1 ministri Gemella e Del Bo accusano Sturzo di leggerezza di Enzo Forcella

1 ministri Gemella e Del Bo accusano Sturzo di leggerezza 1 ministri Gemella e Del Bo accusano Sturzo di leggerezza Gonella: "Sono dolorosamente sorpreso che siano state lanciate accuse basandosi sa voci e confidenze; ciò non contribuisce a migliorare il costume politico,, - Del Bo: "E' buona norma, accusando, di portare delle prove,, - Il «Pòpolo»: "A giudizio di molti, Sturzo avrebbe tatto bene a non portare in Senato voci indefinite,, rRoma, 27 giugno. Don Sturzo vive in una stanza a pian terreno del convento delle Suore Canossiane, a via Mondovl, da cui in undici anni sarà uscito non più di una dozzina di volte; ha ottantasei anni ed il minimo sforzo fisico Io affatica. Il clamoroso attacco.al Presidente della Repùbblica à stato preparato in quella stanza e il vecchio sacerdote vi ha meditato attorno per due an-. ni, compulsando, e chiosando,suna infinità di documenti, di scorrendone a lungo con gli amici, primo fra tutti Sceiba, che è il suo visitatore più assiduo. La prima puntata polemica contro il Capo dello Stato risale, difatti, al 1955, pochi mesi dopo l'elezione di Gronchi alla suprema magistratura, ed era contenuta in un'interrogazione al Presidente del Consiglio per censurare certi giudizi espressi dal Capo dello Stato in un suo discorso ai Prefetti. Da allora, pubblicamente o riservatamente, Don Sturzo non ha mai perso occasione per esprimere il proprio dissenso con gli - indirizzi del Quirinale; ma la polemica non era mai stata portata cosi avanti né mai era stata espressa in forma tanto esplicita e solenne. L'impressione — e si potrebbe ben dire il turbamento — che essa ha provocato in tutti gli ambienti politici è stata enorme. Don Sturzo non aveva fatto mistero delle sue intenzioni e sembra che Merzagora, preoccupato, avesse cercato di cor¬ rztrfasiapcasndtIrnaptgslSqmsamiiiiimiiMnim rere ai ripari facendo chlede- s ' re al senatore se avesse intenzione di discutere i precedenti giuridico-costituzionall della recente crisi di governo. Gli fu risposto che Don Sturzo ne avrebbe parlato, ma «con misura», e che ad ogni modo, se il presidente del Senato gli avesse tolto la parola (richiamandosi alla Costituzione che prevedo una procedura particolare per le accuse da rlvoldello Stato), avrebbe provveduto a fare stampare dal quotidiano romano su cui collabora il testo del discorso, compresa la parte eventualmente censurata. Per un senso di reverenza > non è lecito sospettarvi una Intenzione politica — Merzagora non ha Interrotto l'oratore nemmeno quando può aver avuto la sensazione che stesse passan'do il segno. Questa esitazione gli è costata il non gradito privilegio di trovarsi, stasera, al centro della polemica, accomunato a Don Sturzo. Còme ieri a Leone per la questione, certamente di assai minor peso, della «proponibilità» o meno dell'ordine del giorno liberale, si è rimproverato al presidente del Senato di non aver fatto uso dei suoi poteri assumendosi la responsabilità di togliere la parola al venerando sacerdote. O quanto meno — si è aggiunto — avrebbe potuto trovare il modo (una interruzione, un breve commento finale) per svelenire l'atmosfera. Anche gli applàusi in certe circostanze assumono valore politico. Non sono passati inosservati, infatti, neppure quelli che il gruppo democristiano ha tributato a don Sturzo dopo il suo intervento ed i complimenti personali ohe parecchi senatori della stessa parte, spostandosi appositamente dai loro banchi, gli sono andati a porgere. Si è pensato ad un diretto legame tra le numerose critiche che proprio ieri, nelle riunioni di gruppo, I parlamentari della maggioranza avevano rivolto alla soluzione della crisi e l'odierno attacco, unica vasta manovra che mira contemporaneamente al segretario della DC, al Presidente del Consiglio e al Capo dello Stato. I.dirigenti del partito, naturalmente, smentiscono