Il Genoa all'ultimo posto sconfitto per 2-1 dalla Fiorentina

Il Genoa all'ultimo posto sconfitto per 2-1 dalla Fiorentina INSIEME AIm IP A Im E EMO E Ala JL.A1VElkOSSI Il Genoa all'ultimo posto sconfitto per 2-1 dalla Fiorentina DAL NOSTRO INVIATO Genova, lunedi mattina. La Fiorentina non disarma. Non spera più nulla dal campionato, sa benissimo che il Milan non lo raggiungerà più, sa anche che non è più la squadra di una volta, ma tuttavia difende con accanimento il suo scudetto. Lo difende con orgoglio, cucendo i frammenti di un gioco che tende a disperdersi, con uno spirito di volontà che è una testi¬ monianza delia sua tempra di combattente. La si ammira più che non la si giudichi. Il giudizio è già stato emesso tempo fa ed è certamente valido ancor oggi ma circola ancora in questa squadra, diciamo così, quell'aura di gioco che è appena un ricordo della gran vena di un tempo ma che tuttavia resta una guida e un'Ispirazione, appena un solco rispetto al grande alveo che una volta si riempiva dell'onda irresistibi- le « travolgente di gioco, ma che conserva tuttavia alla squadra la dignità del titolo che porta. Non è stata una vittoria facile quella di ieri perché il Genoa si è battuto con uno slancio disperato, ma è stata comunque una vittoria netta che non può lasciare hemmeno un briciolo di dubbio. La superiorità dei viola ha poggiato su quattro pilastri che hanno retto tutto l'edificio della squadra: le due mezze ali ed i due laterali. Dove la Fiorentina era forte, il Genoa era quasi nullo. Coi suoi pilastri la squadra viola ha dominato il centro campo, ha arginato le offensive avversarie, ha costruito il suo lavoro offensivo. Che la forma degli uomini non sia più quella di prima è risaputo, ma il volume supplisce alla qualità, copre le manchevolezze- che in certe zone si riscontrano, scava con l'abnegazione ove prima folgorava con il lampo dell'intelligenza, e se la struttura della manovra è ora meno limpida, meno ricca di estro, meno armoniosamente congegnata, resta comunque un tessuto solido che aggancia I vari reparti e conserva alla squadra una compattezza di lavoro pregevole sempre, anche se non raggiunge più l'alta quota da cui è discesa. Nei confronti del Genoa questo lavoro è stato sufficiente. Grama giornata per i rossoblu. La squadra si trova in un momento di crisi. Il fervore combattivo che qualche tempo fa potenziava la sua azione intessuta su schemi semplici ed efficaci con quei periodi di offensiva tambureggiante fatti di sequenze succedentesi a ritmo serrato, ora riesce appena a sostituire il gioco che difetta. Alcuni uomini che tenevano in piedi l'impalcatura sono apparsi giù di forma, e vogliamo credere che sia un declino momentaneo. E' calato Carapellese per quanto abbia trovato ancora spunti degni della sua classe, in ombra è rimasto persino Abbadie che pure resta come lo smeraldo della corona rossoblu. Mancando, o non risultando sufficienti questi due perni, l'attacco rossoblu, per quanto dotato di grandi risorse agonistiche, è stato povero di idee costruttive, disordinato, frammentario. E poiché i laterali l'hanno aiutato scarsamente, è facile capire che lavoro a Sarti ne ha dato poco; il qual Sarti ha avuto una sola parata difficile, ai 38" del secondo tempo, proprio sui piedi di Dal Monte a tre passi dalla rete, un fior di parata del resto, che poteva valerne una mezza dozzina d'altre e che ha tolto ai rossoblu la possibilità di un pareggio. Il Genoa è andato in vantaggio dopo appena nove minuti di gioco su una punizione battuta da Dal Monte a un metro circa dal limite. Il portiere Sarti controllò male lo sbarramento e non si piazzò nel punto ove rimaneva aperto il varco in direzione della rete. Dal Monte tirò quasi a filo del montante alla sinistra del portiere 11 quale si gettò tardivamente in tuffo, con la titubanza, inoltre, provocata dalla vicinan za del montante. Il gol era, in fondo, una papera della difesa che si era male schierata, e poiché ci si trovava appena all'inizio della partita non si poteva nemmeno dire che esso concludesse un periodo ben definito di gioco. Costretta ora a risalire la corrente, la Fiorentina accelerò il ritmo. L'attacco doveva trascinarsi dietro Virgili, paurosamente in declino, e trovava quindi difficoltà ad organizzare l'impianto di gioco e ad infilare la cadenza giusta. Raramente riuscì ad avvicinare la rete di Gandolfi, si arrabattò molto sostenuto dal gran lavoro del quadrilatero, talvolta la squadra scricchiolò anche in difesa specialmente per certe sbavature di Magnini, finché al 22° minuto venne fuori, inattesa ma bella, l'azione del pareggio. Una rimessa in gioco veniva effettuata da Virgili sulla destra dell'attacco proprio a contatto con la bandierina del corner. La palla era raccolta da Montuori, il quale la rimetteva a Virgili e questi centrava lungo di sinistro: Bizzarri, che si era spostato al centro, piombava sulla palla e, benché ostacolato da un avversario, colpiva al volo la sfera che filava rasoterra verso l'angolo alla destra di Gandolfi, sorpreso e spiazzato. Non c'è stato più nulla di veramente notevole fino al termine del primo tempo, salvo un gran tiro di Montuori al 35' che provocava una magnifica parata coi pugni di Gandolfi e una risposta di Parodi al 42° su centro di Abbadie che non riusciva a vincere la vigilanza di Sarti. Ma nella ripresa la situazione si chiarì. Il Genoa, dopo un buon inizio andò lentamente sfuocandosi. Le forze non lo sorreggevano più come nel primo tempo, mentre sul solo piano del gioco non poteva reggere il confronto con l'avversario. Al 10", su calcio d'angolo, Montuori salvava una situazione quasi disperata, poi quando il gioco si trovava ancora in quella sorta d'equilibrio tra due soluzioni egualmente possibili, ecco che la partita si avviava verso il suo sbocco finale. Al 14° minuto una punizione veniva concessa ai viola per un fallo di Carlini su Bizzarri a centro campo, un metro oltre la linea di mezzo. Segato dava a Gratton e questi iniziava palleggiando una discesi :iel vivo di un assestamento difensivo che tardava a chiudersi sull'invasore. Quando la morsa stava finalmente per chiudersi, Gratton passava verso destra ove Virgili, del tutto solo, non attendeva altro. Virgili avanzava e con un tiro rasoterra batteva Gandolfi. Il Genoa volle reagire ma non ci riuscì in modo adeguato. Al 17" Carapellese, in buona posizione, calciava un forte traversone a lato; poi al 21" Bizzarri, indeciso, tardava tanto a tirare da farsi soffiare la palla da Carlini; per ultimo al 38" il tuffo di Sarti, già ricordato, sul piedi di Dal Monte. Il finale del Genoa è stato addirittura furibondo, abbiamo visto anche Julinho correre a dare man forte alla difesa, molto trambusto, resse paurose, ma nulla di fatto. Ettore Berrà

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