Conferite le lauree agli scienziati in una solenne cerimonia all'Ateneo

Conferite le lauree agli scienziati in una solenne cerimonia all'Ateneo Xel settecentesco palazzo dell9 Università di Torino Conferite le lauree agli scienziati in una solenne cerimonia all'Ateneo Gli insigni studiosi, benemeriti dell'umanità, vestivano l'ampia toga nera e il tocco - Nel severo cerimoniale riviveva la suggestione di un antico rito II discorso del Rettore Magnifico in manto d'ermellino, la presentazione dei sette relatori e la consegna delle pergamene La solenne, ufficiale consegna delle lauree ad honorem che l'Università di Torino ha conferito a sette insigni studiosi stranieri è avvenuta ieri pomeriggio con una ceriironia suggestiva, ricca di significati. Sotto gli archi armoniosi del cortile dell'Università erano stati distesi lunghi tappeti verdi, alle grandi scalee d'accesso carabinieri in alta uniforme montavano severi la guardia. Gli invitati passavano un po' intimoriti sotto gli sguardi assenti dei carabinieri e quelli pietrificati degli insigni maestri che l'ateneo torinese ha eternato nel marmo. Le eleganti signore in abiti da cocktail fumavano l'ultima sigaretta sull'aerea loggia disegnata da Michelangelo Garo ve, leggevano le targhe marmoree, guardavano i busti degli studiosi di altri tempi. Plana e Boucheron, Dionisio e Pescatore, Schina e Valperga Caluso, Bertrandi e Avogadro, Rayneri ed Erasmo da Rotterdam, medici, giuristi, filosofi, chirurghi, filologi facevano da guida fino alle soglie dell'aula magna alle autorità intervenute, agli invitati, ai neo laureati. I meno emozionati' per l'imminenza della cerimonia erano proprio i neo dottori; dalle relazioni che abbiamo ascoltato poi, abbiamo saputo che essi hanno fatto ampia collezione di lauree ad honorem nelle università di mezzo mondo, il prof. Arthur Stoll, ad esempio, ne ha già conseguite venti. Poco prima che il Corpo accademico entrasse nell'aula magna, tutti gli invitati avevano preso posto di fronte al vasto ed austero emiciclo, sul fondo del quale campeggiava un bassorilievo in bronzo dorato, in cui è raffigurato l'atto di fondazione dell'università torinese. Tre valletti entrarono reggendo le mazze d'argento delle facoltà di medicina e chirurgia, farmacia e lettere dalle quali era partita l'iniziativa di attribuire le lauree. Poco dopo entrarono i laureandi seguiti dalle autorità invitate. C'erano il prefetto e il sindaco di Torino, il presidente della provincia, rappresentanze militare il corpo consolare al completo. I laureati avevano in dossato l'ampia toga nera di seta, portavano 11 tocco di velluto con fregi in oro, la candida bavarola di pizzo. Con ritmico sincronismo entrarono tutti i professori dell'ateneo torinese, anch'essi in toga, tocco e bavarola ed il lungo nastro di seta rosso, o verde, o azzurro, o bianco, a seconda della facoltà in cui insegnano. Ultimo è entrato il senato accademico, tutti i presidi di facoltà guidati dal rettore magnifico. Il prof. Mario Allara portava sulle spalle il . corto manto dermeljino. Tutto |si svolgeva in un silenzio per fetto, che aumentava la solennità del rito. I gesti, le frasi, gli encomi che risuonarono poco dopo si evolsero ancora in queBta atmosfera, dove pareva che tutto fosse tornato indietro nei secoli, nemmeno i microfoni, i riflettori per la televisione, i lampi dei fotografi riuscivano a rompere l'incanto di quelle formalità che hanno conservato intatta l'antica suggestione. Il prof. Allara ha letto un breve discorso salutando tutti gli intervenuti e particolarmente sir Ashley Clarke, ambasciatore inglese a Roma, venuto a Torino per ricevere la laurea conferita a George Macau lay Trevelyan. Per la tarda età, l'illustre storico non ha potuto muoversi dall'Inghilterra. Per impegni dovuti alla sua professione, anche Jonas E. Salk, il celebre inventore del vaccino antipolio non è venuto a Torino; l'ambasciata americana di Roma ha mandato mr Philip Conley addetto alle relazioni culturali, a rappresentarlo dinanzi al senato accademico torinese. Dalla fine della guerra, è questa la terza volta che l'Università di Torino conferisce lastvonatàscsil'uvepinolanodeBai 11 ! ìt ii 111 ; ■ 111111111111 it e 1111 ii 1111111 ■ ti ( ti 111 f r a 1111111 ■ lauree ad honorem a studiosi stranieri e 11 prof. Allara ha voluto precisare la internazionalità della scienza e la libertà delle università nel riconoscere i meriti degli uomini che si distinguono per il bene dell'umanità conferendo questo vero titolo di nobiltà dei tempi moderni che è la laurea honoris causa. Egli ha dato infine la parola ai vari relatori i quali hanno tracciato un rapido profilo dei neo laureati. Il prof. Pio Bastai ha presentato George glPleaitepadvedopcotangladSa11 ■ i i i ri 1111 ■> 1111 r 11111 s 111111 f 1111111111 iiiimhiiiiiiii de Hevesy, premio Nobel per la chimica nel 1944, noto per le sue scoperte nel campo degli isotopi radioattivi; il prof. Giulio Cesare Dogliotti ha presentato Charles Hugginj, noto per le sue ricerche sul cancro; il prof. De Gaetani ha presentato Franz J. Kallmann che ha dato sistemazione scientifica alla genetica medica; il prof. Guassardo ha presentato Jonas E. Salk, lo scopritore del vaccino antipolio; il prof. Achille Mario Dogliotti ha presentato Paul Santy, celebre pei la sua tecnica chirurgica nelle cardiopatie; 11 prof. Guido Tappi ha presentato Arthur Stoll, il celebre chimico svizzero ed il prof. Walter Maturi ha presentato George Macaulay Trevelyan, lo storico inglese che ha dedicato buona parte della sua attività al Risorgimento italiano. Al termine di ogni presentazione, il relatore scendeva dall'emiciclo, si inchinava al laureando, lo scortava fino al tavolo del Rettore Magnifico il quale, letta la formula di rito ir. latino, consegnava al neo dottore la pergamena chiusa in una scatola cilindrica di cuoio rosso. L'ambasciatore Inglese sir Ashley Clarke e mr. Philip Conley hanno indossato le toghe che erano destinate ai loro illustri connazionali. Al termine della cerimonia, il prof. Mario Allara ha letto le adesioni giunte da tutte le università italiane e, ringraziando ancora gli Intervenuti, ha pronunciato la rituale frase conclusiva: < La seduta è tolta ». Poco dopo, ospiti dell'ateneo torinese, i neo laureati e gli invitati hanno preso parte ad un cocktail party a Villa Sassi. iiiiiiiiim iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii La laurea al prof. De Hevesy, premio Nobel di chimica.