Si farà questo divorzio? di Nicola Adelfi

Si farà questo divorzio? Si farà questo divorzio? i (Nostro servizio particolare) Roma, 23 maggio. Pare che Roberto Rossellini ne abbia fatta un'altra delle sue, e tutti i giornali nel cinque continenti annunciano, chi con aria semplicemente divertita e chi con tono scandalizzato, che questa volta ci sarà probabilmente 11 divorzio. Chi, come me, conosce da molti anni Roberto e Ingrid, è stato loro accanto nei giorni gai e In quelli tristi, spesso ne ha colto le confidenze, scuote il capo: no, neppure questa volta ci sarà divorzio. Anche se nel due coniugi non c'è più la passione divoratrice che li spinse ai passi estremi nella primavera del '49, ed è abbastanza naturale se si pensa che lui ha 50 anni e lei 40; anche se hanno sciolto il loro consorzio artìstico e lei lavora in Francia con altri registi, e Rossellini ritenta la sua sorte di regista nell'India; non per questo deve dirsi che si sia attenuato o sìa addirittura morto l'affetto matrimoniale fra i due artisti. Ch'Io ricordi, è questa la quarta volta o la quinta volta che si parla di divorzio fra la Bergman e Rossellini. Nel giugno del 1952 lo davano tutti per certo. Ingrid giaceva in una clinica per un parto difficile. Era nella sala operatoria da quattro ore, e per portare alla luce le due gemelle Ingrid e Isabella il chirurgo dovè intervenire tre volte addormentando la puerpera. Finalmente la- portarono via. Sempre dormendo, passò accanto al marito che stava come rattrappito in un angolo del corridoio e piangeva con forti singhiozzi. A" vedere Rossellini cosi smunto In viso e con gli occhi febbricitanti, si sarebbe potuto supporre che a passare tutte quelle ore nella sala operatoria, sotto i ferri del chirurgo, fosse stato lui, e non la moglie. Una decina di giorni dopo rividi il regista nella sua casa al Viale Buozzi; e subito si rimise a parlare del momento in cui gli era passata accanto la bianca barella con sopra Ingrid addormentata, e di nuovo scoppiò in un pianto dirotto, senza ritegno. Per toglierlo dall'imbarazzo di quella commozione, gli dissi all'improvviso: «Anche oggi continuano a pubblicare che tu e Ingrid non andate d'accordo, state per separarvi ». E Ros sellini: < Lo so, la gente, specialmente gli americani, non si rassegnano a considerarci come una coppia qualsiasi. Stanno sempre a ricordarsi di quel che ho fatto prima che conoscessi Ingrid... Ma poi che ho fatto? Le stesse cose che fanno più o meno tutti gli uomini. Soltanto che quando le faccio io, tutti si mettono a gridare tutti diventano puritani ». c Ma perché si accaniscono tanto nel dire che tu e Ingrid finirete col divorziare?». < Che vuoi che ti dica? Saranno invidiosi, saranno gelosi perché Ingrid è una splendida ragazza e io invece non ho tutti i capelli, mi sta crescendo un po' di pancia. Sarà per qualche altro motivo. Ma che ci devo fare? Più di quel che facciamo, io e Ingrid, che dovremmo fare? Tre figli in due anni ». Facciamo ora un po' di conti. Tutt'e due sono al secondo matrimonio. Dal primo marito, il dottor Peter Lindstrom, la Bergman ebbe una figlia sola: Pia, ch'è ora una signorina di 18 anni. A sua volta Rossellini dal primo matrimonio, quello con Marcella De Marchls, ebbe due figli: Renzino, che ora si avvicina ai vent'anni, e un altro che mori di pochi anni a Madrid nel 1946. Insieme poi la Bergman e Rossellini hanno avuto Robertino, che ha già compiuto sei anni, e le due gemelle di quattro anni. Se facciamo questi conti, è solo per dire che tutt'e due i coniugi hanno sempre amato i bambini. Fu precisamente qualche tempo dopo la nascita delle gemelle che andai una sera in casa Rossellini. Roberto parlava al suo modo solito, con enfasi romanesca, e Ingrid ascoltava, di tanto in tanto annuiva; teneva il bei volto chino su un lavoro di ricamo, e i colori, i teneri colori della sua carnagione nordica, le stavano tornando lentamente sul viso. A un certo momento le domandai: < E' vero. Ingrid, che lei vuole sei figli? ». Ma fu Rossellini che mi rispose, quasi investendomi e td a i e a a l i ò i e i l o . o a l l i a e a i , i i. il a : i ni o e si a a o à r i . a l i a o o mi e parlando ora a me ora alla moglie: «Ah, Ingrid, quando mai ci siamo detti quanti figli dovremmo fare? Prenderemo tutto quel che Dio ci vorrà mandare. Saranno set i figli? Benissimo. Di più? Tanto di guadagnato. I figli sono abbondanza. Io e Ingrid andiamo matti per i bambini ». Ingrid chinava ancor di più il capo verso il ricamo, annuiva guardando all'insù, con occhi dove c'era arguzia ma anche molta dolcezza, come fa sempre quando s'intenerisce e non vuole darlo a vedere. Parlava allora un italiano molto imperfetto, tanto che il marito le diceva: « Io, figlia mia, con te non posso parlare in