Iniziato il Festival napoletano per milioni di telespettatori europei

Iniziato il Festival napoletano per milioni di telespettatori europei Scelte cinque canzoni per la finalissima di domani Iniziato il Festival napoletano per milioni di telespettatori europei Nelle composizioni presentate è stato attenuato il folclore partenopeo - Vìvo successo della manifestazione e degli esecutori (Nostro seniteio particolare) Napoli, 16 maggio. Questa sera all'inaugurazione del V Festival della canzone napoletana al « Mediterraneo > v'erano 1200 persone — quante ne contiene il teatro — ma attraverso il collegamento con gli enti radiofonici di dieci Paesi (oltre l'Italia) la manifestazione e stata seguita da milioni di spettatori davanti ai « video > televisivi. Il sipario s'apre su uno stilizzato scenario che sintetizza i più essenziali elementi del folclore locale. Dirige l'orchestra, tutta in smoking grigio, il protagonista principale del Festival: Pepino Anepeta, in blu elettrico. E mentre si levano le prime note, avanza Enzo Tortora: in un elegante riassunto, presenta un quadro delle dieci composizioni. Quindi lascia il microfono, nascosto in un vaso di fiori, a Marisa Borroni, che annuncia il primo motivo: Tutto me parla 'e te di Balena e Staffelli. Canta Aurelio Fierro, artista che ha reso famose Chella Uà, Guaglione e che gli americani di New York dopo i recenti trionfi hanno battezzato c mister Scapricciatiello >. Fierro, passato attraverso il fuoco di cento prove, non è per nulla emozionato. Dopo Tutto me parla 'e te, canta ancora Lazzaretto di Pazzaglia e Modugno: una creazione fresca, maliziosa, le cui note rispondono a quella caratteristica che gli esperti con brutta parola chiamano « orecchiabilità >. E' la volta ora di Miranda Martino con la canzone Comm. 'a 'na stella di Spagnolo e Gargiulo. Con lei traspare in modo evidente una caratteristica di questo Festival: l'attenuazione del folclore musicale. La si è praticata nell'orchestra che attutisce i tipici strumenti un tempo dominatori di questo genere, chitarre e mandolini, ma la si è attuata ancora più nei cantanti. Segue Che resta cchiù di Zanfagna, Landi e Ricciardi, interpretata da Gabrielle Vanorio. 'nnamurate dispettose di De Crescenzo e Rendine più che una canzone è un duetto, in cui la carenza musicale viene salvata dall'eccellente mimica di Giacomo Rondinella e Gloria Christian, incantevole « ingenua». Ed ecco finalmente dopo la mielata 'm 'e 'mparata a canta di Pisano e Conte, interpretata da Luciano Glori, una crl'anegicaziè leRcaMriBRnerescNTtatenRsupdariè edilscsa1L'nFCbatcsgssvaptcufpmdemiiphftcnMiiiiiuiiiiiiiiiimi!Uiiiii]iiiiiimiimuiimiiMi reazione che si inserisce nelantica linea della vera canzone napoletana: L'urdemo raggio 'e- luna di Fiore e Vian. La canta con velata passione Graia Gresi, che di tutte le artiste forse la più partenopea con e sue popolaresche inflessioni. Ritorna quindi Rondinella e ricama l'evanescente Felicità di Manlio e d'Esposito. Segue Maisa Del Frate che presenta Bene mio di De Crescenzo e Rendine, da] languido ritornello. Chiude il lieto carosello Serenatala 'e mdqgio di De Crescenzo e Oliviero cantata da Nunzio Gallo. Riappare Enzo Tortora e presenta questa volta i chitarristi Amedeo Pariante, Ugo Calise. Fausto Cigliano, Sergio Centi e Armando Romeo. E ognuno di essi riassume per il pubblico ed ancor più per le giurie i motivi delle dieci canzoni. Poi i chitarristi accennano sottovoce un breve ritornello. La risposta adesso è alle giurie. Un quarto d'ora d'intervallo ed ecco che viene comunicato il risultato. Le cinque canzoni scelte per la < finalissima > di sabato sono: Lazzarella, voti 126; Serenatella 'e maggio, 70 L'ultimo raggio 'e luna, 58; nnammurate dispettuse, 50; Felicità, 48. Crescenzo Guarino

Luoghi citati: Italia, Napoli, New York, Pisano