Sorpresa a Torino si afferma Ciampi l'ex-capostazione

Sorpresa a Torino si afferma Ciampi l'ex-capostazione Ad oltre 40 di media il Giro oioiistioo dei Piemonte Sorpresa a Torino si afferma Ciampi l'ex-capostazione Gara vivace a ritmo sostenuto - Baldini fora e si ritira Caduta di Defllippis e Fallarmi - Sfortuna di Conterno Pronti, via, atte 10 in punto i 10S concorrenti al 47' Giro del Piemonte sono partiti di gran carriera dalla Barriera di Casale. Dei migliori (o più citati alla vigilia) che avevano mandato la propria iscrizione alla corsa egregiamente organizzata dagli amici del Motovelodromo, mancava soltanto Emiliozzi. A Castiglione Torinese (km. 12 dalla partenza) già la grossa compagnia apparve disseminata su lungo tratto. Davanti a tutti c'era il t gigante > Piazza, che iniziava la salita della Rezza con 200 metri di vantaggio. Sarà raggiunto prima che si giunga in vetta (Ouerrini ih testa), ma quello era il segnale che per tutta la gara le fughe si seguiranno alle fughe. E come velocità non vi dico. Sebbene neppure la prima parte del percorso fosse del tutto facile, al passaggio da Gallare.to » primi t,s chilometri risulta- vano percorsi in SS minuti da una pattuglia di dieci uomini (fra cui Germano Barale, Fabbri, Ronchini, Qervasoni, Baffi ed altri), seguiti o 27" da una decina di inseguitori (Keteleer, Favero, Burattt\, ecc.) e a 4S" rtV.I grosso. Quelli al comando mostravano di far sul serio, altrettanto la pattuglia che li rincorreva, cosicché, quando poco prima di Asti (km. 67) a Baldini capita la disavventura di forare una gomma, l'altissima velocità in quel momento battuta dagli inseguitori e il fatto che nessuno de' suoi compagni di squadra compie l'inutile sacrificio di fermarsi per aiutarlo, inducono il romagnolo a ritirarsi ■Ricongiungimento dopo Asti, altra immediata frattura risalendo il corso del Tanaro e internandosi nella zona collinosa del Monferrato per la strada a continui saliscendi. Sono in diciotto a prendere il largo — e fra essi Mosèr. La media si manfieite sempre alta, supera i 42. Questa fuga ha la sua importanza, perché è da essa che è scaturita la scintilla che darà inizio alla fase decisiva della gara. La presenza di Mosér tra i fuggitivi non poteva essere gradita ai « favoriti » rimasti indietro. La caccia è violenta, il trentino è raggiunto, ma due dell'avanguardia sono fuggiti, e a Nizza (km. 96, media risalita a 43), Gismondi e Pettinati precedono una decina d'inseouitori di mezzo minuto, e il grosso di SO". Si entra nella vallata del Bormida; si continua a scavalcare colline dopo colline; l'avanguardia si riforma; dietro ad essa si ha l'impressione die i « favoriti > temporeggino, pensando che è ancora presto per forzare e riportarsi nelle prime posizioni. Ma si sbagliano. Sarà la loro perdita. Soltanto Conterno capisce la situàeione; dopo il rifornimento di Acqui (km, US), egli lascia il grosso, e in compagnia di qualche seconda serie riprende il minuto di ritardo: dopo mezz'ora di caccia eccolo a sua volta all'avanguardia. Ormai ViO chilometri sono percorsi, più di metà gara si trova, alle spalle dei corridori. La corsa è aperta da un plotone di SI uomini, dei quali ecco i nomi: Conterno, Piazza, Gismondi, Cainero, Modenai Germano Barale, Bertoglio, Nascimbene, Ciotti, Pettinati, Ouerrini, Romagnoli, Zamboni, Gervasoni, Giusti, Sabbadin, Gola, Zampieri, Tosato e Michelon, che al bivio di Cortemilia, dove comincia una delle più dure salite della giornata, passano con due minuti di vantaggio sul grosso. E' la salita che porta alle poche case di Castina, ed è lunga cingue chilometri. Detto che essa non provoca profonde conseguenze