italiano, perché non appena tu apri bocca, ti metti a dire tali e tanti spropositi che io scoppio a ridere ». Eppure, quando Ingrid mi accompagnava alle culle, e si chinava sui figli con un gesto quasi di estasi nelle mani aperte e sussurrava: «Guardi che belli gambi, che belli manlni. Che sognate faranno perché .radono così? »; quasi non vi accorgevate degli errori, cosi amorosa e intimamente commossa era la sua voce. Quando non c'era il marito, Ingrid mi parlava spesso di Pia, della figlia rimasta in America. Lo so, è difficile perdonare a una madre che abbandoni la figlia per correre dietro a un uomo di cui si sia innamorata; e so anche che molte, moltissime madri italiane questo alla Bergman non l'hanno mai perdonato. Eppure, quando lei si metteva a parlare della sua Pia che cre1 oceva lontano da lei e forse con sentimenti di odio verso di lei, e quando voi le vedevate il labbro tremare o smettere quel discorso sotto l'impeto delle emozioni, era difficile sottrarsi a un moto profondo e amaro di pietà verso quella bella persona. Pia è stata, e credo resti tuttora il vero, assillante cruccio di questa attrice che la sorte ha benignamente favorito in molte cose. E se oggi è quasi di natura morbosa l'attaccamento che la Bergman porta ai tre figli avuti in Italia, non dobbiamo meravigliarcene: nell'affetto di quelle tre creature, lei cerca un compenso all'altro, a quello che disertò nella primavera di otto anni fa. Quanto a Roberto Rossellini, sappiamo tutti quante follie amorose, finanziarie e di altro genere ha commesso nella sua vita d'artista e dì privato; si direbbe che nonostante il trascorrere degli anni, quest'uomo dotato di un temperamento ricco, e taluni dicono addirittura geniale, non riesca a prendere niente sul serio. Continua a fare i film come se giocasse un terno al lotto, continua a girare il capo per strada se vede passare una bella donna, continua a spendere più di quel che guadagna, continua insomma a fare tutte le stesse cose che faceva venti o trent'anni fa. Ma anche, per capire Rossellini, non dobbiamo metterci nei panni di Catone e giudicare da quel che appare di lui alla superficie. Ce una cosa, per lo meno una cosa, che Rossellini prende estremamente sul serio: sono i figli. Questo artista dalle maniere eccentriche e che si ritiene consideri tutto con leggerezza, darebbe ogni sua cosa, compresa la fama, la stessa vita, per 1 figli. Fu nel 1946 che perde un figlio di pochi anni; la morte arrivò all'improvviso mentre il bambino si trovava in Spagna, con la madre Marcella De Marchia. Il regista fu sul punto di impazzire. Si trovava a Capri, e In quegli anni torbidi dell'immediato dopoguerra viaggiare era quasi impossibile. Rossellini riuscì egualmente ad arrivare a Madrid, convinse le autorità spagnole a dargli il cadavere del figlio, lo fece imbalsamare e mettere in una bara di cristallo. Portandolo in giro con le sue stesse mani, e servendosi del suo nome già famoso potè infine deporre quel macabro fardello nel cimitero del Verano a Roma. Sono passati undici anni, ma né 11 tempo né i nuovi affetti sono riusciti a cancellare dal cuore del regista il pianto per quel suo virgulto perduto. Ancora oggi, non appena torna a Roma, una delle sue prime visite è al Verano; con le sue mani toglie la polvere dalla bara di cristallo, contempla quel suo figlio perduto undici ' anni fa. Fu certamente una passione bruciante quella che travolse Rossellini nei primi giorni in cui la Bergman divenne sua nella calda isola di Stromboli. Rossellini era un uon'o felice; in uno stesso tempo poteva accontentare il suo orgoglio maschile, i suoi desideri per la donna amata e il suo talento di regista. Una mattina telefonò alla casa della prima moglie e apprese che Renzino aveva la febbre. Fu preso dall'angoscia, quasi si dimenticò della bellissima Ingrid, di tutto il chiasso che lo scandalo aveva sollevato nel mondo intero, del film in lavorazione. Tornò a telefonare il giorno dopo e apprese che la radiografia aveva riscontrato un nodulo a un polmone del bambino. Nel giro di ventiquattro ore Rossellini cadde dal settimo cielo nel girone più buio dell'inferno Per telefono chiamò a Roma tutti i medici curanti, i medici conoscenti, e solo quando ottenne assicurazioni giurate, che il bambino sarebbe guarito presto riuscì a ritrovare un certo equilibrio. Ingrid Bergman sa tutte queste cose Perciò quando le domandano se il marito la lascerà per unirsi a un'attrice indiana che dorme nello stesso albergo di Rossellini, in una stanza attigua'a quella di lui, scuote il capo e sorride mettendo sulle labbra arguzia e dolcezza. Per quanti capricci il marito possa avere, lei è certa che a suo tempo si ritroveranno tutt'e due intorno a Robertino. Ingrid e Isabella. Nicola Adelfi