Fotografi di tutta Italia nel salone di Palazzo Madama

Fotografi di tutta Italia nel salone di Palazzo Madama Fotografi di tutta Italia nel salone di Palazzo Madama o o i n e l e a a o a o Ti altissimo livello nel campo dell'arte fotografica (e qui l'aggettivo non compromette il sostantivo) subito appare, ad una prima occhiata, la grande mostra della « Federazione Italiana Associazioni Fotografiche > che s'apre oggi nel salone di Palazzo Madama e che il Centro Culturale Fiat ita organizzato e splendidamente presentato, con la collaborazione del dott. Viale, direttore dei Musei Civici, in una cornice di rara dignità. Dai migliori fotografi di tutta Italia giunsero, per questa competizione nazionale, ben 1479 prove, ne furono accettate — da una giuria di competenti quali Cavaglià, Fioravanti, Giacomelli, Robino, Viale — 248 di 186 autori : e la severità della selezione ha procurato gli eccellenti risultati che si vedono. La mostra, dunque, ci offre la indicazione precisa di quanto attualmente la migliore fotografia cerca e vuole; e due osservazioni se ne possono senz'altro desumere. La prima, che la pellicola a colori, Insieme con l'abilità degli operatori, marcia di carriera e probabilmente segna (come già per il cinema) la direzione dell'avvenire. I saggi che ce ne danno i « colorprint », per esempio, di Betti, Calliero, Costa, Lorch, Marcuccl, Milone, Mochino, Moncalvo, Somaglino, Garneri ed altri, dimostrano la maturità « pittorica » di questo mezzo fotografico che ormai, uscito da una fase sperimentale, sa rendersi conto dei valori di tono, delle possibilità espressive dei rapporti cromatici, della forza degli impasti coloristici, delle gradazioni della luce. Ma slamo sempre sul terreno della tecnica: mentre con la seconda osservazione — assai più complessa — si tocca un problema di gusto e di stile che chiarisce come anche la fotografia si inserisca in un generico clima artistico, che è oggi, come tutti sanno, a ragione o a torto, antinaturalismo. S'intende che la fotografia non può librarsi come la pittura (« cosa mentale » secondo la definizione leonardesca) nella sfera dell'astratto. Essa, sia pure variamente manipolata in laboratorio, è e sarà sempre legata all'oggetto, al dato concreto e visibile, cioè alla « natura ». Ma trova modo, se non di eluderla, di aggirarla con sottili accorgimenti, e spesso quasi di « surrealizzarla », attraverso un'interpretazione più soggettiva. Cosi avviene che il paesaggio, la tradizionale « veduta » da accettare quale l'occhio comune percepisce, è quasi scomparso, ed il fotografo s'industria di trarne scegliendo il particolare inedito, significati nuovi, e sempre meno naturalistici; e persino la figura, la natura morta, son studiate con intendimenti in cui la fantasia predomina sulla realtà nuda e cruda, che ancor ieri con la sua riproduzione perfetta dava la misura della maestria fotografica. Si vedano i saggi — parecchi stupendi — di Andolfato, Anselmi, Balocchi, Flnazzi, Dorico, Rocca, Vigo, Ronconi, Piergiovannl. Robino, Cavaglià, Invernlzzi, Fioravanti, Giacomelli, Galzignan, Matis, Bartoli, Cavagna, Comoglio. Prierl ecc., e quanto abbiamo accennato forse sarà meglio compreso. Anche da questo punto di vista la mostra, oltre che piacevole, è indicativa d'una tendenza che potrà interessare chi non si ferma alla superficie delle Immagini, ma vuole scoprire le ragioni che hanno loro impresso una specifica qualità. E ciò si dice perché il pubblico sarà chiamato a un referendum sulla fotografia che giudica più bella per mezzo di una scheda che gratuitamente concorre al sorteggio giornaliero d'una macchina fotografica. Vedremo se Il suo gusto coinciderà con quello della maggioranza degli espositori. * * S'è aperta una nuova sala d'arte, « La Cornice », in corso Sommeiller angolo via Gioberti, con un gruppo dì quadri di Guido Codagnone, nato a Castrovillari cinquantasei anni fa, ma attivo a Parigi dal 1923, dove frequentò scuole libere di Montmartre e Montparnasse. Basta un'occhiata a questi dipinti, per lo più soggetti di maschere e pagliacci, per convincersi che la pittura del Codagnone è di educazione per tre quarti francese, e elle le sue preferenze vanno ai fauves e ai loro seguaci Ed è una buona pittura, di forte ed espressivo impasto, godibile anche per la materia generosa e succosa con cui è trattata. I motivi possono far pensare a quelli amati da Aldo Carpi, ma drammatizzati e resi patetici da una tensione sentimentale persino eccessiva, e perciò disturbante. mar. ber.

Luoghi citati: Castrovillari, Italia, Parigi