Animato scontro in aula fra due donne per l'orologio d'oro di Claretto Petacci

Animato scontro in aula fra due donne per l'orologio d'oro di Claretto Petacci Rievocati nitri particolari suite cattura dei gerarchi al processo di Bongo Animato scontro in aula fra due donne per l'orologio d'oro di Claretto Petacci La moglie del partigiano Luigi Cornetta, accusata di ricettazione, nega d'aver mai posseduto il prezioso oggetto dell'amante di Mussolini e viene smentita da una teste - Le ultime ore del federale Porta nella deposizione del fratello - Oggi si parlerà della parte di tesoro consegnato al PCI dì Como - Citati per mercoledì il gen. Cadorna e gli onorevoli Mattei, Longo e Giuliano Pajetta (Dal nostro inviato speciale) Padova, 16 maggio. Cinquantacinqué minuti è durata l'udienza di stamane, unica seduta della giornata: la più breve di quante ve :ie siano state sinora. Era in discus' sione l'episodio che ha per protagonisti i coniugi Luigi Corbetta e Carmen Casartelli. Un "episodio marginale, ma anche le. minuzie contano in questa gigantesca vicenda del tesoro di Dongo. Il marito è imputato di malversazione « per avere distratto un orologio da polso e alcuni franchi svizzeri di pertinenza dell'aw. Paolo Porta, ex-federale fascista di Como». La moglie deve rispondere di ricettazione «per avere ricevuto e trattenuto a fine di lucro un orologio d'oro da polso per signora', già appartenente a persona al seguito di Mussolini (Claretta Petacci), conoscendone la provenienza delittuosa ». Interrogato nella prima settimana d'udienza, Luigi Corbetta affermò che Paolo Porta gli regalò l'orologio per ricom pensarlo del trattamento gen tile da lui usatogli, disse Corbetta: « Conoscevo Paolo Porta fin da ragazzo e lo ritrovai fra. i gerarchi fascisti chiusi nella caserma della Guardia di Finanza di Germasino, che io con altri partigiani avevo l'ordine di custodire. C'era anche Mussolini, col quale conversai a lungo. Si parlò di tante cose tristi, di politica e di guerra, di tedeschi e di partigiani. Mussolini era cordiale, anche noi lo eravamo; lo abbiamo trattato bene, ci si dava del tu come se fossimo vecchie cono scerize. La Bera vennero Pedro e Neri e lo portarono a Giulino di Mezzegra. Continuai a chiacchierare con Porta. Egli aveva freddo, e gli procurai una coperta. Fumava di continuo, ed ero io a dargli le sigarétte. « Prendi l'orologio », mi disse a un tratto. Io rifiutai. « Tanto, mi uccideranno. Te lo lascerò per testamento» aggiunse. La notte trascorse cosi chiacchierando e fumando. Il pomeriggio del 28, giunse l'ordine di fucilare i ge.ra.t. chi, e la colonna si avviò per Dongo. Porta mi disse: «Devo proprio morire così?». Gli feci capire che non c'era nulla da fare. Mi chiese ancora da fumare: «Voglio morire con la sigaretta in bocca ». Mi ringraziò. «Salutami mia madre e mio fratello» disse. Continuò dicendo: «Non posso lasciarti altro che questo». Si sfilò l'orologio dal polso e me lo consegnò insieme con un fazzoletto di seta e un portamonete dove c'erano una chiave e alcune monetine svizzere, poco più d'un franco ». Luigi Corbetta aggiunse che mesi ,dopo andò a trovare il dott. Giovanni Porta per restituirgli gli oggetti avuti dal fratello Paolo. Gli consegnò infatti il portamonete, la chiave, il fazzoletto. Voleva dargli anche l'orologio, « ma quando il dott. Porta seppe che il fratello me l'aveva regalato, volle che lo tenessi per me ». « Risulta invece che lei chiese un compenso per restituire l'orologio » obiettò il Presidente. « Mai chiesto compensi » affermò il Corbetta. « Sono un uomo onesto io. Non ho mai dato un prezzo alla mia onesta ». Il dott. Giovanni Porta invece ha sostenuto in istruttoria, e l'ha ripetuto oggi in udienza, che il Corbetta gli chiese un compenso; indignato egli rifiutò di darglielo, e l'altro si tenne l'orologio. Interrogata a sua volta, Car-, men Casartelli negò d'aver mai posseduto un orologio. « Intanti anni di matrimonio, mio marito non mi ha mai regalato un orologio d'oro» disse alla Corte, con una specie, di rimpianto nella voce. Ad accusarla erano le'sorelle Giovanna e Maria Cappellini, le- quali hanno affermato, in istruttoria, che-la .Casartelli mostrò loro un orologio d'oro che aveva al polso affermando che era quello della Petacci e che l'aveva avuto in demo dal marito, il quale aveva quello di Porta.. Poiché Maria Cappellini è morta, ad accusarla è rimasta soltanto la sorella Giovanna. E stamane lo ha fatto con sicurezza e decisione. Cappellini — I primi di maggio del '45, venne a trovarmi la Casartelli. « Guarda che magnifico orologio» disse. Io stavo facendo un'iniezione alla mamma. Senza alzare gli