Veuillon, il commerciante svizzero che ha creato un premio europeo di Filippo Sacchi

Veuillon, il commerciante svizzero che ha creato un premio europeo Veuillon, il commerciante svizzero che ha creato un premio europeo Proprietario di una ditta liorentissima, consacra il suo tempo libero alle lettere, alle arti e allo studio - Tre romanzi: in francese, italiano, tedesco, premiali quest'anno in un'unica cerimonia In attesa che sbocci, dalle parole ai fatti, la tardiva primavera europea, non trascuriamo di coglierne gli sparsi fiorellini che spuntano dove un po' di calore precoce li aiuta. Un lago cupo, flagellato da una gelida bise, una barriera di vapori cinerei che impediva di vedere le rive in faccia, una pioggia cattiva sottile che annebbiava le colline e il verde tenero dei tralci nuovi: non si può proprio dire ohe spirassero i Favoni sul Lemano ter l'altro, mentre Losanna festeggiava il decimo anniversario del c Premio Veuillon ». Svizzera ed europea insieme, la Fondazione Veuillon assegna ogni anno tre premi da cinquemila franchi svizzeri ciascuno a tre romanzi: uno in lingua francese, uno in lingua italiana e uno in lingua tedesca, su decisione di tre giurie stabili, composte da letterati e critici delle tre lingue di riconosciuta autorità. E' chiaro il significato anticipatore e, diciamo, primaticcio del Premio: favorire una sempre maggior vicinanza e comprensione fra le tre genti che formano il cardine della comunità europea. Appunto per accentuare questo proposito, mentre in passato i tre premi erano assegnati e consegnati separatamente in epoca diversa, e in posti diversi, fu deciso che a partire da quest'anno vengano assegnati insieme con una- cerimonia comune, scegliendo a turno città e Cantoni di diversa lingua, incominciando appunto da Losanna, dove il Premio è nato per iniziativa di un privato cittadino di qui, Charles Veuillon, di professione commerciante. Veuillon è un po' un commerciante speciale. Molti anni fa egli ha avuto quest'idea. In Svizzera gli orari degli uffici sono avanzati sui nostri, cominciano prima al mattino e finiscono alle 18. Lo stesso è per i negozi: alle 19 la mag gior parte è chiusa. Ora all'impiegato e all'operaio che terminano il lavoro alle sei, e tra una cosa e l'altra non sono in strada prima delle sei e un quarto, se hanno da fare un acquisto che richieda una scelta e quindi una ricerca di ne gozio in negozio sul tipo e -,ul prezzo, non resta più spazio di farla con agio. Che cosa escogitò il signor Veuillon? Di farvi scegliere a casa. Mettiamo che abbiate bisogno di un ve stito. Gli scrivete una cartolina ed egli vi manda a domicilio, in qualunque punto remoto siate della Svizzera, senza bisogno di nessun acconto tre vestiti. Se uno vi va bene lo tenete e rimandate gli altri. Se non vanno li rimandate tutti e tre, e subito egli ve ne manda altri tre, e così via, sinché avete trovato quello dì vostro gusto. Altrettanto per qualunque genere di merce. Un sistema speciale vi facilita la spedizione. Naturalmente nuove non è il metodo di vendere per corrispondenza, ma la trovata e il coraggio di applicarlo in questo modo. Come conclusione si è sviluppata una ditta florentissima, uno dei giri d'affari più forti della Svizzera. E' un tipo questo signor Veuillon. Protestante liberale e umanista, capo di una famiglia semplice, laboriosa e patriarcale, si è fatto sempre un dovere di consacrare alle arti, alle lettere e allo studio tutto il tempo che non gli prende il commercio. Alla proclamazione dei Premi al Teatro Comunale di Losanna, si presentò tranquillamente a leggere un breve discorso in francese. Parlava a una udienza dove, assieme alle prime autorità del paese, e alle rappresentanze diplomatiche e consolari, sedevano professori, scrittori, personalità della cultura d'ogni paese, Guilloux, Vercors e Egidio Reale, Francesco Flora, Diego Valeri, Plinio Bolla, il Rettore del Politecnico di Zurigo, Schmid, il titolare della cattedra di Italiano del Politecnico Guido Calgari, il prof. RoedI, Aldo Patocchi, ecc. Dopo di lui avrebbero parlato niente meno che Cari J. Burckhardt, 10 storico e diplomatico svizzero autore di quello stupendo libro che è II Richeheu, e il neo-accademico di Francia André-Chamson, che fece un affabile e delizioso discorsetto indirizzandosi al laureato per 11 romanzo francese, lo svizzero Monnier. Ebbene, la pagina del commerciante Veuillon, col suo semplice e pensoso moralismo e il suo lindo francese, non sfigurava affatto. Ma, voi direte, se l'era fatta scrivere, come usano di solito i ricchi commercianti. Ah, si vede che non conoscete Veuillon. Vincitore per il romanzo italiano fu poi proclamato quest'anno Mario Tobino col romanzo La brace di Biassoli (edizione Einaudi) giudicato dalla giuria opera ricca di «vivacità e potenza di trasfigurare magistrale». Vennero segnalati inoltre Filippo Valenza per il romanzo « Il nido sotto la grondaia » (edizione Ribellato) e Mauro Senesi per il romanzo < Abele si ribella » (in manoscritto). Per il romanzo tedesco il premio toccò a un anziano scrittore boemo, nato a Praga e da molti anni trasferito a Nuova York, Johannes Urzidil. Questo era l'unico autore che non aveva fatto a tempo a venire. Filippo Sacchi

Luoghi citati: Losanna, Nuova York, Praga, Svizzera, Zurigo