Lo scambio di brindisi

Lo scambio di brindisi Lo scambio di brindisi nel pranzo al Quirinale Roma, 9 maggio. Il momento più importante della prima ■ giornata di Coty a Roma, è stato indubbiamente lo scambio dei brindisi fra l due Presidenti durante il pranzo di gala al Quirinale. < Signor Presidente — ha detto Gronchi — sono veramente lieto di porgere 11 mio calde liuto al Capo della Nazione francese, e sono sicuro che a questo saluto si associano all'unisono ì cuori di tutti gli italiani ». I sentimenti degli italiani verso la Francia sono determinati anzitutto «dalla consanguineità, dalla comune formazione intellettuale e morale, e dall'ammirazione per i grandi contributi che in tutti 1 tempi ed in ogni campo la Francia ha dato all'Europa, al mondo, alla civiltà». E questi fattori (ha riconosciuto Gronchi) aiutano a superare più agevolmente le divergenze o le incomprensioni, che turbano talvolta le amicizie più profonde. Però non bastano; e l'oratore ha così proseguito: « Le esperienze del passato e talune incertezze del presente ci insegnano come occorra dare alla amicizia quelle basi concrete che sono il rispetto reciproco delle aspirazioni e dei diritti, il franco riconoscimento degli interessi connaturati alla capacità di lavoro, al potenziale umano, alla stessa posizione geografica di ciascuna Nazione. Ed è ragione di reale fiducia constatare che le classi dirigenti del nostri due Paesi, i due governi con la preziosa collaborazione vostra, signor Presidente, e con la mia, lavorano in piena sincerità, e convinzione a questo scopo». Gronchi ha quindi sottolineato una coincidenza di buon auspicio: Coty è il primo capo di Stato che visiti Roma dopo la firma del trattati dell'Euratom e del Mercato comune. < La nostra opera — ha spiegato — I tende infatti alla realizzazione dell'Ideale di un'Europa unitariamente organizzata, base insostituibile di sicurezza, di libertà e di pace per tutti i popoli... E' di Montesquieu la frase, che sembra' profetica, che l'Europa non è se non uno Stato composto di molte Provincie». Dopo questa citazione, Gronchi è passato ai problemi più generali dell'Occidente, dicendo: c Intanto la persuasione sempre più chiara in tutti noi della necessità, per mutuo vantaggio, di approfondire ed estendere la portata del Patto Atlantico da alleanza militare, sola garanzia di difesa per la libertà di tutti I popoli e per la conservazione della nostra comune civiltà, a comunità politica per un'azione concorde di fronte agli angosciosi problemi della sicurezza-e della pace, conducono i nostri due popoli ad intensificare e sviluppare in tutti i campi 1 contatti e i rapporti ». Indicati vari episodi di collaborazione fra I due Paesi, Gronchi ha detto: «L'amicizia italo-francese è uno del dati indispensabili alla ricostruzione dell'Europa, e insieme un esempio e un incoraggiamento per tutti. Anc'-ve per questo noi dobbiamo gelosamente custodirla. Essa ci spinge a promuovere nella nostra politica interna tutte quelle riforme delle strutture econo miche e sociali, che rispondono alle aspirazioni delle classi popolari, e ohe assicurando la collaborazione-di queste allo sviluppo della democrazia, costituiscono II punto di appoggio più saldo per il consolidamento ed il progresso dello Stato nella comunità nazionale ... « Essa ci spinge a fare della nostra solidarietà il fulcro dello sforzo per superare 11 massiccio muro dei sospetti e delle diffidenze reciproche che dividono l'Europa e il mondo e rallentano ogni sincera ricerca di sicure garanzie per il disarmo, la sicurezza e la pace ». «Signor Presidente — ha concluso Gronchit dopo un cordiale cenno al viaggio dello scorso anno a Parigi — alzo il mio calice alle fortune della Francia, alla prosperità del suo popolo, al successo dell'opera che ella svolge come saggio Capo di Stato, alla sua felicità personale». Coty ha così risposto: < Signor Presidente, provo una gioia tanto più grande