Migrazioni di lapponi e volti di Budda di Mario Gromo

Migrazioni di lapponi e volti di BuddaSULLO SCHERMO DI CANNES =■ Migrazioni di lapponi e volti di B "Same Jahki,, di Per Host (Norvegia), "Gotama il Budda,, di Rajbans Khanna (India) e "Figli perduti,, di Milos Makovec (Cecoslovacchia) (Dal nostro inviato speciale) Cannes, 15 maggio. II Festival si coneluderà dopodomani, è ormai al « serrate > finale, ha infatti oggi pigiato tre film nella giornata. Il primo, norvegese, Same Jakki, è dovuto a Per Host, uno zoologo - cineasta - esploratore, che dopo avere fissato la sua attenzione e il suo obiettivo sugli indiani del Chaco in tre successive spedizioni, e dopo avere indagato la vita degli indigeni nelle Galapagos, ha recentemente trascorso più di un anno fra ! Lapponi della Norvegia settentrionale, ai confini dell'estrema Finlandia II suo ampio documentario non ha particolari pretese, se Per Host è un buon osservatore non è certo un regista, le sue scenette di abbozzati amori e di un regolare fidanzamento fra giovani lapponi sono piuttosto dilettantesche; eppure il suo film ha un incanto che, a poco a poco, persuade lo spettatore. Unicamente perché, a poco a poco, si è portati a tu per tu con un mondo tanto ignoto quanto singolare, e con alcuni suoi episodi che si Incidono nel ricordo. In questo lembo di Lapponia I millenni sono quasi trascorsi invano. Più che un popolo è quella una vasta comunità, forse di dieiottomila, forse di ventimila esseri, che, da tempo immemorabile, sono costretti a vivere al seguito delle renne, perché se ne alimentano, e ne traggono vesti e calzari, persino le pareti delle loro ter. de. E poiché le renne sono ani mali migratori, quei lapponi migrano anch'essi, la loro nomade vita ha due grandi migrazioni all'anno, con due lunghe pause intermedie, l'invernale e l'estiva La prima un poco rassomiglia a un letargo, un'ora e mezzo di sole al giorno, le tende a cono sepolte tra la neve; e la seconda è un po' una preveggente e laboriosa vacanza, sulle rive dei fiordi, con un pallido sole anche a mezzanotte. Sono queste le pagine più avvincenti del' film. o n na si è à, di mt e i, r. i ni oinrn o, ra o' a i, a am. i i , r l , i i o o , i o o i n o i . l a e i o , a , , o i i Le renne, spinte dalla buona stagione, tendono dai grami aridi licheni ai ricchi teneri pascoli, e all'acqui marina, quando vi giungono ne bevono avide lunghe sorsate, daranno loro i sali indispensabili per tutto l'anno; e poiché, su di un itinerario invariabile da millenni, quel ricchi teneri pascoli sono separati da un ultimo fiordo largo tro chilometri, i branchi non esitano a buttarsi a nuoto, si assiste cosi allo spontaneo varo di un'acquatica galoppata di almeno un migliaio di renne. (Le più stanche, durante la traversata, sono affettuosamente issate sulle barche dei loro previdenti padroni-seguaci; che poi, ogni giorno, andranno a faticosamente ricuperare le più Imprudenti, spintesi fra i seracchi e 1 crepacci dei ghiacciai non lontani). * * Un altro ampio e ben diverso documentario è Gotama il Budda, presentato dall'India, compilatore Rajbans Khanna. E' una grande c suite », talvolta persino un po' rapsodica, di molte delle innumerevoli opere d'arte ispirate dal Budda, con un commento che ha il proposito di farne ascoltare e risentire il messaggio, e la intenzione di rievocarne la vita terrena, come in una trasfigurata biografia. Un lavoro, quindi, di ricerche pazienti, di inquadrature precise, e soprattutto di montaggio, di intarsi artificiosi o sagaci. Il risultato c'è, ed è notevole, ora suggestivo, ora avvincente, anche se qua e là indulga di scultura in pittura, a qualche enfasi, a qualche ripetizione e a qualche austera civetteria. Le ripress più significative sono state eseguite nelle regioni dì Ajanta, Ellora, Sanchi, Ceylon, Pagan, Gandhara. Ed eccoci infine al terzo film Iella giornata, Figli perduti, del cecoslovacco Milos Makovec. Ambientato fra i monti settentrionali della Boemia, nel XVIII secolo, sotto il regno di Maria Teresa, verso la fine della guerra del Sette anni, il film è tratto da un racconto di Alois Jlrasek, uno scrittore benemerito del cinema boemo, avendone ispirato gran parte dei film storici e storlcheggianti e avendo Inoltre suggerito parecchie leggende per 1 film di marionette di Trnko, L'inizio di Figli perduti è senz'altro promettente. Dopo un'accanita battaglia, il paese ancora battuto dai prussiani, si ritrovano, sbandati, un giovane fantaccino, uno spericolato corazziere, e un vecchio ussaro, ormai ossessionato dai torvi ricordi di troppi delitti che, in nome della guerra, ha dovuto compiere. Il giovane èl di quei luoghi, non dovrebbe essergli impossibile raggiungere in qualche modo la sua casa, ricoverarvi e nascondervi anche i suoi due compagni, I primi sviluppi di codesta situazione sono abbastanza sensibili e coerenti; ma poi la vicenda s'infoltisce talmente di fatti e fatti, che sarebbe troppo lungo anche soltanto il riassumerli. Quando un regista teme di non averne abbastanza, da raccontare, si pone nelle condizioni più vere per non più raccontare, costretto come sarà a comprimere stipare, affastellare. E' quanto qui acca¬ pA de, fra corrusche sparatorie e puntuali condanne dell'intolleranza, della violenza, della guerra. Questi « figli perduti > non sarebbero soltanto degli sbandati, ma perduti alla bontà, all'amore, alla pace. Per esserne però convinti avremmo dovuto sentire la loro ansiosa angoscia, la loro tetra disperazione, la loro Ineluttabile perdizione: così, Invece, assistiamo, e piuttosto indifferenti, ai sotterfugi e alle scappatoie di un qualsiasi ufficio-soggetti. Delicata, a tratti, Alena Vranova. Mario Gromo

Persone citate: Alena Vranova, Alois Jlrasek, Khanna, Maria Teresa, Milos, Pagan

Luoghi citati: Cannes, Cecoslovacchia, Finlandia, India, Norvegia