Nencini conquista la maglia rosa e Poblet stacca tutti all'arrivo sul Bondone

Nencini conquista la maglia rosa e Poblet stacca tutti all'arrivo sul Bondone Drammatica crisi di Gaui nei furibondo finale della Como-Trento Alta Nencini conquista la maglia rosa e Poblet stacca tutti all'arrivo sul Bondone Un momentaneo arresto di Gaul fa scatenare l'offensiva dei francesi e degli italiani - Il lussemburghese scarsamente aiutato giunge sfinito e con oltre quattro minuti di ritardo ài piedi della salita e ne perde altri sei al traguardo - Baldini con la conquista del secondo posto all'arrivo conferma le sue grandi doti anche su strada - Oggi la tappa dolomitica (Da] nostro inviato speciale) Trento, 6 giugno. Il momento di distrazione da parte di Gaul di cui si parlava stamattina come la propizia occasione che i suoi avversari non si sarebbero lasciata sfuggire per attaccarlo nella pianura con la massima risolutezza e farlo arrivare in ritardo all'inizio del Bondone, è effettivamente accaduto. La Maglia rosa c'è cascata, e la banale leggerezza commessa gli è costata assai cara: nientemeno il primo posto nella classifica. Adesso, egli è indietreggiato al quarto a causa del forte ritardo con il quale ha terminato la tappa cosicché, unicamente per sua colpa, ed a coronamento di una magnifica, corsa d'assalto in cui sono stati ammirevoli per impeto e decisione, sia Bobet che Nencini, lo hanno preceduto sulla sommità del Bondone e il toscano, che stamattina muovendo da Como era secondo in classifica, adesso è passato al primo posto, e domani ripartirà in maglia rosa, con 19" di vantaggio su € houison », che dal terzo avanza al secondo posto. L'episodio risolutivo In quanto a Gaul, diciamolo subito, per essere giunto al traguardo con 10' e rotti di ritardo resta superato anche da Baldini, che s'insedia al terzo posto. Questi, in sintesi, i clamorosi risultati della tappa, e avanti di passare a descrivere come nacque c come si sviluppò l'episodio che ha dato una nuova faccia al Giro, è doveroso annotare anche la prova fornita dal vincitore della tappa: che è Poblet. Facente parte del gruppo di assalto scappato sotto il naso di Gaul, è arrivato con esso all'inizio del Bondone con un bel mucchiato di minuti di vantaggio sull'ingenuo lussem burghese, e, staccato, non ha indugiato a partire, prima sulle tracce di Favero che aveva aperto, le ostilità all'inizio del primo ed ultimo ostacolo naturale della giornata, eppoi una volta liberatosi del friulano, proseguendo da solo verso la sommità. <Don Miguel» in certe giornate ed in certe circostanze non è uno scalatore da trascurare. Ma nel ca so odierno, se gli è riuscito di < piantar lì» con facilità avversari che si chiamano Nencini, Bobet e compagni, si deve pur avanzare l'ipotesi che ciò sia stato facilitato dalla modesta posizione ch'egli occupa in classifica. In altre parole, i nominati lo hanno lasciato andare, giacché essi badavano soltanto a farla fuori fra essi, allo scopo di prendere la successione di Gaul. Non è quindi, la vittoria del velocista nella tappa di montagna l'evento più clamorosa della giornata, bensì l'altro, o gli altri, ai quali s'è già accennato, e che indubbiamente fanno alimentare l'interesse e la curiosità attorno a questo Giro, davvero prodigo di emozioni e di colpi di scena. Perché un vero e proprio colpo di scena, come fosse ideato e messo in esecuzione da un accorto e fantasioso regista, si trova all'origine dello smacco patito da Gaul. Cerchiamo di descriverlo con le parole più acconce, attingendo dalle note che mano mano tracciammo sul nostro taccuino, le cui pagine erano rima ste sconsolatamente bianche per quasi tre ore da quando eravamo partiti da Como. Verrà forse da sorridere leggendo come ebbe inizio il < dramma» ch'è costato a Gaul la maglia rosa, ma noi siamo ?rui per raccogliere i fatti come i abbiamo visti. E perciò diremo ch'è stata la soddisfazione di un