Ringraziamento ad una ballerina di Clara Grifoni

Ringraziamento ad una ballerina = NOTIZIE E POSTILLE — Ringraziamento ad una ballerina E' ormai certo che Anna Mariani comparirà tra breve (si aspetta solo il permesso del suo medico) sugli schermi televisivi, in una rubrica dedicata alla danza. La notizia ci fa molto piacere. E altrettanto, crediamo, ne farà a voi. In questo piacere, la speranza che 11 volto luminoso della ragazza di Greco ci sollevi dalla monotonia dei quiz e dall'uggia delle rivistine, non entra per nulla; vi entrano semmai, in parti uguali, l'ammirazione e la gratitudine. Chi per un verso chi per l'altro, siamo tutti debitori di questa ragazza. La sciagura toccatale un mese e mezzo fa, quando una locomotiva la travolse, schiacciandole le gambe, è di quelle che suscitano nel pubblico una pronta commozione. Anna ha solo ventotto anni. E' piuttosto graziosa, in un modo patetico e casalingo. Prima dell'accidente faceva la ballerina; fu tre volte campionessa italiana di danze moderne e due volte campionessa del mondo. Le gambe erano per lei quello che sono le mani per un pittore: degli strumenti di lavoro e magari di bellezza. Ma tutto si sarebbe risolto in un penoso fatto di cronaca, subito scordato, se le prime interviste e le prime crude fotografie ci avessero offerto quel che era logico attendersi: lo spettacolo di una ragazza disperata, tra genitori affranti. Invece no. Anna Mariani rispondeva sorridendo ai giornalisti e sorridendo lasciava brattare flashes intorno al suo letto di ospedale. Niente lacrime. E nessuno che l'abbia vista cedere, neanche per un attimo, alla compassione di se stessa. Non poter più camminare. Non poter più ballare. Si, è difficile abituarsi a non aver gambe. Ma col tempo ci si adatta. E la vita continua. La gente leggeva incredula queste parole, cercando sulle fotografie della ragazza un'ombra o una contrazione che le smentisse. Ma da ogni immagine spioveva quel sorriso dolce e fermo, quello sguardo chiaro venato appena di malinconia. Forse non s'è ancora resa conto, si disse. E persino: forse è una posa. Oggi si fa tutto per ,a pubblicità. Avete sentito? Riceve fiori e regali a vs'anghe. Anche da una disgrazia si può cavar qualcosa. E questo è vero, in un certo senso. La baller'.netta di Greco ha cavato qualcosa dalla sua disgrazia e, con l'aiuto della pubblicità, ne ha fatto parte a tutti, nel mondo. Parlo di quel sorriso « dolce e fermo > che ha resistito all'amputazione, a un mese d'ospedale e soprattutto al ritorno a casa, tra l'intrico dei binari e 11 fischio del treni. « No, il rumore dei treni non mi scuote — ha detto la Mariani a un giornalista. — Non per nulla sono figlia di un capostazione ». E non per nulla questa ragazza semplice, cresciuta tra i ferrovieri, accarezzando il gran sogno del ballo U Sognavo fin da piccola di volare come una littorina») si è ripromessa di dare agli altri, quello che gli altri aspettano da lei. E che cos'è? A costo di sdrucciolar nella rettorlca (un rischio da cui non ci si salva con argomenti simili) diremo che è una rivalutazione della vita. Oggi, certi giovani, la vita sono pronti a buttarla via come un limone secco. Non l'amano, perché non si amano. Le bonheur, qu'est-ce que c'estt, come chiede M°ntherlant in uno scettico verse. Perciò la giovi¬ ne Francolse Sagan spingeva la sua Aston-Martin a 150 chilometri all'ora sulla strada di Milly; perciò il giovine James Dean spingeva la sua Porsche a 150 chilometri all'ora sulla strada di Salinas (l'acceleratore è un mezzo sicuro per guarire del c mal di vivere»). Il ravvicinamento di questi due — un morto e una sopravvissuta — sembra ormai di rigore: Francplse e James, entrambi troppo intelligenti, troppo ricchi, troppo famosi per 1 e» \loro età, sono divenuti gli illustri prototipi di una generazione e i creatori di uno stile che migliaia e migliaia di giovani copiano con cieco fanatismo: quello dell'Inadattabilità, dell'indifferenza, della nola-di-tutto, alleviata appena dal whisky e dai dischi a gettone dei bar periferici. E' lo stile fosco, che nega ogni credito alla vita. Ora della vita, la figlia del capostazione di Greco ci dice che vai la pena di viverla a ogni modo, anche senza gambe (c Mi restano tante cose... Perché dovrei sentirmi finita? Ricomincerò daccapo, ecco tutto ») ; e affida questo messaggio u un sorriso fatto tenero dalla sopportazione, irresistibile dal coraggio. Sappiamo che intorno a lei, dai genitori al fidanzato agli amici, ognuno le è diventato complice in questo suo proposito di rifiutarsi il ruolo di vittima, e persino la madre (tale è la potenza comunicativa di un sorriso) ricaccia in gola le lacrime, vedendola roteare velocemente su una carrozzella, davanti ai binari. Come dicevamo, slam tutti debitori di questa ragtzza. E lo saremo ancora dì più, quando il suo sorriso entrerà nelle nostre case. Clara Grifoni

Persone citate: Anna Mariani, Aston, Greco, James Dean, Mariani, Sagan, Salinas