettere alla - prova la buona volontà delle i due parti e per creare un'ut- i L l e a e , o o a mosfera non offuscata dai pericoli della guerra, suscettibile quindi dì condurre al miglioramento delle relazioni fra i nostri due Paesi. Questo è il punto sul quale - abbiamo sempre insistito ed al quale continuiamo ad attenerci». • SCHORR: « Sarebbe la Russia disposta ad accettare un sistema di ispezione internazionale ? ». KRUSCEV: « La faccenda è diversa. Questa ispezione nasconde il desiderio di curiosare nella camera da letto del proprio vicino dopo che questi ha tirato le tendine alle finestre. Ma se ci tenete, si giu/nga pure ad un accordo sull'ispezione, purché questa avvenga su base di assoluta reciprocità. I problema dovrà comunque essere risolto attraverso negoziati internazionali ». A questo punto è intervenuto Novins, il quale ha chiesto: « Poiché la Russia si troverebbe nella vantaggiosa posizione di ritirare le' proprie truppe assai meno di quanto dovrebbero fare gli Stati Uniti, quale garanzia di reciproco affidamento intendereste darre ? ». KRUSCEV: «Non condivido la vostra opinione su questa faccenda della distanza. Dirò di più: la distanza gioca a vostro favore. La Gran Bretagna, ad esempio, è al di là della Manica, appéna a due passi dal continente europeo. Stati Uniti ed Unione Sovietica non devono guardarsi con reciproco- sospetto, ma onestamente. Noi siamo pronti a impegnare la nostra parola e ad assicurare i mezzi di un necessario controllo. Abbiamo accettato l'istituzione di basi da cui condurre tale controllo e riteniamo in queste condizioni si possa ragionevolmente escludere' la eventualità di un improvviso attacco di una delle due parti contro l'altra». E' stata quindi la volta di Cutter, il quale ha chiesto: «Nel caso di un ritiro delle truppe sovietiche dall'Europa orientale, ritenete che in quel Paesi resterà al potere il regime comunista? ». KRUSCEV: <E' sciocco pensare altrimenti. Il sistema comunista deve fondarsi sulla volontà del popolo, e se un popolo respinge quel sistema, esso ha il diritto di sceglierne uno differente. Per questa ragione non temiamo di ritirare le nostre truppe dalla Germania dell'Est come pure da alcuno dei Paesi dell'Europa orientale. Noi siamo certi àM i popoli stessi difenderanno anche meglio il loro sistema». La successiva domanda è stata formulata da Schorr: « Siete veramente persuaso che in ogni Paese a regime comunista, questo regime è fondato sulla volontà del popolo ? ». KRUSCEV: «Assolutamente. E come potrebbe essere altrimenti? Vi cito un esempio. Gli Stati Uniti hanno speso sei miliardi di dollari per armare Ciang Kai-Scek e mantenerlo al potere. Ora, tutte quelle armi americane sono passate da Ciang KaiScek a Mao Tsetung per volontà del popolo cinese il quale non vedeva nel Kuomtntangr l'espressione dei suoi diritti sovrani». SCHORR: «Quanto ritenete possa durare il regime ungherese di Kadar senza l'appoggio delle truppe e dei carri armati sovietici? ». KRUSCEV: «.Facciamo una prova. Voi ritirate le vostre truppe dalla Germania e dalla Francia e noi ritiriamo le nostre da Germania, Polonia e Ungheria. Vedrete allora sQtestddnltzAstclnsanlcsSdnmtasMasflcPi a à . a n i e . i a i . e n a a o i i : e a l o a a n a, e e a M o è : o e è e o ri e a, e ioanoi enpri a re lle ia ra che il regime di Kadar, espressione della volontà popolare ungherese, continuerà a prosperare nel futuro ». NOVINS: «Ritenete che dopo la fine della seconda guerra mondiale l'URSS abbia commesso qualche errore nella condotta della sua politica estera? ». KRUSCEV: «Sono disposto ad ammettere che ambe le parti avrebbero potuto dare alla loro politica estera una impostazione più ragionevole e che, in tal caso, avrebbe potuto essere evitato il peggioramento lamentatosi nelle relazioni