bisognino, oh proprio una cosa da poco, tanto innocente quanto naturale, che a Bruxelles gli hanno persino dedicato un monumento, e il personaggio che ci sta in cima è diventato l'emblema della città. Piccolo e arguto com'è, senza che dia scandalo a nessuno, E' proprio stato quel bisognino, che il « ManneItenplss » fa notte e giorno ininterrottamente per la delizia dei bruxellesi e dei forestieri, che ha perduto il Carlotta del Lussemburgo. Uno di quei bisognini che Coppi soddisfaceva senza scendere dalla bicicletta, come Bartali. Magni v altri. A differenza di ciò, oggi Gaul ha commesso l'imprudenza di metter piede a terra. Certo, pensava che una decina di secondi, o una ventina, gli sarebbe stata sufficiente. Ma in quel momento sopraggiungeva Bo bet, che alla stessa operazione aveva proceduto centro metri avanti, facendo fermare con lui GeminiaM e Le Ber. Se Charly fosse sceso contemporaneamente ai francesi, quasi certamente avrebbe evitato la propria rovina. Bobet lo vide ameor fermo, mentre gli passa va di fianco velocissimo, all'inseguimento del qruppone che manco aveva mostrato di accorgersi dell'assenza dei due. Si scatena la battaglia In un attimo, con l'intuizione del t/randc campione, « Louison.» capì che quella era l'occasione i>roi>izia ver sferrare l'attacco a Gaul. Corse avanti, «alle, alle » prese a urlare perché tutti lo udissero, gregari e avversari, si portò alla testa del gruppo, e via a -48 all'ora; la testa bassa sul manubrio, sul. la strada liscia e invitante alla velocità. Si erano appena lasciate alle spalle le quattro case di Ospitaletto, dopo 102 km. di oorsa, 130 ai traguardo. La lotta contro Gaul divampò di oolpo, furiosa e implacabile. I cento metri — mica di più — ch'egli aveva perduti avan¬ tisvaiagectilavtinp6tpaIbJduiistFfarpctnvm«tpsacsSmsn«ntcdpsgD1nddslt1grm ti di risalire in bicicletta, presto diventarono 150, ZOO, tanto veloci andavano Bobet e Baiami, Nencini e Defilippis, Roiiand e Poblet alla testa dei gruppo, Dio come correvano, era una sarabanda di gambe che spingevano disjicratamcnte sui pedali e ogni 500 metri il battistrada cedeva il posto a un altro, e così via. Tanto veloci andavano, che non tutti riescono a sostenere quella infernale andatura, e il gruppo si rompe in due. Bastano 6 chilometri di quel < panciaterra», e Gaul coi suoi compagni di squadra che l'hanno atteso, e qualche altro fra cui Impanis (più tardi anche tre belgi, Couvrcur, Sorgcloos e Janssen» rallenteranno per dargli man forte) in totale una tr ntina di uomini, è già indietro di +00 metri. Da quel momento prosegue il duello fra Gaul che è all'inseguimento assieme ai nominati e a Noltcn, Monti, Uliana, Filippi e altri, e il gruppo in fuga che comprende tutti gli assi. Durerà ISO chilometri, col risultato che si sa. Hanno un bel prodigarsi Gaul e i pochi fidi che sema rimasti con lui, c'è troppa disparità di valori, c di numero, fra i due onippt. Davanti, ci sono passisti di fama mondiale, lui non è che il « re delle salite ». E qui, salite non ce ne sono, la strada per Brescia è tutta piana (distacco cronometrato in 1/5") altrettanto a Rczzato, al ISSmo chilometro, dove il ritardo è salito a l'25", peggio ancora c Salò (Km. HV dove i cronometri segnano 2'25". La carovana del Giro è in subbuglio, le automobili fanno la spola fra i due gruppi. « Gaul è in ritardo di tre minuti!», annuncia l'altoparlante che precede la corsa. « Nencini è Maglia rosa!». Il crollo di Gaul Sui bordi della sti-ada, a Gargnano, a Limone, al Bivio del Panale, gli spettatori dap prima rimangono increduli, poi si mettono a saltare per la gioia. Fausto Coppi aspettava i suoi amici su uno spiazzo erboso, appoggiato alle stampelle, fa appena in tempo a vederseli, è quelli sono già scomparsi, rapidi come il vento. Dall'automobile personale che 10 ha portato poco fa da Milano Goddet, il Patron del giro di Francia, salta sulla vettura dove si trovano gli inviati