e sminuiscono. Ma non nascondono la loro preoccupazione ed il loro imbarazzo. Il Popolo di domattina riporterà, opportunamente sunteggiata, la cronaca dello scandalo aggiungendovi uno scarno commento: «La materia è molto delicata — dirà II Popolo — data la gravità del problema sollevato. Il sen. Sturzo, a giudizio di molti, avrebbe fatto bene a non riportare in Senato voci indefinite ed imprecisate >. La dichiarata speranza di Piazza del Gesù è che il clamore si plachi rapidamente, senza che occorra prendere posizione ufficiale sui temi della polemica. Se ne riparlerà fatalmente nella riunione del Consiglio nazionale, previsto per la metà di luglio e che già si annuncia estremamente vivace. Ma le discussioni del Consiglio nazionale non sono pubbliche e se gli echi saranno contenuti in questa sede, saianno ancora echi in famiglia. Alcune voci di biasimo nei confronti di Sturzo si sono tuttavia già levate questa sera in campo democristiano: un redattore dell'Agenzia Aisa ha avvicinato il ministro Gonella e gli hb. chiesto un giudizio sull'intervento in Senato del sacerdote di Caltagirone. Gonella ha risposto: « Come ministro ritengo doveroso astenermi da ogni giudizio sulle dissertazioni costituzionali di don Sturzo, che ha il pieno diritto di esporre in Senato le sue personali interpretazioni della Costituzione, anche se non sono fondate. Come democristiano sono dolorosamente sorpreso che una persona della dignità morale di Sturzo lanci accuse non dico contro una notissima autorità che non può scendere in polemica, ma sia pur contro il più modesto cittadino, basandosi su una « voce che corre » o su < confidenze » che dichiara di augurarsi non rispondenti a verità. Non credo che don Sturzo contribuisca in questo modo ai due obiettivi per ì quali desidera combattere: migliorare il costume politico e non accrescere la confusione. < Come democristiano sarei inoltre lieto se la Direzione del mio partito chiedesse a don Sturzo di documentare l'accusa, non nuova ed ora lanciata in una pubblica assemblea, circa l'esistenza di certe frazioni della D. C. che tentano di unire Carlo Marx alla tradizione cristiano-sociale che è alla base della D. C. Dovrebbe dirci, don Sturzo, dove sono questi cartolici che si mettono a guardare a Carlo Marx proprio quando non manca neppure tra I socialisti chi dice di non credere più nel marxismo». Il Ministro per 1 rapporti con il Parlamento, on. Dino Del Bo, ha espresso il seguente parere: «L'elemento che suscita maggiormente rammarico e insieme stupore nell'intervento pronunciato a Palazzo Madama dal sen. Sturzo consiete nella gratuità, in gran parte riconosciuta dal loro stesso autore, dei rilievi e delle osservazioni. A parte il fatto che una personalità di alto prestigio, quale è appunto il sen. Sturzo, ed alla quale viene giustamente assegnato il titolo di fondatore del primo movimento politico dei cattolici italiani, avrebbe dovuto muoversi, con maggiore precauzione sul difficile terreno dell'esercizio dei poteri costituzionali proprio da parte del primp cattolico il quale sia stato insediato al vertice dello Stato, altro ancora mi sembra si debba aggiungere: e cioè che, per quanto attiene alle vociferazioni raccolte, è buona norma di costume e di diritto — in qualsiasi ambiente e specialmente là dove si manifesta la libertà popolare — assumersi l'onere immediato della prova quando si ritiene di doverle sottoporre ad un pubblico giudizio ». UAvanti! di domattina, pur riportando vistosamente il discorso del senatore siciliano, non prende per ora posizione al riguardo. L'Unità invece stigmatizza l'attacco di Sturzo e afferma che esso è la più concreta manifestazione < dell'attacco della destra clericale e del Vaticano contro la repubblica e le sue istituzioni ». T2' questo un anticipo degli umori con cui l'opposizione intende sfruttare la vicenda. Enzo Forcella I I

Luoghi citati: Caltagirone