Giuseppe Montesi interrogato per oltre dieci ore in carcere di Guido Guidi

Giuseppe Montesi interrogato per oltre dieci ore in carcere La nuova inchiesta collegato al dramma di Tor Vaianica Giuseppe Montesi interrogato per oltre dieci ore in carcere Sentite anche al Palazzo di Giustizia la sua fidanzata Mariella Spissu e la sua amica Rossana Spissu - Nei prossimi giorni dovranno presentarsi al giudice istruttore anche i familiari di Wilma (Nostro servizio particolare) Roma, 10 giugno. Giuseppe Moritesi non ha avuto la possibilità di trascorrere tranquillo neanche la sua seconda giornata di reclusione. Anche questa mattina, infatti, sono tornati da lui a Regina Coeli tanto il giudice istruttore dottor Achille Gailucci quanto il sostituto procuratore della Repubblica dottor Giuseppe Mirabile. E così lo zio di Wilma; nel giro di ventiquattro ore ha subito tre interrogatori per un complesso di quasi dieci ore. I due magistrati hanno fretta di giuneere ad una conclu¬ sione ed hanno stabilito di non dare tregua al giovanotto sia affrontandolo direttamente sia aggirando la posizione sulla quale ancora egli si difende. E' per questo che oggi pomeriggio sono state convocate a Palazzo di Giustizia: nuovamente le due sorelle Spissu sulle cui affermazioni tanto affidamento fa Giuseppe Montesi per sorreggere il proprio alibi (cioè quello che ha fornito a Venezia dove ha sostenuto di essersi allontanato, nel pomeriggio del 9 aprile 1953, dalla tipografia Casciani per andare sulla via Flaminia con la sorella della sua fidanzata); è per questo che sono previste, nei giorni prossimi, le convocazioni di Ida Montesi, dei genitori, del fratello e della sorella di Wilma, dei coniugi Piastra che, sempre a Venezia, smentirono il secondo alibi di Giuseppe Montesi; dell'ex fidanzato di Wilma, l'agente di P. S. Angelo Giuliani; della signora Ranieri presso la quale ad Ostia Rossana Spissu, nel pomeriggio del 9 aprile 1953, andò prima di incontrarsi — come la ragazza sostiene — con Giuseppe Montesi. Insomma la indagine, come d'altra parte facilmente si poteva intuire, ha finito e finirà per abbracciare di nuovo l'intera vicenda collegata con la morte di Wilma Montesi. Il primo elemento che ha mosso la macchina della Giustizia è stato costituito dalla denuncia per falsa testimonianza e dalla querela per diffamazione che Giuseppe Montasi nel settembre 1955 presentò contro i suoi quattro excolleghi i quali rivelarono alla Polizia e al dottor D'Aniel- 10 della sezione istruttoria presso la Corte d'Appello come egli fosse uscito, nel pomeriggio del 9 aprile .1953, dopo aver ricevuto una telefonata spiegando che sarebbe andato ad Ostia. Giuseppe Montesi in quella denuncia mentre fra l'altro insisteva nel sostenere che egli non aveva lasciato il suo posto di lavoro nel medesimo momento in cui sua nipote usciva di casa, aggiunse anche che Franco Biagetti, Lia Brusin, Leo Leonelli, e Mario Garzoli avevano detto 11 falso quando < dichiararono che egli si era allontanato dalla tipografia a seguito di una telefonata per raggiungere il Lido di Ostia ove avrebbe dovuto incontrarsi con la nipote Wilma >. A Venezia però Giuseppe Montesi finì per ammettere che i suoi colleghi, almeno parzialmente, avevano detto la verità perché, in realtà, egli nel pomeriggio del 9 aprile 1953 dalla tipografia era uscito, per andare ad Ostia, dopo aver ricevuto una telefonata, e raggiungere, colà Wilma Montesi? Neanche per idea: ma per incontrarsi con Rossana Spissu. Ma se il primo alibi crollò senza molti sforzi e per ammissione di chi lo aveva esibito, anche il secondo mostrò subito o quasi delle crepe. Rossana Spissu, infatti, doveva costituire, e costituisce ancora, il pilastro che sorregge la impalcatura difensiva dì Giuseppe Montesi. La ragazza ai giudici veneziani confermò quello che aveva detto lo zio di Wilma e che cioè il pomeriggio del 9 aprile 1953 erano stati insieme dalle 17 e 30 in poi. Ma l'intervento di una signora, Giuseppina Piastra, mandò all'aria, o quasi, anche questo secondo alibi: «Rossana, Spissu — spiegò la signora — 11 pomeriggio del 9 aprile 1953 era alla Stazione Termi¬ ni >. Ed allora? Allora poiché Giuseppe Montesi Insiste nel sostenere che i suoi colleghi sono dei falsi testimoni quando dicono che egli riceveva delle telefonate da una ragazza che si chiamava Wilma e che nel pomeriggio del 9 aprile 1953 si allontanò dal suo ufficio spiegando che doveva andare ad Ostia è sorta ovviamente la necessità per il giudice istruttore di accertare se effettivamente quel giorno Giuseppe Montesi uscendo dalla tipografia sia andato con Rossana Spissu, o ad Ostia come invece sostengono i suoi accusatori. E' vero, però, che i magistrati sembrano tanto convinti della attendibilità dei quattro ex colleghi per tutto ciò che hanno detto di Giuseppe Montesi, da aver già predisposto ogni cosa per procedere all'archiviazione della denuncia presentata a suo tempo dallo zio di Wilma contro di loro per falsa testimonianza. E questo finisce, almeno sotto il profilo psicologico, per rendere la situazione di Giuseppe Montesi particolarmente delicata e difficile. Guido Guidi H giudice istruttore GalluccI

Luoghi citati: Lido Di Ostia, Ostia, Roma, Venezia