Studente quindicenne spara in aula contro la professoressa di matematica

Studente quindicenne spara in aula contro la professoressa di matematica Impressionatile episodio la» un istituto iocnico di Napoli Studente quindicenne spara in aula contro la professoressa di matematica L'insegnante ferita ad una mano - II giovane premendo il grilletto esclama: "Tu mi odii e io fi uccido,, - E' fuggito dopo aver percosso tre persone che gli sbarravano la strada - Figlio d'un ricco salumiere aveva votazioni scadentissime - Era appassionato di film gialli (Dal nostro corrispondente) Napoli, 24 maggio. Stamane alle dieci, nell'Istituto tecnico-industriale « Alessandro Volta», lo studente quindicenne Armando Pisacane, durante una lezione di matematica, ha sparato alcuni colpi di pistola contro la professoressa: la trentenne Maria Gregorio da Gallodoro Letoìanni (Messina), ferendola ad una mano. Nel far partire il primo col po il Pisacane ha detto, rivolto all'insegnante: < Tu mi odi e io ti uccido ». La Gregorio, che vestiva a lutto, avevai proprio stamane ripreso le lezioni, interrotte giorni fa per la morte del padre. Si deve a un puro caso se la professoressa non è stata uccisa. Il giovane, che abitualmente sedeva in un banco della penultima fila, si è spostato silenziosamente dal suo posto mettendosi in un banco dell'ultima fila, all'estrema destra dell'aula, per aver possibilità di mirare con calma e colpire l'insegnante che in quel momento, in piedi presso la lavagna, stava interrogando un altro alunno, Nunzio Pescatore, intento alla dimostrazione di un teorema di geometria. . Il fatto è accoivto così improvviso e fulmineo che nell'aula, subito dopo gli spari, è subentrato un attimo di sbigottimento, poi mutatosi in grida di terrore allorché gli studenti hanno visto che la professoressa, pallidissima, si abbatteva al suolo con una mano e l'abito insanguinati. Due proiettili avevano scheggiato la lavagna, sfiorando t visi della Gregorio e del Pescatore, un terzo avrebbe certo fulminato l'insegnante, raggiungendola al cuore, se non avesse deviato urtando contro il polso della mano destra con cui essa teneva un pezzo di gesso. Appena compiuto il folle gesto il giovane criminale, con un incedere ricalcato sui modelli dei « gangsters » da cinematografo, s'è lanciato verso la porta, tenendo a bada la scolaresca con la pistola puntata ed esclamando: « Nessuno si muova o faccio una strage! ». Uscito nel corridoio, s'incontrava col bidello Vincenzo D'Angelo, accorso alle detonazioni, ma liberatosene con un violento spintone, che mandava l'uomo disteso sul pavimento, correva giù. Qui gli sbarrava il passo il custode Federico Esposito. Prima che l'Esposito si rendesse esattamente conto di quanto stava accadendo, il giovane, postasi la jnstola su un fianco, gli gridava di togliersi di mezzo e, sferratogli un calcio negli stinchi, si precipitava fuori. In quel momento, dinanzi al portone dell'Istituto al corso Malta, c'era un garzone in « Lambretta*, certo Vincenzo Liberti: giuntogli vicino, il Pisacane gli ordinava di abbandonare la motoretta. Il Liberti, dinanzi alla pistola puntata, scendeva dal sellino ma poi, di sorpresa, con un mezzo giro su se stesso tentava di avvinghiare il ragazzo. Senonché il Pisacane, intuitane la mossa, si volgeva a sua volta e gli sferrava di sinistro un pugno che gli spaccava lt labbra. Quindi, rinunciando alla < Lambretta*, infilava velocissimo un vicolo vicino dova scompariva. Intanto all'Istituto il vicepreside Antonio Ladanza, chiamato un tassì, vi adagiava la professoressa tremante per un forte € choc », e l'accompagnava all'ospedale, dove i chirurghi le riscontravano una ferita alla mano destra con foro d'entrata alla regione palmare e d'uscita dal dorso e lesione dei tendini. Mentre alcuni funzionari e agenti di polizia iniziavano gli accertamenti interrogando tutti gli alunni, lì comandante della <. Mobile* e ulfmctvfs e a n o e e i a ì e un magistrato si recavano all'ospedale per sentire la professoressa che, riavutasi, esprimeva il suo stupore per l'accaduto. Come ella ha spiegato, il Pisacane era, sì, un giovane noto per il nessun profitto e la cattiva condotta, ma nulla era accaduto che potesse fornire una spiegazione plausibile d'un cosi grave fatto. Questa mattina lo studente — che, come ogni giorno, veniva da Angri (Salerno) — era giunto in ritardo, ma la professoressa, per non interrompere e turbare la lezione, pur avendolo visto entrare quando tutti erano già da mezz'ora ai loro posti, si era astenuta dal rimproverarlo. Ciò anche perché la media del Pisacane nei due primi trimestri era tanto bassa, con votazioni varianti dall'inno* al « quattro *, e le sue assenze così frequenti che ormai ogni tentativo per rimetterlo sulla giusta strada doveva considerarsi inutile. Più volte essa lo aveva esortato, più volte aveva fatto scrivere dal preside, ing. Raffaele Avallonej al padre del ragazzo, Carlo, un agiato commerciante di salumi, ma mai un familiare era venuto all'Istituto. Perché dunque quel grido: < Tu mi odi, devo ucciderti!».» La verità sulla causale dell'accaduto è però emersa più chiaramente dalle confidenze dei compagni del precoce criminale. Il Pisacane era un tipo abitualmente chiuso, allucinato, ohe viveva in un suo mondo fantastico. Egli aveva esclusivamente interesse per i libri gialli e i films dello stesso genere. Dallo scorso ottobre quasi tutte le assen ze, almeno quattro giorni su sei, erano state dedicate a frequentare alcuni cinema di periferia dove si proiettavano filma di delitti ed enigmi polizieschi. Ad un certo momento, suggestionato da quelle vicende, il giovane aveva preso una pericolosa manta: andava in giro armato di una « Browning 6,75 », di proprietà del nadre che l'aveva regolarmente denunciata. La atessa pistola impugnata stamane dal ragazza Di nascosto il giovane se ne era impossessato e un giorno, con la rivoltella alla cintura, in cui aveva inserito anche due pugnali, sì era fatto fotografare in una posa truce per vantarsi con i suoi amici Negli ultimi tempi aveva più volte avvicinato rudemente la professoressa Gregorio, ten ltatirntblfttando di convincerla a influire sugli altri colleghi perché, nonostante i suoi pessimi voti, lo promuovessero. Evidente mente lo sdegnoso rifiuto del- e e — a , linsegnante di fronte ai tentativi d'intimidazione deve averlo esasperato, facendo maturare nella sua mente tarata il gesto sciagurato di stamane. Il giovane, che vaga tuttora armato della pistola viene ininterrottamente ricerca¬ to dalle Questure e dai carabinieri delle province di Napoli e Salerno; fonogrammi e foto sono stati diramati in tutta la Campania e uno speciale servizio di vigilanza è stato disposto ad Angri Crescenzo Guarino Armando Plsacane (Telef.)

Luoghi citati: Angri, Campania, Gallodoro, Messina, Napoli, Salerno