Gravi inesorabili accuse dei testimoni all'imputato

Gravi inesorabili accuse dei testimoni all'imputato L'orrendo delitio nella baila sopra Verbania Gravi inesorabili accuse dei testimoni all'imputato Il sopraluogo nel paese, dove si ha paura del presunto assassino (Dal nostro inviato speciale) Novara, 24 maggio. Le ultime testimonianze sono state piuttosto pesanti per Eugenio Pizzagrani, imputato di aver ucciso Giovanni Rigoli, di averne distrutto il cadavere e di avere provocato a tale scopo un incendio. Ma il Pizzagrani non abbandona per un istante la sua linea difensiva a base di « no », « non è vero », < è un falso testimonio ». Gaudenzio Fantoli, macellaio, detto Denzi, verso le ore 20 del 18 agosto 1955 (giorno del delitto) a una quindicina di metri da casa sua udì un grido di «aiuto!», grido che si ripetette quando egli era ormai sulla soglia. Del primo, fra sorpreso e spaurito, egli non identificava il punto di provenienza, ma del secondo non ebbe dubbi: partiva dalla abitazione del Pizzagrani. Contemporaneamente se ne scuoteva la porta d'ingresso fino a un dondolìo netto del campanello. Alludendo alla versione del Pizzagrani, secondo cui quella sera era solo in casa, egli uccise un coniglio e così maldestramente da spruzzarne il sangue nell'atrio, in due stanze e per le scale, il presidente dott. Sicher domanda: < Era il coniglio che gridava?». Imputato — Si, era agganciato alla porta. Presidente — Siamo seri. O il teste è falso o il coniglio gridava aiuto. Imputato — A casa mia non è venuto nessuno. Quello li è un testimonio falso. Gaudenzio Fantoli si affrettò a tapparsi in casa. Sua moglie vedendolo entrare pallidissimo volle sapere perché, e subito uscì sulla terrazza tendendo l'orecchio verso l'abitazione del Pizzagrani che è a brevissima distanza. Lei udì rumori come dj secchi trascinati e lavatura di pavimenti, ma niente altro perché suo marito, preoccupato, la fece subito rientrare. Presidente — E perché? Teste — Avevo paura. Se fosse stato in un'altra casa sarei accorso e avrei chiamato gente, ma in quella casa lì Rina Vischetta, moglie del Fantoli ■ conferma punto per punto le dichiarazioni del marito. Imputato (al presidente, che 10 guarda con fare interrogativo) — A casa mia non è venuto nessuno. Parola d'onore (si ride). Il terzo teste che dovrebbe mettere K. O. il Pizzagrani, ma accentua soltanto il suo pallore cadaverico, è il ragazzo Oliviero Boldini, allora di quattordici anni, garzone del macellaio. Egli vide il Rigol dirigersi verso l'abitazione del Pizzagrani, non lo vide entrare, ma nemmeno superarla Più tardi udì gridare: «Aiuto Denzi!» Poi un «tonfo» seguito da un « rantolo ». Imputato — Ma no! Bisognerà udire i tre testimoni sul posto, cioè a Rovedro di San Bernardino Verb-no. La Corte, gli avvocati, i testimoni vi si recano per il sopraluogo. Tutto il paese accorre a curiosare. Una donna con gli occhi da pazza va incontro alla Corte agitando la fotografia di suo figlio Silvestro. E' Elisabetta Bariatti. Ella urla tra le lacrime che il Pizzagrani le uccise il figlio in America. Ma non è questo il caso di poterne trattare. Non resta che consolarla alla meglio. C'è soltanto da stabilire adesso se dalla casa del Fantoli si potevano udire quelle invocazioni di * aiuto » e Be scuotendo la porta anche il campanello se ne risentiva. Tutte le prove risultano positive. L'avvocato Di Tieri chiede ancora se allo Stato Civile il Rigoli risulta defunto. Non ancora. Gli articoli 19 e seguenti del codice penale autorizzerebbero quindi la difesa a chiedere la « sospensione del procedimento con conseguente scarcerazione dell'imputato non potendosi processare nessuno per un omicidio se la persona uccisa risulta ancora viva ». 11 pubblico ministero non è dello stesso parere. La Corte si riserva di discutere l'eccezione in sede di giudizio. a. a.

Persone citate: Di Tieri, Elisabetta Bariatti, Fantoli, Gaudenzio Fantoli, Giovanni Rigoli, Oliviero Boldini, Rina Vischetta

Luoghi citati: America, Novara