nell'avanguardia (in vetta transita primo Gaggero, e in discesa parecchi degli staccati riprendono contatto), qui . ci aspettavamo che la lotta si accendesse nella schiera dei c favoriti >, sta per distanziarsi fra essi, sia per andare a raggiungere « fuggitivi — e provocare la decisione. Il terreno vi si prestava, dopo questa, c'è un'altra salita, eppoi una terza. Ma tra gli assi non accade nulla di straordinario — o ben poco, salvo ciò che riguarda il futuro vincitore, il giovane toscano Ciampi. I buoni propositi soprattutto di Mosèr, e in proporzione ridotta di Defllippis, di Baffi, di Velttcchi, non riescono a niente — che ogni volta Keteleer interviene atta sua maniera, e ne interrompe l'azione. Bi- sogna rimandare alla successiva salita, quella di Benevetto (km. ititi). Ma ovanti che il grosso la inizi, nella discesa cade Defllippis per la fuoruscita del tubolare anteriore, tirandosi addosso Fattorini. Perdono un paio di minuti, risaliranno in macchina piuttosto malconci, più tardi riusciranno a riportarsi nel terzo gruppo formatosi dopo Alba, ma essi e gli altri sono ormai tagliati fuori dalla lotta decisiva. C'era ben stato, sì, un momento che Màule assieme a Ciampi e a Fini erano venuti via dalla compagnia, ma Keteleer, da burnì cane di gregge li aveva rincorsi, e tutto era ritornato nella normalità. Quando ci si prova Coletto, il belga non interviene, e lascia die il suo compagno se la fili, coi due giovani intraprendenti toscani, affivi ch'era un piacere vederli. I tre si buttano atta caccia dell'avanguardia, che, ridotta a nove uomini (Conterno, Fabbri, Gaggero, Cainero Germano Barale, Zamboni, Giusti, Tosato e Michelon attraversa Alba (km. 175), seguita a 1' e 10" dai tre nominati — i quali stanno per accchiappare Nascimbene, Sabbadin e Modena che non avevano resistito all'andatura dei primi. Il grosso è soltanto a 1' e 2S", gli basterebbe poco sforzo per riaffacciarsi esso pure alla ribalta, ma forse perchè ogni squadra ha i suoi rappresentati in testa, la volontà fa difetto. E va a finire che Coletto e compagni vanno a ingrossare l'avanguardia, mentre il ritardo del gruppo si accentua Venti chilometri di pianura per riprendere flato prima dell'ultimo ostacolo, rappresentato dalla salita su strada orrenda a Pecetta, e sull'altra che immediatamente la segue che porta all'Eremo, al Pino, al di là del quale c'è Torino, il Po, l'arrivo. Si aspettava di vedere gli arrampicatori mettersi in azione, certamente Coletto, forse Oonterno. Ma non se ne fece niente. Coletto si limitava a condurre progressivamente, ed a rintuzzare l'attacco di c Baralino », Conterno è vittima di una foratura, appena dopo che in testa a tutti è transitato alla sommità dell'Eremo. E come la vettura della sua « Casa » non è lì a passargli la ruota, egli deve cambiarla da solo — mentre gli avversari, ridotti a dieci, filano giù per la discesa, verso il vicino Motovelodromo. Alla campana dell'ultimo giro di pista, Gaggero è in testa, seguito da Tosato e Zamboni. Questi parte iti volata a metà del rettilineo opposto, ma è subito raggiunto e superato da Ciampi, scattato dalla quinta posizione. L'azione del giovane toscano è irresistibile, egli guadagna terreno facilmente, e vince a braccia alte, davanti a Michelon, il suo compagno di squadra Fini, e gli altri come si legge qui di fianco. Conterno fa parte del secondo gruppo, a£' e 24" dal vincitore. Defllippis, che dopo il riuscito inseguimento era scappato da solo in salita lasciandosi indietro l'indifferente De Bruyne, è 26°, a tre minuti e rotti dal primo. v, v. Ciampi, U giovane « sconosciuto » che ha vinto il Giro del Piemonte, (foto Moisio)