Divertono in un film musicale Audrey Hepburn e Fred Astaire

Divertono in un film musicale Audrey Hepburn e Fred Astaire DOPO TANTI DRAMMI TOP SPETTACOLO ALLEGRO AL FESTIVAL DI CANNES Divertono in un film musicale Audrey Hepburn e Fred Astaire Sala gremita e pubblico da grandi occasioni - Anche l'Inghilterra ha ottenuto successo con una vicenda d'amóre: «Alta marea a mezzogiorno» - Buona accoglienza a un documentario italiano (Dal nostro inviato spedate) Cannes, 10 maggio. Sono arrivati tve autentici lapponi nomadi, gli Interpreti del film finlandese Al tempo della mietitura che sarà proiettato domani. Si tratta del signor Anders Pentha e dei suoi figlioli Jo Matti e Btera, di 9 e 11 anni. La moglie,' signora Marit, e la primogenita Ratina, sono dovute rimanere a casa per faccende di bestiame. Vestita col tradizionale costume turchino e scarlatto, 1 nastri del clan fluttuanti sulle spalle e le berrette di renna, la famiglia Pentha è stata ri cevuta all'aeroporto di Nizza e accompagnata in un albergo della Croisette dove per la prima volta ha dormito in veri e propri letti. Ma da stamane essa abita la sua tenda porta tile, rizzata sulla spiaggia di Cannes, non. intendendo derogare alle abitudini di casa. Si lamenta del caldo (In Lapponia è pieno inverno); e sono state indette collette di ghiaccio. 'Così, esquimesi ieri, lap- poni oggi, non manca che qualche pellerossa per. il colo- re esotico di questo immenso parco di divertimenti cinematografici. In quanto ai film, che hanno pure una loro parte in questo festival, dall'Inghilterra ci è venuta una voce sommessa ma gradita. Alta marea a mezzogiorno, diretto dal regista Philip Leacock sopra un copione di Neil Paterson, non è una gran cosa, forse non sarà nemmeno un film da esposizioni, ma dimostra come la mediocrità possa essere riscattata dalla diligenza e riceverne un quasi splendore. Racconta 1 casi dei Macken zie, una famiglia di pescatori di aragoste in un'isola della Nuova Scozia. Il pesce scarseggia, qualche concorrente è sleale, la famiglia è in difficol tà. Ma la vicenda non è soltanto pescatoria. La graziosa Joanna, la figlia, cerca l'amore, incerta fra il tristo ma pia cente Simon e il bennato Nils. Poi, come accade, si risolve per un terzo, il nuovo venuto Alee, che la innamora di sé a prima vista, recitando alcuni versi Non è un buon segno; infatti, una volta sposati, Alee rivela di avere 11 vizio del gio- iiiiiit ■■ iiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiia co, facendo rimpiangere a Joanna l'onesto Nils. Ma date tempo al tempo. Lasciate che l'infelice Alee, quantunque • rinsavito, soccomba in una burrasca di mare; che la vedovella sia insidiata dall'infame Simon, ringalluzzito per l'occasione; che venuto a mancare totalmente il pesce, i Mackenzie con le altre famiglie di pescatori debbano lasciare l'isola, e dopo tanti lutti e disgrazie avrete Analmente il vuoto necessario perché Joanna e Nils si trovino e stringano il nodo. Tutto questo, dalle aragoste agli errori di amore, è saldato in un racconto omogeneo, fluente, piacevole. Acca rata, come tutto il presto, l'interpretazione, dove spicca la giovane attrice Betta St. John una fresca, teneramente modulata Joanna. Applausi, a lei, al regista e agli altri interpre ti (William Sylvester, Michael Craig, Flora Robson). Gli Stati Uniti hanno poi tenuto il campo la sera col loro terzo film: il vistavision a colori Funny face (dal francesi tradotto < Dróle de frimousse v), diretto da Stanley Donen, già ballerino e collaboratore di Gene Kelly. Un < musical > interpretato da Audrey Hepburn e Fred Astaire, per tacere di K. Thompson, Michel Auclair e Robert Flemyng; con un copione di Léonard Gershe che. combina insieme commedia, rivista e haute couture, e svaria dall'America alla Francia, dal villaggio di Greenwich (il Montparnasse americano) alla Torre Eiffel: un frullato spettacolare che ha richiamato nella sala del < Palaia », gremita fino all'ultimo strapuntino, il pubblico scintillante delle grandi occasioni mondane. L'aspettativa non è stata delusa: Funny Face ha dato al festival, un po' provato dai troppi drammi di questi giorni, una serata ricreativa, senza che il divertimento sia riuscito dì bassa lega. Non che gli autori del film si siano torturati 11 cervello quanto al soggetto. Vicende imbastite con i casi delle « cover-girls » ci sembra di averne già vedute, e cosi trasformazioni di ragazze scalcinate in donne affascinanti. Ma gli autori si sono rifatti sul contorno: le coreografie, i balletti (alcuni di ottimo gusto), il dialogo spiritoso, il brio degli attori, e quella alacrità di stesura; se' non di ritmo, sotto cui passano e si fanno perdonare le buggeratine. . La crisalide che diventerà farfalla è questa volta Jo, una squallida commessina di libreria che si interessa di moda quanto una abitatrice del pianeta Marte, seguace di una setta esistenzialistica e devota del suo capo, il prof. Flostre. La direttrice della rivista di mode a corto di idee, cerca un tipo di modella intellettuale; e grazie al fiuto del suo fotografo Dick, la trova in Jo, che dapprima non ne vuol supere, poi allettata dall'idea di un viaggio a Parigi, dove potrà avvicinare il suo maestro, accetta e sì lascia condurre. Ma ia nuova modella è tanto graziosa quanto indocile e trascura 1 suoi doveri per schizzare nelle « caves » a cercare di Flostre, che quando poi conosce la delude. Occorre dire che suo malgrado è già innamorata di Dick e lui di lei? Malintesi e dispetti fra i due ritardano la prevedibile conclusione, che scocca dopo una.sciccosa presentazione dì modelli, frastornata da gustosi incidenti. Qualche quadro è un po' strascicato e denota il ripieno; ma 1 più divertono e satireggiano piacevolmente il costume moderno sul doppio fronte dell'alta sartoria e della profonda intellettualità. Il pubblico è andato in brodo di giuggiole, specialmente per la Hepburn che pur ripetendo se stessa, cioè sabrineggiando, delizia l'occhio e, o reciti o canti o danzi, conferisce alla flguretta di Jo una grazia emblematica. Forse un po' cauto nei balli, Fred Astaire, di cui già dieci anni fa si annunciava il ritiro, le mette accanto la sua inimitabile eleganza di foglia secca. Dai tempi di < Roberta » ad oggi, dalla Rogers alla Hepburn, questo patriarca del tiptap ha tenuto fra le braccia generazioni di ballerine. Risate, applausi alla cornice, esclamazioni per le belle toilettes, successo facile e pieno. Nella fausta serata sono molto piaciuti -anche 1 due cortometraggi che hanno preceduto il film americano: « Niok > di Edmond Secham (Francia), la storia di un elefantino allevato da un ragazzo nella Cambogia, e « Il sogno dei Gonzaga » di Antonio Fetruccl (Italia). Leo Pestelli AlVe Continua a Cannes, li successo personale di Jacquellne Sassard. L'Interprete di « Guendallna», detta anche «la Audrey Hepburn dell'anno» è l'attrice più fotografata (Telef.)