A parità di lavoro la donna guadagna l'81 per cento dello stipendio dell'uomo

A parità di lavoro la donna guadagna l'81 per cento dello stipendio dell'uomo La circolare del ministro Gui sui salari femminili A parità di lavoro la donna guadagna l'81 per cento dello stipendio dell'uomo Va in vigore in questi giorni in tutta Italia la convenzione del < Bureau International rìu Travail > ratificata lo scorso anno dal nostro Parlamento. Essa prevede la parità di retribuzione tra gli uomini e le donne e più precisamente « una retribuzione uguale per un lavoro di valore uguale >. E' un importante, se non il più importante passo sulla via dell'uguaglianza e dell'emancipazione femminile che del resto la Costituzione Italiana sancisce all'articolo 31 quando dice: <la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore >. Ieri le associazioni sindacali hanno ricevuto una lettera dal ministro del Lavoro on. Gui con la quale sono invitate a < collaborare attivamente perché in occasione della stipulazione dei contratti ci dettivi di lavoro sia tenuta presente l'esigenza di assicurare il principio dell'uguaglianza dì remunerazione tra la mano d'opera maschile e quella femminile per un lavoro di valore uguale >. A onore dell'Italia dobbiamo dire che, dopo la Francia (dove i salari femminili sono pari all'86 per cento di quelli maschili) il nostro paese è quello in cui la disparità di trattamento economico tra uomo e donna è minore. In media i salari femminili sono circa ]'81 per cento di quelli maschili. Negli Stati Uniti il 71 per cento; in Norvegia il 70 per cento; in Svizzera sono il 65 per cento; in Germania il 63 per cento; in Inghilterra il 61 per cento. A Torino ci sono 870 mila abitanti. Il 52 per cento sono donne: 452 mila circa. Il 70 per cento delle donne torinesi hanno un'età compresa tra i 14 e 1 60 anni: sono 316 mila. Di queste, oltre 125 mila svolgono una attività alle dipendenze di terzi, sono cioè stipendiate o salariate. INDUSTRIA: Su 242.530 dipendenti, 62.870 sono donne. E precisamente 6186 operaie e 11.080 impiegate nell'industria metalmeccanica; 1571 impiegate e 4870 operaie nell'industria chimica ; 94 impiegate e 767 operaie nell'industria del legno; 206 impiegate e 1829 operaie nella industria dell' abbigliamento; 916 impiegate e 24.588 operaie nell'industria tessile; 638 impiegate e 2330 operaie nell'industria alimentare; 661 impiegate e 1321 operaie nell'industria della carta e dei grafici; 324 impiegate e 504 operaie nelle industrie estrattive, nell'edilizia, nel vetro,-, nella ceràmica} 183 impiegate e 1496 operaie nella industria delle calzature; 239 impiegate e 1146 operaie in industrie varie; 444 impiegate e 15 operaie nelle industrie corrispondenti ai bisogni collettivi; 10trimnpcddZcdsZsmmsstocdntddapr1littsm11cdrcmlgl1ddlm1dcdmlerglszcnssgcrgttGvm A Torino le donne impiegate od operaie sono 125 mila: 63 mila nell'industria, 40 mila nel commercio, 2 mila nel credito, 18 mila dipendenti statali e 2 mila nell'agricoltura - Dopo la Francia, l'Italia è il paese dove le retribuzioni delle donne sono più vicine a quelle degli uomini 105 impiegate nell'industria dei trasporti; 1357 impiegate nelle imprese elettriche, telefoniche e nelle aziende municipalizzate. COMMERCIO: Su un complesso di 85.200 lavoratori del commercio, circa 40 mila sono donne, occupate nei vari rami di attività. CREDITO E ASSICURAZIONE: su 7649 dipendenti, circa 2 mila sono donne alcune delle quali ..anno anche mansioni di alta responsabilità. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: i lavoratori di questo settore sono a Torino oltre 46 mila: le donne sono circa 18 mila. Le altre donne, circa duemila, svolgono lavori remunerati nei settori dell'agricoltura. Vediamo le retribuzioni attualmente in vigore. La paga oraria, degli operai metalmeccanici comprensiva della paga e della contingenza e dell'indennità di mensa (esclusi gli incentivi, i premi di cottimo e di produzione che variano da azienda ad azienda e che possono anche raddoppiare il salario) è per le tre categorie delle donne rispettivamente di lire 159,31; 150,87; 141,85. Per gli uomini di lire: 207,85; 189,25; 175,30. Analoghe differenze si riscontrano nelle paghe dei tessili cotonieri nelle tre categorie di specializzati, qualificati e comuni: donne lire 145,40; 141,90; 135,06. Uomini lire 180,25; 174,25; 166,37. Per i dipendenti dalle industrie chimiche i contratti nazionali di lavoro fissano una paga oraria (sempre comprensiva della contingenza e dell'indennità di mensa) che è per le donne di lire: 152,75; 145,45; 136,76. E per gli uomini che svolgono uguale lavoro lire: 200,25; 181,75; 172,17. I dipendenti dall'industria dell'abbigliamento ricevono, se donne una paga oraria di lire 148,20; 140,40; 131. Se uomini di lire: 198,10; 175,70 e 156,40 (manovali). Impiegati dell'Industria: le donne classificate di prima categoria hanno uno stipendio identico a quello dell'uomo che svolge un lavoro uguale e di uguale valore: 80.224 lire al mese. Nella seconda categoria la parità non esiste più: l'uomo riceve 60.619 lire al mese e la donna 52.078. Nella terza categoria lo stacco si fa ancora più sensibile e questo nonostante che le donne siano assunte in base alle mansioni da svolgere, identiche a quelle degli uomini. Commercio: l'operaia ape-: cializzata riceve una paga orarla (che comprende la contingenza e l'indennità di trasporto) di 198,90 lire; la qualificata di 179,60; la comune di 177,10. Gli uomini che fanno uguale lavoro guadagnano rispettivamente lire 222,10; 208,40; 197,40, sPmoGtcsspnlrpteaeltsimemnLm ,—, ,„,„,,„, .Il personale direttivo femmlni-| le nel commercio riceve 78 mi la lire al mese, quello maschile 80 mila; il capo ufficio vendita, se donna 72 mila lire, se uomo 75 mila, il gerente del negozio se donna 62 mila, se uomo 66 mila, e così via fino alla categoria C: un aiuto vetrinista uomo guadagna 39.500 lire al mese; donna 34.500; un commesso 43 mila lire e una commessa 37.500, i i illuminm

Persone citate: Gui