occhi replicai: «A chi sei andata a rubarlo? ». La Casartelli spiegò che gliel'aveva regalato 11 marito e che era della Petacci. Il marito, disse, aveva quello di Porta.. Io in realtà l'orologio non lo vidi, perché stavo fa cei'do l'iniezione. Ma la mia povera sorella lo vide bene, fece delle indagini. Parlò con la gente, e venne a sapere che quanto aveva detto la Casartelli era esatto.. Il Presidente ha chiamato al pretorio Carmen Casartelli per. un confronto fra le due donne. Imputata e accusatrice si sono rivolte roventi parole, c'è mancato poco che non si prendessero per 1 capelli. Casartelli — Com'è possibile che io abbia mostrato l'orologio a te. e a tua sorella, se ero già segnata a dito per cose del genere? Oappellint — Eppure l'hai fatto. Io dico la pura e sempllo* verità. Mi hai detto che quollo era, l'orologio della Pe¬ tqèutrtrLtisCmcCdepuusctgmpcglsctrlatMdttpaChldQCz , tacci e che tuo marito aveva quello di Porta. Accidenti se è vero! Non era un confronto, era una lite; e il Presidente l'ha troncata rimandandole al loro pesto. E' stato poi chiamato il prof. Giovanni Porta, direttore dell'ospedale di Como. La sua voce, narrando 1 fatti, tremava dalla commozione per il ricordo del fratello. Porta — Un pomeriggio del settembre '45, fui fermato a Como, in piazzale della Camerlata, da uno sconosciuto, che poi appresi essere Luigi Corbetta. Disse d'avere usato delle gentilezze a mio fratello, e d'avere avuto affidato da lui, per consegnarli alla famiglia, un portamonete, una chiave e un fazzoletto di seta. Aggiunse che mio fratello, per ricambiare le gentilezze ricevute, gli aveva regalato l'orologio; e accennò che se la famiglia voleva rientrarne in possesso egli era disposto a cederlo. Gli dissi che la famiglia intendeva rispettare la volontà di. mio fratello. Egli insistette, io troncai dicendo che ciò che era stato offerto spontaneamente lo accettavamo, il resto no. Troncai così, e non lo rividi più. Presidente — Suo fratello aveva altri valori con se? " Porta — Mi risulta che partì da Como con 30 mila lire Mi sembra strano che, avendo tale somma, abbia regalato l'orologio a compenso di pretese gentilezze ricevute. Si pensi al valore di 30 mila lire a quell'epoca. Il Presidente ha chiamato Corbetta al pretorlo: — Lei ha chiesto denaro per l'orologio? Corbetta — Mai parlato di denaro. Presidente (a Porta) — Quanti incontri ha avuto col Corbetta? Porta — Uno solo, in piazzale \ della Carne r lata. Durò tre-quattro minuti. Corbetta — L'ho visto due volte: in piazza, e qualche mese dopo a casa sua. Porta — Niente affatto. Una sola volta, in piazza. Poi mai più visto. Corbetta ho avuto l'onore di conoscerlo in quella sola occasione. Aw. Prandstraller — Come aCgcuPsdgpRtjPdsumlatclusPplsevssapeva che suo fratello possedeva 30 mila lire? Porta •— Sebbene ci dividessero le Idee politiche, fra noi esistevano rapporti affettuosi. Tutte le volte che gli chiesi la grazia per un partigiano, mai egli me la rifiutò. Conosceva 1 sentieri della montagna, avrebbe potuto andare ih Svìzzera quando voleva. C'era una via sicurissima: sotto il confine esiste una galleria di un'ottantina di metri, che fa capo a due case colonjche; stata scavata dal contrabbandieri; durante la guerra serviva a partigiani e fascisti, ed è stata da tutti' rispettata Inoltre mio fratello possedeva un aeroplano, in dieci minuti poteva essere a Lugano. Non volle fuggire. Alla vigilia del: la partenza della colonna,..mi disse che si considerava un soldato e che avrebbe seguito Mussolini. Gli chiesi se aveva denaro, mi rispose che aveva trentamila lire. Precidente (a Corbetta)- — Se lei aveVa il portamonete. e l'orologio, doveva avere anche il portafoglio. Corbetta — Io non ho partecipato all'arresto, ho avuto soltanto l'incarico di custodirlo quando già l'avevano perquisito-e gli avevano tolto il portafoglio. ■ P. M, — Ma allora perché non -gli hanno tolto anche portamonete e l'orologio d'oro? Corbetta — Questo non lo 8Q. . ' .' . ... L'interrogatorio era finito, e anche l'udienza, non essendosi presentati ,i pochi altri testi citati per oggi. Ma densis sima sarà l'udienza di domani: verrà trattata la consegna Hii alla federazione .comunista di Como dei valori sequestrati ai gerarchi e raccolti nel municipio di Dongo. Deporranno una quindicina di testi, fra cui Pedro, Cerutti, la madre e la sorella di Neri. Per mercoledì venturo è annunziato un gruppo di testi di primissimo plano, fra 1 quali sono il sen. Raffaele Cadorna e 1 deputati Luigi Longo, Giuliano Pajetta ed Enrico Mattei. Giuseppe Paraci I coniugi Luigi Corbetta o Carmen Casartelli, cercano di schermirsi dal fotografi (Tel.)