L'impiego di isotopi radioattivi nella diagnostica e nella terapia di Angelo Viziano

L'impiego di isotopi radioattivi nella diagnostica e nella terapia Iniziata a Torino II congresso «Il medicina, nucleare L'impiego di isotopi radioattivi nella diagnostica e nella terapia Prolusione del prof. De Hevesy e interventi di illustri studiosi - Comunicata la scoperta di nuovi antibiotici, forse applicabili contro il cancro - Relazioni alla riunione chirurgica Gran ventura Indubbiamente è -Mita quando pila atomica e ciclotrone hanno cominciato a partorire fratelli gemelli di altrettanti elementi esistenti in natura. Avevano questi già fratelli naturali, tanto simili da differenziarsi soltanto per diversità di peso atomico, e si chiamavano genericamente isotopi. Ma quelli che cominciò a generare la pila, dei Joliot-Curie mostrarono subito di avere un bernoccolo particolare, quanto dire una certa carica di radioattività. Ecco per loro il casato generico di radioisotopi. Della straordinaria scoperta come non poteva profittare Hevesy, che tant'anni prima era riuscito ad ottenere la separazione chimica del radio D dal piombo, e col deuterio da tempo andava scrutando certi scambi dei liquidi organici in seno alle varie fasi dei tessuti dell'organismo stesso e tra questo e l'ambiente? Egli ci ha ragguagliati ieri, nella prolusione al Congresso internazionale di medicina nucleare, sulla storia da allora ad oggi dell'incalzante progresso dell'applicazione dei radioelementi nel campo delle scienze biologiche. Alto, snello, vivace nel comportamento che non ne rivela l'età, con parola schietta e sobria di sé ha poco detto, ma piuttosto di altrui scoperte. Oggi al radioisotopi si pos- sono avvicinare quanti dimostrino di saperli Impiegare e difendersene nei laboratori particolarmente di biologia, e in clinica e cerchino in essi l'aiuto per chiarire problemi di fisiopatologia non altrimenti sceverablli. L'uomo è vita, l'uomo è scambio continuo di materia e di energia, anche se sempre può mantenere egual peso ed egual fisionomia e struttura dei suoi tessuti, dei suoi organi. Si rinnova continuamente attraverso un complesso dinamismo dei componenti la propria materia. Orbene è proprio questo mirabile dinamismo che 1 radioisotopi ci consentono ora di esplorare, seguendo l'aggirarsi di ogni sostanza elementare che si sposta e fa incontri con altre, ad esse combinandosi sino a mutar volto e personalità. Ormai lo al sa che la tecnica consiste nel marcare l'elemento che si desidera spiare, etichettarlo, cioè, con un radioisotopo particolarmente adatto, di non lunga vita e non tossico, eppoi immetterlo tra gli intimi flutti dell'organismo. Allora anche se nella sua peregrinazione ha vaghezza di camuffarsi, impastoiandosi in mille situazioni, ci sarà una bacchetta di rabdomante alla superficie del corpo capace di captarne la presenza lì e là, seguendone 1 trasferimenti. Quella bacchetta consiste ii: contatori di controllo a scintillazione, insomma In apparecchi che avvistano con estrema precisione quei corridori etichettati, che fan da quinta colonna tra i processi biochimici interni. Con tale espediente si riescono a spiare variazioni e destino degli stessi elementi fondamentali dell'alimentazione, proteine, zuccheri e grassi, marcati agevolmente col radiocarbonio. Con simili elementi traccianti si capta anche la formazioni di globuli rossi e l'affluire del ferro nel plasma sanguigno per la sintesi dell'emoglobina del globuli di nuova formazione. Similmente si sono studiate le varie condizioni del sangue nei soggetti cancerosi, chiarendo comportamenti di esso talora apparentemente paradossali. Persino si è riusciti a controllare il ricambio dei sali minerali nelle ossa. Oggi 1 radioisotopi sono entrati a far parte dei mezzi di diagnostica clinica. Prima per l'accertamento di tumori, poi per lo studio della funzionalità di ghiandole endocrine e più recentemente per la determinazione della stessa dinamica cardiocircolatoria Studiosi della clinica medica di Pisa hanno, anzi, portato al congresso gli ultimi risultati di quel nuovo tipo di indagine che prende nome di radiocardiografla, e consiste nella registrazione, effettuata sulla re¬ gione toracica precordiale, del passaggio attraverso le cavità cardiache di un isotopo tracciante radioattivo idoneo, iniettato in una vena periferica II che si avvia a servire per un giusto apprezzamento di varie condizioni morbose cardiache. In fatto di terapia ieri uno dei componenti la delegazione dell'* Atomic Energy Commission », 11 prof. Hasterllk, di Chicago, ha illustrato la possibilità di servirsi di radioisotopi anche per la cura del cancro del pancreas, un ghiandolone che se ne sta allogato presso la colonna vertebrale a ridosso del fegato e dello stomaco e tanta parte ha nella funzione digestiva. Allorché li chirurgo non può più procedere alla sua resecazione e difficile è apportare dall'esterno radiazioni terapeutiche, ecco che il cesio 131 si presta alla grande manovra. Il bisturi scende sul pancreas e vi alloga tubi sottili di politene; che, quali periscopi, sporgeranno