del suo giornale, e assisterà anche lui a uno dei più clamorosi t eventi» dei ciclismo. Ormai 11 destino di Gaul sembra segnato definitivamente. Il suo ritardo si accumula, è di J/' e mezzo a Riva del Garda. Da qui, approssimandosi il traguardo, egli spera, inaiando uno tardiva controffensiva, di rimediare alla disperata situazione. Accelera, proi>oca la rottura del gruppo che era con lui, rimane con Ciampi, Fini, Pellegrini, Morcsi della sua squadra; a Barche mancando SO km. all'arrivo, il ritardo è sceso a 3' e mezzo. Ma i suoi compagni non ce la, fanno più. O . esausti si rialzano; anch'cgli si è sfinito nello sforzo; poco oltre, dove comincia la salita al Bondone, nuovamente i cronometri gli sono contrari: segnano k'S5". Si aspetta il miracolo, che egli guadagni terre¬ ntclmb no ora che è giunto sul suo terreno favorito, ina non sarà così. Intanto, è già cominciata la lotta per la conquista della maglia rosa fra Nencini e Bobet. Defilippis anziché curvare a destra per ti Bandone fila diritto verso Trento; e deve tornare indietro. Poblet era già partito come ho detto in prin cipio. Il piccolo gruppo, che già negli ultimi chilometri st era diviso in due, adesso si allunga, si fraziona enormemente. Quattro corridori si sono portati avanti a tutti; e dominano la situazione. Sono Nencini, Bobet, Baldini e Grassi. Al sesto chilometro, cioè a metà della salita, essi hanno già 45" di vantaggio su Astrua, che precede Fallarini e Fornara assieme, poi vengono Maser e Fabbri a l'45" e altri che ritroveremo nell'ordine di arrivo. E Gault Gaul è crollato, poverino, ha perduto in quel tratto un altro minuto da Nencini e compagni, e ne perderà addirittura altri quattro e mezzo nella seconda metà della salita, sino ai 10'£" che al traguardo gli segneranno le inesorabili lancette del cronometro.. A tre km. dalla vetta, Baldini opera un allungo; lodevole è l'intenzione del giovane romagnolo che oggi arrivando secondo si è guadagnato i galloni di vero campione anche su strada, ma Bobet lo insegue e riporta sotto gli altri tre. Sarà la volata .finale, naturalmente in salita, che negli ultimi 100 m. deciderà dei primi posti dopo Poblet. Baldini scatta e taglia il traguardo prima d-el francese, mentre Nencini ha perduto una decina di metri: che il cronometro traduce in e" di ritardo da Bobet. Seguono gli altri arrivi, molti altri arrivi, avanti che appaia Gaul, 30°. Guerra lo carica sull'automobile della « casa», e non gli rivolge parola. Lo guarda soltanto, scuro e accigliato. La faccia della exMaglia rosa ha perduto quel sorriso fra lo svagato e l'ironico che risulta così bene in fotografia, e lo fa rassomigliare a un ragazzo. Si infila una tuta, si prende la testa fra le mani. Vestito di rosa, agitando un mazzo di fiori,'Nencini era già stato portato via dalla marea di popolò che inneggiava al suo trionfo, al passaggio della maglia rosa a un italiano Vittorio Varale ORDINE D'ARRIVO: 1. Miguel Poblet che percorre i 242 chilometri della tappa in 6 ore 15'8" (media oraria 38 km. e 705 m.); 2. Baldini a l'26"; 3. Bobet id.; 4. Nencini a l'28"; 5. Grassi a l'50"; 6. Astrua a 2'42"; 7. Moser a 2'57"; 8. Fornara a 3'06" 9. Sabbadin a 3'20"; 10. Fallarini a 3'32"; 11. Detlllppis a 3'46' 12. Wastmans a 3'54"; 13. Van Est a 4'37"; 14. Fabbri a 4'39 15. Giudici a 4'53"; 27. Maule a 8'41"; 30. Gaul a 10'02"; 31 Ge miniani a 10'57"; 45. Van Steen bergen a 13' ; 83. e ultimo Giuseppe Barale a 34'42". Hanno abbandonato Barozzi Germano Barale e Coletto. CLASSIFICA GENERALE: 1 Nencini con 86 ore 43'34"; 2. Louison Bobet a 19"; 3. Baldini a 5'59"; 4. Gaul a 7'38"; 5. Fornara a 8'44"; 6. Poblet a 11'38"; 7. Fabbri a 12'51"; 8. Defilippis a 13'36"; 9. Wagtmans a 16'21" 10. Geminiani a 17'30"; 83. e ul timo Piscaglia a 3 ore 6'23". Nencini affronta le rampe del monte Bondone seguito da Bobet e da Baldini (Telef.) Nencini ha infilato dopo l'arrivo la corona di alloro (Tel.)