Meglio 100 miliardi per prevenire che 50 per soccorrere e riparare

Meglio 100 miliardi per prevenire che 50 per soccorrere e riparare AL DIRETTORE) Meglio 100 miliardi per prevenire che 50 per soccorrere e riparare « Signor 'Direttore, il suo giornale in occasione dell'ondata dd maltempo purtroppo persistente, che per le conseguenze disastrose determinate costituisce una vera sciagura per l'intero Piemonte mettendo, tra l'altro, a dJiissima prova l'economia agricola già in dimoili condizioni, ha ritenuto opportuno di sollecitare l'attenzione dei parlamentari piemontesi — del resto dimostratisi pronti e concordi — per promuovere ogni opportuna provvidenza onde alleviare i danneggiati, e per riparare il più prontamente possibile gli intentissimi danni a strade, manufatti, ponti ed abitazioni. Parlamentari e Governo sono tosto intervenuti, e con loro Amministratori provinciali e comunali, e i Prefetti. I provvedimenti di emergenza sono stuti tempestivi e sufficienti; e sono altresì state date assicurazioni di ulteriori interventi, anche di natura fiscale. Il vice-presidente del Consiglio on. Pella, i sottosegretari on. Bovetti e Sedati, a nome del Governo, hanno, sobriamente, ma con sicurezza e giusta misura puntualizzata l'azione in corso di sviluppo. La solida rietà del Paese — dai grandi complessi industriali alle opere caritative, Fiat e Poa, sino ai privati cittadini — si è ancora una volta manifestata: e non poteva non essere che cosi. Lo slancio e la generosità sono doti e virtù del nostro popolo. Penso che il suo giornale si renderà però maggiormente benemerito se aiuterà ad orientare l'opinione pubblicc ed a convincerla che al di là dei problemi di emergenza vi sono quelli di metodo e di sistema, che vanno affrontati per tempo, e per tempo risolti. Con il concorso e l'onere di tutti. So perfettamente che la furia violenta degli elementi naturali scatenati, talvolta, travolge opere gigantesche: ma non si può disconoscere e negare che molte opere di sistemazione idraulico-forestale, di arginatura ed imbrigliamento di torrenti e fiumi, di drenaggio, di rimboschimento, di protezione delle zone franose, impedirebbero o ridurrebbero almeno gli effetti e le conseguenze disastrose delle alluvioni e dei nubifragi. I miliardi che si spenderanno ora forzatamente per riparare sarebbero stati meglio e più utilmente spesi in opere di prevenzione. E' per questo, signor Direttore, che creando negli italiani una « coscienza nazionale montanara) si fa l'interesse non solo degli otto milioni che abitano la montagna, ma di tutti i 47 milioni d'italiani. Se i sette miliardi annui che hanno sin qui finanziato la legge 991 sulla montagna fossero stati il doppio (il bilancio 1957-58 prevede un aumento di 5 miliardi), se fossero stati il doppio, forse 1 disastri sui quali oggi piangiamo — e che si aggiungono a quelli pianti ieri e ier l'altro sul Polesine ed in Calabria — non ci sarebbero, o avrebbero proporzioni assai meno gravi. Se 1 grandi complessi Idroelettrici italiani che il Parlamento ha con una legge del dicembre 1953 assoggettati al pagamento di sovracanoni dei bacini imbriferi montani per un importo di circa cinque miliardi annui, avessero puntualmente pagato l'intera somma dovuta (18 miliardi circa, al momento attuale) anziché solo cinque miliardi — versati dopo innumeri pressioni, — forse oggi non lamenteremmo quanto lamentiamo. Tornerà il sereno, Dio voglia presto, signor Direttore, e dimenticheremo le tragiche giornate attuali. E' nella natura umana. Ma proprio in questo dimenticarle si annida il rischio mortale del loro peggiorato ritorno: se non si provvede Intanto ad operare In preven zione. 1 Voglia ascoltare la mia modesta voce, signor Direttore: si faccia sul suo giornale banditore costante ed insistente, op portune et importune, di questa verità, validissima: meglio spendere cento miliardi per prevenire che cinquanta per soccorrere e riparare. Sempre che per soccorrere e riparare basti la metà di ciò che si spenderebbe per prevenire: 11 che, purtroppo, penso non sia; se pure non è vero il contrario. Sono, quelle sollecitate, spese non produttive, nel senso che non creano un reddito diretto (pur costituendo l'esecuzione di tali opere mezzo d'impiego di lavoro umano), ma sono certamente spese fatte nell'interesse della difesa collettiva, e quindi utili. Direi anzi doverose e giuste. Anche su piano morale. Perché questi discorsi non siano ricorrenti In modo vano, come cicliche sono le alluvioni ed 1 disastri relativi, occorre che si formi una coscienze, civica in -materia, e la stampa, a mio modesto avviso, deve validamente concorrere alla sua formazione. Non si recrimineranno tali spese, e lo Stato le affronterà col sostegno della volontà dei cittadini. Altrimenti dovremo sconsolatamente darci appuntamento per un'altra opera di solidarietà riparatrice, quando e dove gli elementi si scateneranno. E' difficile nel giorni di sole pmnsmVzIqpll«ccitngps pensare al tempo della pioggia; ma non impossibile. E premunirsi di un ombrello è opera saggia. La ringrazio e saluto cordial mente. Ivrea, 16 giugno. Avv. Gianni Oberto Vico Presidente dell'Unione Nazionale Comuni ed Knti Montani

Persone citate: Bovetti, Gianni Oberto, Pella, Sedati

Luoghi citati: Calabria, Ivrea, Piemonte