internnxinnali. Ritengo tuttavia che tale peggioramento ha corrisposto ad un preciso desiderio da parte dei Paesi capitalisti ». Passando al secondo argor mento dell'intervista, la coesistenza del due blocchi, Novins ha chiesto: « Quale ritenete sia il modo migliore per contribuire ad una effettiva distensione internazionale ? ». KRUSCEV: La cosa principale consiste nel normalizzare i rapporti tra tutti i PoeM del mondo in generale e fra Stati Uniti ed Unione Sovietica in particolare. Ciò può avvenire in primo luogo attraverso l'abolizione di tutte le misure restrittive esistenti in materia di scambio. Quindi dovrebbero essere intensificati i rapporti culturali e commerciali fra i due Paesi. Gli Stati Uniti hanno eretto una loro propria "cortina di ferro", applicando misure discriminatorie contro l'Unione Sovietica- Il governo dell'URSS, al contrario, fa quanta in suo potere per realizzare una coesistenza pacifica. Ammetto che fra il comunismo e gli altri sistemi vi potrà essere una lotta ideologica, ma non penso che vi sarà la guerra. Divergenze possono esistere anche tra Paesi socialisti, come del resto è avvenuto fra URSS e Cina, e ni tratta ai fenomeno naturale connesso con le diverse condizioni esistenti nei diversi Paesi». NOVINS: Ritenete che gli Stati Uniti stiano preparando una guerra contro l'Unione Sovietica? ». KRUSCEV: «Non lo credo, ma esponenti politici e militari e particolarmente certi ammiragli (è evidente l'allusione al capo degli Stati Maggiori Unificati americani, ammiraglio Arthur Radford) si comportano in modo da farlo ritenere». NOVINS: «Il ministro della Difesa sovietico, maresciallo Zukov, non ebbe a fare recentemente dichiarazioni che suonavano minaccia verso gli Stati Uniti? ». KRUSCEV: <Il caso è diverso. La sostanza di quanto disse Zukov è questa: se alcuni esponenti politici e militari americani sostengono che gli Stati Uniti possono distruggere l'Unione Sovietica, se cioè gli attuali mezzi bellici mettono in grado un. Paese di distruggere l'altro, in tal caso anche a questo va riconosciuta la medesima possibilità. Botto questo punto di vista siamo sicuri di noi stes- ■ si. Se un uomo, che non esito a definire un pazzo, dovesse scatenare una guerra, noi saremmo nel nostro pieno diritto di prendere le opportune contromisure. Se ciò avvenisse, sarebbe una terribile calamità per l'intero genere umano. Né è da credere che una futura guerra segni la distruzione del comunismo. Io prevedo che i nipoti dei milioni di' americani che mi vedono e sentono vivranno un giorno in un regime socialista, ma l'Unione Sovietica non desidera tuttavia imporre a nessuno il suo tipo di socialismo. Noi vogliamo impegnare con voi una competizione in cui allineare le nostre forze più sane. Kruscev ha cosi continuato: « Oggi come oggi il popolo americano non mostra alcuna simpatia per le idee del marxismo-leninismo, e continua a seguire i suoi esponenti politici borghesi. Ma è forse questa una ragione di guerra ? E' forse questa una ragione di inimiciaia fra Stati Uniti ed Unione Sovietica? No. Viviamo in pace. Sviluppiamo le nostre economie. Entriamo in libera e pacifica concorrenza. Apriamo le porte al reciproco commercio. Scambiamoci le nostre esperienze nell'agricoltura, . nell'industria, nel campo della cultura, e quanto ai problema delle supremazia li un sistema sull'altro, lasciamo la decisione alla storia e ai nostri popoli». L'intervista è durata come s'è detto, circa un'ora. Nell'ufficio del « leader » sovietico spiccavano, oltre a un ritratto e un busto di Lenin, un grande quadro raffigurante Marx e i modelli del reattore di linea « Tupolev 104 » e del nuovo quadrimotore a turboelica da trasporto denominato « Ucraina ». Kruscev durante l'intervista concessa al giornalisti Novins, Cutter é Schoar. (Radiofóto)