poi sull'addome a intervento chiuso. Per quei tubi si fa scendere poi nel pancreas l'elemento radioattivo, che dal suo cunicolo emanerà radiazioni salutari nell'ambito circoscritto voluto; che esse non arrivano oltre pochi centimetri. Il che evita lesioni deprecabili di altri organi sani circostanti. Analogamente un altro radioisotopo, ittrio 90, posto a livello dì una selletta ossea, che nel cranio alloga l'ipofisi, produce la distruzione di questa, al fine dì frenare certe metastasi di cancri mammari divenute ribelli ad altri trattamenti. Se tante benemerenze hanno dunque questi elementi derivanti dall'energia atomica, v'è di questa anche il rovescio della medaglia, anche se sia impiegata a scopi pacifici. Il prof. Marinelli, altro membro dell'accennata Commissione, ha illustrato casi di contaminazione accidentale da inalazione di radioisotopi, per cui ritiene necessario fare sistematici controlli dei livelli della radioattività dì popolazioni e dell'ambiente in cui vivono. Studiando la presenza di cesio 131, ha visto che la percentuale di presenza nell'organismo varia nelle popolazioni da regione a regione, e che dipende soprattutto dalle abitudini alimentari, maggiore nelle diete prevalentemente lattea, inferiore in quelle carnee. Égli ritiene,' tuttavia, che per ora non vi siano ragioni di preoccupasene circa la radioattività dei terreni. Naturalmente i rischi maggiori potrebbero derivare dalla eventuale diffusione di stronzio radioattivo, prodotto di fissione pericolosissimo. Lo Stern ci ha ragguagliati sulle difese usate per la protezione degli operai delle industrie atomiche e del risultati soddisfacenti a quindici anni di esperienza. Gli incidenti per lo più non sono dovuti all'azione specifica della radioattività, ma sono d'nitro ordine e non superano quelli segnalati per le lavorazioni di altro genere. La sanità pubblica segue con iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiii occhio vigile i problemi inerenti la tutela preventiva della collettività. Ciò è apparso chiaramente espresso dalla relazione che ha letto il Chadwich a nome del Powel, sempre dell'* Atomic Energy Commission ». Altri relatori: Gigli, Joyet, Costa, Tubiana. Presidenti: Wataghin, Bastai, Turano. Novità interessanti sono uscite dal Congresso di chemioterapia (presidente l'on. Trabucchi, e presidenti di seduta i professori Daddi e Lightbown) con la messa a punto di diversi nuovi antibiotici, dalla spiramicina alla cicloserina, alla viomlcina, all'oleandomicina, alla neomicina, nonché alla sigmamicina; mentre oggi si dirà pure della novobiocina, della colimiulna e di certi antibiotici ad azione forse antimitotica, cioè inibente la moltiplicazione cellulare e quindi di augurabile avvio nella terapia anticancro. Come si vede, l'armamentario degli antibiotici è in continuo crescendo; sembra che il suolo da cui ne promanano in conclusione le origini sia una inesauribile fonte. II che è di alto auspicio contro il rischio che si configura nella resistenza che di fronte ad altri antibiotici ormai classici vanno assumendo certi germi primitivamente ad essi succubi. Welsch di Liegi, Lightbown di Londra, Bietti, Pietrantoni, Valle, Scalfì, Curci, GialdoniGrassi, Durel, Daddi, Keller, Heinsen sono stati gli oratori. X ginecologi frattanto ieri sono tornati piuttosto all'altra loro qualità, quella di ostetrici, con un Simposio sul parto psicoprofilattico, per cui Torino è certamente all'avanguar¬ nitiiiiiiiciiiiiiiiTiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiriiiMMiMiii dia sia con le attrezzature della iniziatrice Clinica universitaria del Dellepiane, sia con quelle delle Sezioni ospedaliere, per merito dei primari Ròbecchl e Zocchi. Molte cliniche italiane, Milano ad esempio col Malcovati, Bologna col Bacialli, hanno portato al Simposio notevoli contributi; così pure Padova col Revoltella (il quale ier l'altro ha svolto una interessante relazione a proposito della terapia del cancro dell'utero, sottolineando l'importanza dell'irradiazione preoperatoria per un intervento radicale). Notevoli le comunicazioni al Simposio del famoso pioniere Read, di PIgeaud, Mayer, Dellepiane, Keller, Louros Hereld, Riviere. L'americano Abbott, lo svizzero Brunner e Io spagnuolo Caralps hanno dato massimo lustro al congresso primave rile della Società italiana di chirurgia, presieduto dal prof. Biancalana ed affollatissimo. Osler Abbott ha esposto una sua teoria sull'origine dell'enfisema polmonare ipertrofico diffuso, cioè di quel malanno che crea insufficienze respiratorie attraverso la distruzione di alveoli polmonari. Alla base si troverebbe un broncospasmo (contrattura bronchiale) comandato dal nervo vago, e che quindi egli propone di rimediare con la sezione del nervo stesso. Non va infine dimenticata una citazione per il dotto Simposio • sul cuore-polmone artificiale, presieduto dal Battezzatti, e per la riunione di igiene mentale, sotto la presidenza del De Sanctis. Angelo Viziano II prof. De Hevesy dopo' la sua prolusione al congresso

Luoghi citati: Bologna, Chicago, Londra, Milano, Padova, Torino