Enrico Mattel dell'ENI a Londra per l'acquisto di impianti atomici

Enrico Mattel dell'ENI a Londra per l'acquisto di impianti atomici Enrico Mattel dell'ENI a Londra per l'acquisto di impianti atomici Incontri del presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi con esponenti del mondo petrolifero, inglese • L'impiego dei tecnici e. delle altre* sature italiane per lo sfruttamento di giacimenti nel Medio Oriente a a e e (Dal nostro corrispondentej Londra, 28 maggio. Il preaidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi, dott. Enrico' Mattei, ha concluso oggi la sua visita a Londra come ospite del governo britannico e ripartirà domani in aereo per Roma. L'invito, che gli era stato recato dall'ambasciatore britannico a Roma, sir Ashley Clarke era staio formulato dal ministro del Commercio slr j David Ecclas ed aveva il doppio scopo di permettere al .dottor Mattei di visitare gli stabilimenti atomici di Gran Bretagna -— a brève distanza dalla creazione della nuova emanazione dei l'ENI, l'Agip-nucleare — e di- permettere a varie personalità britanniche di avvicinare di persona una delle figure piti notevoli dell'Italia industriale di-questo dopoguerra. L'invito era il riconoscimento formale dell'importanza di uno dei più grandi complessi industriali sviluppatosi in Europa nel dopoguerra. Nel corso di questa visita a Londra il dott. Mattel è stato ospite anche del presidente della Brltish Petroleum, la società britannica che fino alla grande crisi di Abadan si chiamava Anglo Iranlan, società che ha fra l'altro anche una interessenza del 49 per cento nelle raffinerie di Porto Marghera. Ma durante questi incontri londinesi, a quanto si apprende, non sono stati discussi né le. tre concessioni di zone petrolifere in Persia — che saranno presto discusse dal Parlamento persiano quando questo sarà chiamato a ratificare ufficialmente l'accordo — - né l'imponente e dettagliato progetto italiano per un oleodotto che dovrebbe portare il petrolio grezzo dal pozzi iraniani, attraverso un'alta catena di montagne, verso il territorio turco per sboccare poi ad Aleasandretta, né la recentissima scoperta in territorio egiziano, nella- penisola del Sinai, di un giacimento di petrolio che do vrebbe rendere un milione di tonnellate il primo anno e un milione e mezzo nei dodici mesi seguenti. La discussione del resto, non era desiderata da nessuna delle due parti. Le caratteristiche dei contratti proposti dal dottor Mattel alla Persia e ad altri Paesi del Medio Oriente — contratti nei quali 1 Paesi del Levante entrerebbero partecipando al finanziamento delle società — sono completamente e volutamente diverse da quelle dei contratti tradizionali, su cui si basano le concessioni petrolifere britanniche ed americane. Si è trattato perciò più che altro di una presa di contatto generale da parte inglese con il capo di un'organizzazione praticamente nuova che, nel corso degli ultimi dieci anni, oltre agli imponenti sviluppi in Italia si è attrezzata con un equipaggiamento tecnico e industriale molto vasto, con uno stato maggiore di tecnici e di esperti del petrolio, pronta a partecipare allo sviluppo dello sfruttamento dei giacimenti in varie parti del mondo, dall'Angola al Pakistan. Alla colazione che il ministro del Commercio sir David Ecclas ha offerto in onore del dott. Mattei hanno partecipato vari ministri del governo britannico e numerosi sottosegretari. Ieri poi, a bordo di un'automobile del governo che aveva sul cofano una bandierina italiana, il dott. Mattel è stato accompagnato a visitare gli stabilimenti atomici di Har. well. Il governo britannico ha ormai da tempo iniziato una grande campagna internazionale per sfruttare il proprio primato nell'uso pacifico della energia nucleare, e questo primato britannico fa si che le nazioni che intendono attingere al più presto a questa nuova fonte di energia, si rivolgano per studiare la eventualità di acquisti. L'ente per l'energia atomica di Gran Bretagna, è già in trattative con molti Paesi per la vendita di stazioni complete. Per l'Italia tuttavia, la si¬ tuazione — ha spiegato il dottor Mattei — è del tutto diversa. L'Italia dispone di un buon equipaggiamento industriale e di una gran massa di tecnici e di manodopera di eccezionale capacità, per cui essa non ha bisogno di importare impianti fatti e finiti, ma soprattutto ha bisogno di aiuto nella progettazione e probabilmente di forniture di alcune parti essenziali che non potrebbero essere prodotte in Italia. Più che di una fornitura di un impianto atomico, se l'accordo potrà essere concluso si tratterà di una formula di collaborazione molto intima, completata dall'acquisto di licenze di progetti e' di una parte del materiale. r. a.

Persone citate: Ashley Clarke, David Ecclas, Enrico Mattel, Mattei