nel rinnovare il cordialissimo ricordo che ho conservato della vostra visita a Parigi, in quanto ci viene in tal modo offerta una nuova occasione di affermare e, se è possibile, ulteriormente rafforzare l'intima unione delle nostre due repubbliche ». Rispondendo quasi punto per punto, con calore d'affetto, al brindisi di Gronchi, l'ospite ha celebrato i valori comuni della civiltà latina, sottolineando 1 tremendi pericoli che la minacciano e la necessità della loro ferma difesa: « A tutti i popoli che sono e vogliono rimanere liberi, tale constatazione detta il loro dovere più imperioso: assicurare in comune la loro indivisibile sicurezza. Necessità permanente per tutti che esige da tutti una unione permanente. Non è più il tempo di alleanze formate e dissolte dal mutevoli venti della politica. Non è più il tempo delle coalizioni che si improvvisavano nell'ora del combattimento... Per premunirci contro una guerra o contro una sovversione, che sarebbero entrambe totali, l'unione, la nostra unione, deve essere totale». H Presidente francese, ha quindi sostenuto che questa unione totale può essere realizzata solo con uno sforzo concorde dei sentimenti, dell'azione politica e dell'attività civile. Anche la causa dell'Europa dipende da questa complessa collaborazione, di cui Italia e Francia danno un alto esempio non solo nel campo più strettamente diplomatico, ma anche nella cooperazione di Parigi alla valorizzazione del Mezzogiorno, di Roma ai territori africani francesi. Coty ha avuto a questo punto calde parole di amicizia per 1 progressi dell'Italia, per l'attività del suo popolo, per l'appassionato lavoro di ricostruzione. « Quale magnifica risposta — ha detto — dà l'Italia d'oggi ai romantici, che nel secolo scorso venivano a respirarvi la poesia delle tombe!». Quindi l'ospite ha concluso il brindisi « levando ' il mio bicchiere alla vostra felicità, alla grandezza e alla prosperità della vostra cara, della nostra cara Italia, all'amicizia fraterna e alla cooperazione sempre più feconda della Repubblica italiana e della Repubblica francese». Il Presidente francese era giunto al Quirinale verso mezzogiorno e mezzo, con il solenne corteo dalla stazione Ostiense. Entrato nel palazzo, Coty è stato presentato da Gronchi a Donna Carla, nel Salone degli Arazzi. Pochi minuti più tardi ha lasciato nuovamente il palazzo per recarsi, con la berlina presidenziale in cui aveva preso posto 11 ministro Taviani, a Piazza Venezia dove ha.deposto una corona di rose cremisi e di gladioli rosa, con un nastro dal colori francesi, sul sacello del Milite Ignoto. Quindi è rientrato al Quirinale, dove nel cortile, ai lati delle cinque porte a vetri, erano sull'attenti sei corazzieri per ogni stipite. Prevedendo che le due lunghe corse nell'aria frizzante avrebbero messo buon appetito al Presidente, il cuoco del Quirinale aveva preparato una lista sostanziosa: ristretto in tazza, timballo di tagliatelle, sella di vitello allo spiedo, insalata romana, torta alla nocciola, accompagnati dal Monte Porzio Catone, dall'Antinori Santa Cristina, dal Rulnart Rosé. Ritroveremmo questo vino prelibato, da intenditori, nella lista del banchetto di onore della serata: crema San Germano, spigola fredda, nidi di quaglie di Castelporziano, asparagi di Albenga, spumone di fragola e, insieme con il soave Bertoni e con 11 broglio Ricasoli, lo' champagne Rulnart « Blanc-dea-Blarics ». Nel pomeriggio, dopo il Derby, Gronchi ha presentato a Coty, nella sala della Madonna, i capi delle missioni estere accreditati presso lo Stato italiano. Alle nove di sera Coty è stato l'ospite d'onore nel banchetto offerto da Gronchi nella sala degli Stucchi, cui erano presenti quasi tutti i membri del governo ed alte personalità dello Stato. Al levar delle mense, i due Presidenti hanno pronunciato i brindisi già ricordati. Dopo il pranzo ufficiale, ha avuto inizio il ricevimento con mille invitati. e. a.