Il procuratore delle imposte lunedì davanti ai giudici

Il procuratore delle imposte lunedì davanti ai giudici Da Santhià finanziava una ditta di Bieiìa Il procuratore delle imposte lunedì davanti ai giudici e a o , a e n a , i i l i i o . i l e 8 t ro di a eba, o o e. e a e a i (Nostro servizio particolare) Vercelli, 7 giugno. Nell'autunno del 1949, il rag. Emilio Dato passava a dirigere l'ufficio del registro di Verce!", proveniente da Asti. IEgli si dimostrava subito un impiegato zelante, quantunque! un po' burbero verso il pub-lblico, che le sue mansioni gli;avrebbero invece imposto di trattare con il massimo della-cortesia. Sembra che lo ani-i masse una diffidenza precon-1 cetta e insanabile contro il con-' tribuente in genere, da scon-|certare quindi con cipiglio aggressivo fin dal primo momento, per impedirgli di dire bugie, o, se dette, dall'insisterci su. Sembra pure che, nelle prese di posizione più acute, egli invitasse l'altra parte nel se° "^trattative private'"lo divergenze si appianavano. i Come? Mistero, ma non troppo. Lamentele molteplici! partivano da Santhià, Salug- ' già, Cigliano, Borgo d'Ale, Caristo, Livorno Ferraris, San avrebbero invece imposto "di Germano, con denunce di disparità dj trattamenti fiscali da un contribuente all'altro, tutte presunte ingiustizie delle quali si faceva appunto al Dato. Nello stesso tempo, era segnalata alle autorità superiori la vita spendereccia del Dato, il costoso ammobiliamento di una villa presa in affitto a Viverone e, contrasto per lo meno apparente, una notevole quantità, di debiti contratti da lui con un commerciante e con l'altro. Erano debiti da tacitare in 'seguito con benevolenza tributaria? Malignità, probabilmente. Maecco un'ispezione, in seguito alla quale il Dato è prima'tra- 2 ^J.rfn.ufflo^'Ti quindi sospeso dall ufficio, dal Irado e dallo .stipendio, sicché egli si ritira a Savona, dovefonda un ufficio d. consulenze. tributaria, un ramo dove egli indubbiamente sa tutto. E' a Savona che egli sarà arrestato 1*8 gennaio di quest'anno con l'imputazione di aver sottratto all'erario da 75 a 76 mi- lloni di lire, nel breve peno- do di una decina di mesi; di-cembre 1952, 31 ottobre 1953. Dov'erano mai andati tanti soldi, vita dispendiosa a parte? Sarebbe risultato che egli ne desse gran parte a Cesare Lavrosa, di Biella, per il finanziamento della ditta Avita, acquisto e vendita di tessuti all'ingrosso, i cui titolari erano Laura Garlan'da e Arman¬ do Gi Ione. liiillliiiiiniMlliillMlliiiiiililillMliiiiiiiiiiiliiiini Sono preanr.uuciati un centi- naio di testimoni, Con il Dato ch'i 'e rispondere di peculato, malve; sazio?1 e truffa, sono imputati il Santhià, cassiere, senza la cui complicità non potevano de viarsi somme così ingenti. Ci sarebbe andato di mezzo anche Ernesto Bercetti, di San ,"m,u" 1 miimiiiiimiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiA quale titolo? Per quali rie? Lo sapremo al relativo processo che comincia lunedì al Tribunale di Vercelli (pres. dr. Tacconi, p.m. dr. Sanzo). leti aduntoconistce Davrosa e Livio Bassa nino, di | temprscnebosathià, notaio, se l'azione penale non si fosse' estinta nei suoi confronti, in seguito a decesso. La Società Avita, successivamente, falliva e 1 suoi titolari riparavano in Francia. a. a LdiTe! Co

Persone citate: Caristo, Emilio Dato, Ernesto Bercetti, Laura Garlan'da, Sanzo